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Non solo Usa e Russia, ecco la corsa all’arsenale nucleare della Cina. Report Sipri

L'arsenale cinese è ridotto rispetto a quello di Russia e Stati Uniti, ma Pechino ha aggiunto circa 100 nuove testate nucleari all’anno dal 2023, più rapidamente rispetto a qualsiasi altro Paese. Fatti, numeri e scenari dall'ultimo rapporto del Sipri

Le nove nazioni dotate di armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele – continuano ad aggiornare i propri arsenali nucleari, con Pechino che ha ampliato il suo arsenale nucleare con circa 100 nuove testate all’anno dal 2023, più rapidamente rispetto a qualsiasi altro Paese.

È quanto emerge dal rapporto annuale sugli arsenali strategici elaborato dallo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri). Nello specifico, Pechino è passata da circa 500 a oltre 600 testate nel 2025, secondo i nuovi dati del think tank svedese.

Del totale globale di circa 12.241 testate nucleari a gennaio 2025, circa 9.614 erano in scorte militari per un potenziale utilizzo, rileva il Sipri spiegando che gli stati dotati di armi nucleari stanno rafforzando i propri arsenali atomici e abbandonando gli accordi sul controllo degli armamenti, creando una nuova era di minaccia che ha posto fine a decenni di riduzioni delle scorte dalla Guerra Fredda.

Tutti i dettagli.

AUMENTANO LE TESTATE MANTENUTE IN MASSIMA ALLERTA

Il numero globale di testate nucleari nel 2025 ha raggiunto un totale stimato di 12.241, in calo rispetto alle 12.405 del 2024, secondo il rapporto dell’istituto di Stoccolma. Tuttavia, tale calo è dovuto esclusivamente allo smantellamento dei sistemi più vecchi da parte di Stati Uniti e Russia.

Le testate nucleari pronte all’uso sono aumentate  a 9.576, 86 tra il 2022 e il 2023, con circa duemila tenute in stato di massima allerta, per la maggior parte da Stati Uniti e Russia, rilevava due anni fa sempre il Sipri.

Oggi le testate nucleari dispiegate e mantenute in stato di massima allerta operativa su missili balistici sono circa 2.100 delle testate, quasi tutte appartenenti agli Stati Uniti o alla Russia. Il Sipri ha affermato che le tensioni globali hanno spinto i nove stati dotati di armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele – a pianificare di aumentare le proprie scorte.

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LA CORSA DELLA CINA ALL’AMPLIAMENTO DELL’ARSENALE NUCLEARE

In base al rapporto del Sipri, Russia e Stati Uniti detengono rispettivamente circa 5.459 e 5.177 testate nucleari, mentre Pechino dispone ad oggi di almeno 600 testate nucleari, con gli arsenali delle altre potenze restano sostanzialmente stabili. Il rafforzamento dell’arsenale della Cina non riguarda solo il numero di testate, ma anche la modernizzazione dell’intera filiera nucleare.

Dunque la Cina possiede ora più testate di Regno Unito e Francia messi insieme e sta espandendo il suo arsenale più rapidamente di qualsiasi altra nazione, osserva Breaking Defense.

A gennaio 2025, la Cina aveva completato o stava per completare circa 350 nuovi silos per missili balistici intercontinentali (ICBM) in tre regioni desertiche a nord e tre aree montuose a est. A seconda di come la Cina organizzerà le sue forze, potrebbe eguagliare il numero di missili balistici intercontinentali di Russia o Stati Uniti entro la fine del decennio.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI

“Stiamo assistendo a un importante aggiornamento industriale, dalle fabbriche agli impianti di riprocessamento e ai centri di simulazione utilizzati per certificare e sviluppare nuove armi”, ha commentato Hans Kristensen, ricercatore senior associato al programma sulle armi di distruzione di massa del Sipri e direttore del Progetto d’informazione nucleare della Federazione degli scienziati americani.

Dunque, anche se ha numeri ridotti rispetto a quello russo e americano, l’arsenale in più rapida crescita è quello cinese, con Pechino che aggiunge circa 100 nuove testate all’anno dal 2023.

CONTROTENDENZA NELLA RIDUZIONE DI ARMI NUCLEARI

“L’era della riduzione del numero di armi nucleari nel mondo, che durava dalla fine della Guerra Fredda, sta volgendo al termine”, ha affermato il SIPRI. “Al contrario, osserviamo una chiara tendenza alla crescita degli arsenali nucleari, a una retorica nucleare più incisiva e all’abbandono degli accordi sul controllo degli armamenti”.

Nel suo report il Sipri sostiene che Russia e Stati Uniti, che insieme possiedono circa il 90% di tutte le armi nucleari, hanno mantenuto relativamente stabili le dimensioni delle rispettive testate utilizzabili nel 2024. Tuttavia, entrambi stanno implementando ampi programmi di modernizzazione che potrebbero aumentare le dimensioni dei loro arsenali in futuro.

Anche l’India, si legge nel rapporto, sta intensificando gli sforzi per sviluppare missili a lungo raggio capaci di colpire l’intero territorio cinese. La crescente incertezza sul ruolo di Washington nella sicurezza dell’Asia – accentuata dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – sta inoltre alimentando il dibattito sul deterrente nucleare in Paesi come Giappone e Corea del Sud, afferma l’istituto di Stoccolma.

 

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