La Nasa vuole che gli Stati Uniti siano la prima nazione a installare un reattore nucleare sulla Luna che produca almeno 100 kilowatt di elettricità da lanciare prima del 2030.
“Vogliamo arrivare primi e rivendicarlo per l’America” ha dichiarato il Segretario ai Trasporti statunitense e amministratore ad interim della Nasa Sean Duffy durante una conferenza stampa intitolata “Liberare il dominio dei droni americani” il 5 agosto, riguardo la corsa al satellite della Terra.
Se un altro Paese dovesse raggiungere per primo questo obiettivo, potrebbe dichiarare una “zona di divieto” che di fatto impedirebbe agli Stati Uniti di raggiungere il loro obiettivo di stabilire una presenza sulla superficie lunare attraverso il programma Artemis della Nasa, osserva la Cnn.
“E per avere una base sulla Luna, abbiamo bisogno di energia” ha aggiunto il numero uno della Nasa Duffy.
La Nasa aveva già discusso in precedenza la possibilità di costruire un reattore lunare, ma Duffy dovrebbe annunciare delle tempistiche più precise, e ciò malgrado l’agenzia si trovi alle prese con un massiccio taglio dei finanziamenti, soprattutto per quanto riguarda la missioni scientifiche.
Tutti i dettali.
LA NUOVA CORSA ALLA LUNA
L’amministratore ad interim della Nasa afferma che la sua richiesta di installare un reattore nucleare sulla superficie lunare entro il 2030 fa parte di una nuova corsa alla Luna.
“Siamo in una corsa alla Luna, in una corsa con la Cina alla Luna”, e “Se vogliamo impegnarci nella corsa alla Luna e alla corsa a Marte, dobbiamo darci una mossa” ha spiegato Duffy. “C’è una certa parte della Luna che tutti sanno essere la migliore”, ha detto Duffy. “Lì abbiamo ghiaccio. Lì abbiamo luce solare. Vogliamo arrivarci per primi e rivendicarla per l’America.”
IL REATTORE NUCLEARE
Poiché la Luna ruota così lentamente, la superficie lunare è soggetta a due settimane di buio continuo, spiega Space.com. Ciò significa che l’energia solare non sarà efficiente per alimentare un avamposto con equipaggio: la maggior parte dei rover lunari robotici non riesce nemmeno a sopravvivere alla notte lunare.
“Per avere una base sulla Luna, abbiamo bisogno di energia”, ha chiarito Duffy ai giornalisti in risposta a una domanda sulle notizie emerse all’inizio della settimana riguardo alla sua ambiziosa direttiva di lanciare un reattore nucleare da 100 kilowatt sulla Luna entro il 2030. Un reattore di questo tipo produrrebbe all’incirca la stessa quantità di energia che una famiglia media statunitense consuma ogni 3,5 giorni, dettaglia ancora Space.com.
“L’energia è importante e, se vogliamo essere in grado di sostenere la vita sulla Luna e poi andare su Marte, questa tecnologia è di fondamentale importanza”, ha affermato Duffy.
IL FABBISOGNO ENERGETICO DELLA SUPERFICIE LUNARE
L’agenzia spaziale statunitense ha già lavorato a progetti simili in collaborazione con il Dipartimento dell’Energia e altri, tra cui un progetto di energia di superficie a fissione che fornirebbe alla Luna almeno 40 kilowatt di energia, sufficienti per alimentare ininterrottamente 30 famiglie per 10 anni, secondo il sito web della Nasa.
Secondo le stime citate dalla Nasa, il fabbisogno energetico della superficie lunare è di almeno 100 kWe per operazioni umane a lungo termine, ricorda la Cnn.
LE TEMPESTICHE
Un reattore nucleare contribuirebbe alle lunghe permanenze sulla Luna, ma i piani appena svelati non specificano ancora quando potrebbe essere costruita una base.
Inoltre, il direttore ad interim della Nasa Duffy ha precisato che installare un reattore nucleare sulla Luna non significa lanciare un reattore attivo su un razzo. “Non lo lanceremo in diretta. Ovviamente – se avete domande al riguardo, no, non lo lanceremo in diretta”, ha sottolineato Duffy.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
Di certo un reattore sulla Luna non funzionerebbe esattamente come uno sulla Terra.
Kevin Au, vicepresidente dell’esplorazione lunare di Lockheed Martin, ha affermato che la sfida più grande di un reattore ad alta potenza sarebbe lo sviluppo di materiali in grado di resistere a temperature più elevate per la conversione del calore in elettricità, riporta il New York Times.
Tuttavia, gli esperti affermano che la costruzione di una tale fonte di energia rientra in ciò che è realisticamente possibile, riassume il Nyt.
“Non è fantascienza”, ha affermato Sebastian Corbisiero, responsabile senior del programma presso l’Idaho National Laboratory e responsabile del programma di reattori spaziali del Dipartimento dell’Energia. “È assolutamente fattibile”.