Al via il pacchetto di prestiti Safe (Security Action For Europe), il nuovo fondo per gli armamenti da 150 miliardi di euro.
Il 27 maggio il Consiglio dell’Unione europea ha adottato ufficialmente il regolamento che istituisce lo strumento “Azione per la sicurezza in Europa” (Safe), all’interno del piano di riarmo europeo ReArm Europe/Readiness 2030 presentato lo scorso marzo dalla commissione europea.
Dunque i fondi saranno raccolti sui mercati dei capitali ed erogati agli Stati membri interessati su richiesta, sulla base dei loro piani di investimento per l’industria europea della difesa. Il programma consentirà quindi ai paesi membri di contrarre prestiti dall’Ue per l’acquisto di equipaggiamento militare.
Inoltre, Safe permetterà all’Ue “di sostenere ulteriormente l’Ucraina associando la sua industria della difesa allo strumento fin dall’inizio”, spiega la nota del Consiglio. I prestiti Safe potranno essere usati dagli Stati membri anche per Ucraina, ha ribadito il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius. Altro punto fondamentale riguardo questo nuovo strumento, secondo Kubilius, è la necessità di incentivare Stati membri ad “acquistare europeo”. Fattore quest’ultimo che ha causato attrito con l’alleato statunitense.
Tutti i dettagli.
APPROVATO LO STRUMENTO SAFE
“Safe è un nuovo strumento finanziario dell’Ue che sosterrà gli Stati membri che desiderano investire nella produzione industriale della difesa attraverso appalti comuni, concentrandosi sulle capacità prioritarie”. In particolare, “finanzierà investimenti urgenti e su larga scala nella base industriale e tecnologica della difesa europea (Edtib)” con l’obiettivo di “aumentare la capacità produttiva, garantire la disponibilità di materiali di difesa quando necessario e colmare le lacune in termini di capacità esistenti, rafforzando in definitiva la prontezza complessiva dell’Ue in materia di difesa” indica la nota del Consiglio dell’Ue.
ADOZIONE “ACCELERATA” DEL PROGRAMMA
Come ricorda Reuters, la Commissione ha utilizzato una procedura accelerata per avviare la legislazione, bypassando il Parlamento europeo e richiedendo solo l’approvazione dei governi dell’Ue.
Tanto che Il 6 maggio Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha avvertito in una lettera la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di una possibile causa legale contro la Commissione e il Consiglio intentata alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Pertanto, ha invitato l’esecutivo a modificare la base giuridica del programma Safe.
Nella sua lettera, Metsola ha ricordato che la commissione giuridica del Parlamento (JURI) ha “deciso all’unanimità” in una riunione del mese scorso che l’articolo 122 “non è la base giuridica appropriata per la proposta di regolamento”.
LE CATEGORIE DI PRODOTTI
Nel frattempo, come già detto i ministri dei paesi del blocco dei 27 riuniti a Bruxelles hanno approvato l’istituzione del programma Safe, che utilizza prestiti congiunti dell’Ue per erogare prestiti ai paesi europei per progetti di difesa congiunti.
Secondo il comunicato del Consiglio dell’Ue, le attività ammissibili finanziate tramite Safe saranno suddivise in due categorie di prodotti per la difesa:
- munizioni e missili; sistemi di artiglieria, comprese le capacità di attacco di precisione in profondità; capacità di combattimento terrestre e relativi sistemi di supporto, inclusi equipaggiamento per i soldati e armi per la fanteria; protezione delle infrastrutture critiche; cyber; mobilità militare, inclusa la contromobilità
- sistemi di difesa aerea e missilistica; capacità marittime di superficie e subacquee; droni e sistemi anti-drone; abilitatori strategici, quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, trasporto aereo strategico, rifornimento in volo e sistemi C4ISTAR, nonché risorse e servizi spaziali; protezione delle risorse spaziali; intelligenza artificiale e guerra elettronica.
