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Perché la guerra ibrida si combatte (anche) con il Quantum

Chi c'era e che cosa si è detto agli Stati generali del Quantum

La guerra ibrida sta trasformando la difesa nazionale in una faccenda da “nerd”. Gli attacchi informatici a strutture e infrastrutture critiche possono essere tanto letali quanto aggressioni fisiche. È anche per questo che ieri pomeriggio agli Stati generali del Quantum era riunito tutto lo Stato Maggiore della Difesa italiano. “La sicurezza dello Stato è messa a repentaglio da una guerra ibrida fatta di disinformazione e attacchi cyber che colpiscono indistintamente la sfera pubblica e privata, minacciando la tenuta delle nostre democrazie e le infrastrutture critiche – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto nel suo intervento -. Le tecnologie quantistiche emergenti sono già parte dell’evoluzione di questa minaccia. Il rischio quantistico incombe sulla nostra crittografia: i computer quantistici saranno in grado di violare gli attuali algoritmi a chiave pubblica – come l’Rsa – compromettendo firme digitali, transazioni finanziarie e infrastrutture. Molti attori ostili stanno già archiviando dati cifrati oggi per decifrarli domani, quando avranno la potenza di calcolo necessaria”.

L’iniziativa, curata dal sottosegretario del Dipartimento per la Trasformazione digitale Alessio Butti, ha visto la partecipazione del ministro della Difesa Guido Crosetto, della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini e del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Gli Stati generali del Quantum hanno proposto una sintesi della Strategia nazionale per le tecnologie quantistiche e sulle sue implicazioni per sicurezza, innovazione e competitività, “un’infrastruttura trasversale che tocca ambiti nevralgici come la difesa, la sanità e l’industria, mettendo in gioco la competitività dell’intero sistema”, come ha detto il sottosegretario Butti nel corso del suo intervento di apertura.

I PROGETTI DEL CERN AI E DEL CENTRO NAZIONALE SU QUANTUM TECHNOLOGIES

Minimo comune denominatore dei dossier in campo, dalla proposta di un centro nazionale su Quantum Technologies, dedicato ad Alessandro Volta, a un CERN per l’Intelligenza artificiale, é la ricerca. Il nostro paese però investe nella ricerca meno degli altri paesi. “C’è un ritardo, come abbiamo anche ricordato, alcuni paesi sono partiti con investimenti diversi sulla ricerca. Io, però, credo che questo Governo abbia rilasciato programmi importanti che riguardano la ricerca ma soprattutto mai come in questi ultimi tre anni il mondo della ricerca è stato coinvolto su progetti veramente strutturali che possono portare il paese a grandi obiettivi – ha detto il sottosegretario Alessio Butti a Start Magazine -. Abbiamo citato il quantum, il cloud, le infrastrutture strategiche della connettività e l’intelligenza artificiale. Questo è un momento in cui veramente la congiuntura è favorevole e sicuramente stanno aumentando gli investimenti nella ricerca. C’è una grande attenzione da parte dei privati che sono disponibili a investire in ricerca che si può concretizzare all’interno di un contesto fisico e teorico all’interno del quale si possa fare ricerca pura ed applicata.

Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica

LA SOVRANITÀ TECNOLOGICA E LA COMPETIZIONE CON SOGGETTI PRIVATI 

Quello della tecnologia è un settore nel quale gli Stati si trovano a competere, non sempre da pari, con realtà private con importanti capacità di spesa. In questo contesto fa riflettere il proposito di sviluppare sovranità tecnologica e digitale. “Sappiamo che ci sono Big Tech che patrimonializzano il doppio o il triplo del prodotto interno lordo di altri paesi. Il nostro Governo, però, sta lavorando a rendere la tecnologia aperta e accessibile, Q-Alliance, l’hub quantistico più potente al mondo, sarà una struttura estremamente aperta ed accessibile perché vogliamo imparare, crescere e costruire – ha spiegato a Start Magazine il sottosegretario Alessio Butti -. Dopodiché sui temi sovranità digitale e tecnologica credo che non ci sia stato governo, negli ultimi 20 anni, che abbia preso più seriamente questo impegno: cioè preservare la sovranità digitale, e lo stiamo facendo, per esempio, con le politiche del cloud, e anche per la sovranità tecnologica. Ma va da sé che nei 10-15 anni passati, l’Italia ha subito una sorta di embargo da parte di strutture esterne”.

Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica

L’ORIZZONTE DELLE POLITICHE DEL 2027

I progetti che hanno a che fare con la costruzione di infrastrutture tecnologiche e digitali necessitano di una programmazione di medio – lungo periodo. Gli esiti delle elezioni del 2027 sono, però, una variabile con cui fare i conti. “Siamo al Governo e pensiamo al futuro – ha concluso il sottosegretario Butti -. Incidentalmente ci saranno le elezioni e ne parleremo anche durante le elezioni. Con una garanzia però: questo Governo, rispetto ai precedenti, ha svolto un lavoro straordinario in materia di digitalizzazione. Nel mio intervento precedente in merito al ruolo da peace keeper del nostro paese devo ribadire che l’Italia è stata straordinaria, anche attraverso l’uso di infrastrutture digitali e tecnologiche nel mondo. Un tema di assoluto rilievo”.

Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica

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