Per prima nell’Unione europea, la Germania ha attivato la clausola del Patto per la spesa per la difesa, invece l’Italia? Se lo è chiesto Raffaele Volpi (Lega), già sottosegretario alla Difesa ed ex presidente del Copasir, che la Lega di Salvini non ha ricandidato nel 2022.
In un intervento su Formiche.net, Volpi sottolinea che “l’esempio tedesco solleva dunque interrogativi centrali: quale ruolo intende assumere l’Italia nella costruzione della difesa europea? Come intende posizionarsi in un sistema che si sta rapidamente consolidando?”.
Fino alla precedente legislatura, esponente di spicco della Lega e molto apprezzato dal comparto industriale della difesa e dell’aerospazio italiano, Volpi suona così la sveglia per l’Italia “che pur dispone di asset importanti”, ma “resta in attesa di una visione coerente”.
Da tempo il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto sollecitava Bruxelles per scorporare le spese della difesa dai vincoli di bilancio.
Eppure, fonti del Mef – retto dal ministro Giancarlo Giorgetti (Lega) – hanno fatto sapere che l’Italia “non ricorrerà alla richiesta di sospensione della clausola almeno finché non ci sarà stata l’assemblea Nato di giugno”.
E il vicepremier Matteo Salvini non ha lasciato dubbi sulla sua posizione a riguardo della possibilità di utilizzare la clausola di salvaguardia per consentire deroghe per gli investimenti nella difesa. Il leghista ha bollato infatti come “follia” la politica di riarmo dell’Ue.
La scadenza per la presentazione delle richieste di allentamento delle norme sulla spesa pubblica era il 30 aprile; tuttavia, la data non è vincolante.
E l’ex compagno di partito del Carroccio ha colto l’occasione per dire la sua riguardo la via italiana del riarmo europeo: “Servono obiettivi concreti, una programmazione rigorosa e una chiara capacità decisionale. Non si tratta di accumulare desideri, ma di costruire un progetto credibile e realistico”.
Tutti i dettagli.
IL PLAUSO ALLE MOSSE TEDESCHE NEL CAMPO DELLA DIFESA
“In meno di due anni, la Germania ha operato una profonda revisione della propria postura in materia di sicurezza e difesa, superando retaggi ideologici che per lungo tempo avevano limitato il potenziale della Bundeswehr” ricorda l’ex presidente Copasir.
“Il fondo straordinario da 100 miliardi di euro annunciato nel 2022 ha segnato l’inizio di questa svolta, oggi consolidata dalla scelta di utilizzare appieno le opportunità offerte da Rearm Europe. Il sistema industriale tedesco, già particolarmente solido, potrà beneficiare di un significativo effetto moltiplicatore – stimato attorno a 1,7 – rilanciando ulteriormente la capacità produttiva interna” aggiunge Volpi corroborando la sua tesi.
E IL NOSTRO PAESE? SI DOMANDA VOLPI
Invece l’Italia cosa aspetta?
“Pur disponendo di un patrimonio industriale di rilievo e di partnership consolidate con gruppi europei” evidenzia Volpi, “il nostro Paese non sembra aver ancora definito una strategia chiara in materia di investimenti nella difesa”.
“In assenza di una visione strutturata” prosegue l’ex sottosegretario alla Difesa non più candidato del Carroccio alle ultime elezioni, “il rischio concreto è che il dibattito si riduca a un “libro dei sogni”, con ogni Forza armata che propone le proprie esigenze senza una selezione rigorosa basata su priorità strategiche, realistiche e di prospettiva”.
IL SOLLECITO PER UNA POSTURA TRICOLORE AUTONOMA
Dunque, “è evidente che un approccio attendista rischia di precludere opportunità decisive, in un momento storico in cui investire nella difesa significa anche investire nell’industria, nell’innovazione tecnologica e nella capacità geopolitica del Paese” rincara Volpi su Formiche.net.
Pertanto, “In un contesto globale segnato dal progressivo disimpegno di alcuni tradizionali garanti della sicurezza, investire con intelligenza nella difesa non è un’opzione: è una necessità” sottolinea l’ex leghista. “L’Italia deve scegliere adesso se vuole essere tra i protagonisti della nuova stagione europea o se preferisce, ancora una volta, rincorrere le scelte degli altri” ha concluso lapidario l’ex leghista di lunghissimo corso.