I prodotti per la difesa appartenenti alla categoria 2 saranno soggetti a condizioni di ammissibilità più rigorose, che richiederanno ai contraenti di avere la possibilità di decidere in merito alla definizione, all’adattamento e all’evoluzione della progettazione del prodotto per la difesa oggetto dell’appalto, precisa la nota.
LA CLAUSOLA DEGLI APPALTI: USA NON COMPLETAMENTE ESCLUSI
Per entrambe le categorie di prodotti, i contratti di appalto dovranno garantire che il costo dei componenti provenienti da paesi terzi rispetto all’Ue, agli stati SEE-EFTA e all’Ucraina non superi il 35% del costo stimato dei componenti del prodotto finale.
Dunque, gli Stati Uniti non risultano completamente esclusi. Il programma aveva suscitato le polemiche da parte di Washington, poiché gli Stati Uniti – insieme ad altri paesi terzi che non hanno accordi di difesa e sicurezza con l’Ue – non possono partecipare agli appalti congiunti previsti dal programma.
Per poter contribuire a coprire almeno il 65% del costo di un prodotto, le aziende devono essere stabilite nell’Ue, in un paese dello Spazio economico europeo (See) o in uno dei paesi dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) o in Ucraina e non essere controllate da un altro paese.
L’iniziativa mira infatti ad abbattere le barriere nazionali finanziando progetti congiunti tra i paesi dell’Ue e include un forte elemento di “buy european”, mirando a rafforzare l’industria della difesa del continente.
PER COMMISSARIO EUROPEO KUBILIUS SERVE INCENTIVARE IL “BUY EUROPEAN”
“Non credo che possiamo imporre dall’alto agli Stati membri cosa comprare e cosa no”, se comprare prodotti europei o no. Tuttavia “dovremmo incentivare gli Stati membri a farlo”, ha sostenuto il commissario Kubilius, durante un’audizione davanti alle commissioni Difesa e Politiche Ue del Senato e alla commissione Politiche Ue della Camera il 26 maggio. Allo stesso tempo ha ammesso: “la soluzione non ce l’abbiamo ancora”.
Non siamo ancora riusciti a stabilire “come possiamo convertire questi prestiti Safe in bilancio europeo vero e proprio”, ha aggiunto il commissario. “Serve uno strumento finanziario a livello europeo per incentivare gli Stati membri ad arrivare ad acquisti congiunti” e in ambito europeo ha incalzato Kubilius.
D’altronde, l’Ue ha un’industria della difesa molto “frammentaria”. “L’industria della difesa non riesce a sfruttare il mercato unico” ha proseguito il commissario. Per questo, “stiamo perdendo nella concorrenza a livello globale”, ha avvertito. Tuttavia, “l’aumento dei soldi nella difesa può amplificare alcuni problemi strutturali”, ha evidenziato il commissario. Molto dipenderà da come si investono le risorse finanziarie.
LA TABELLA DI MARCIA PER IL PACCHETTO DI PRESTITI SAFE PER INCENTIVARE I PIANI DI DIFESA EUROPEI
Infine, gli Stati membri dispongono ora di sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento per presentare i loro piani nazionali, come avvenuto per il Next Generation EU e per i pNRR nazionali.
Quindi la Commissione valuterà i rispettivi Piani, mentre il Consiglio adotterà le decisioni esecutive, che comprenderanno l’entità del prestito e l’eventuale prefinanziamento. Il prefinanziamento, che può arrivare fino al 15% del prestito, garantirà che il sostegno possa essere erogato rapidamente per coprire le esigenze più urgenti, potenzialmente a partire dal 2025.
Gli Stati membri dovranno riferire in merito ai progressi compiuti nell’attuazione al momento della presentazione delle richieste di pagamento. Queste possono essere presentate due volte l’anno.
L’ultima approvazione per gli esborsi può avvenire fino al 31 dicembre 2030.