Dal fondo del mare ai ghiacci del Nord, la Marina Militare amplia il suo orizzonte strategico.
Il dominio subacqueo e l’Artico diventano frontiere complementari di sicurezza, ricerca e interesse geopolitico. È quanto emerso nel corso dell’evento “Un anno di comunicazione e valorizzazione del brand Marina Militare”, ospitato dal circolo Sottufficiali di Tor di Quinto a Roma.
In questa occasione, il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto, ha tracciato la rotta della forza armata dove dominio subacqueo e l’Artico diventano frontiere complementari di sicurezza, ricerca e interesse geopolitico.
Tutti i dettagli.
FOCUS SUBACQUEO
“Attualmente dipendiamo dalla Cina per i nostri metalli rari – ha ricordato il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare – ma vicino Genova ci sono aziende che coltivano in ambiente subacqueo. Dobbiamo capire perché e come valorizzare queste competenze”. Il riferimento è al potenziale delle tecnologie subacquee e all’esplorazione di risorse strategiche, un ambito in cui la Marina può diventare un attore chiave, non solo militare ma anche industriale e scientifico.
Senza dimenticare che l’Ammiraglio Berutti Bergotto è anche Presidente del Comitato di Direzione Strategica del Polo nazionale della Subacquea (PNS), inaugurato a fine 2023 a La Spezia. Il centro, sotto l’egida della Marina Militare che mette a disposizione gli spazi del Centro di supporto e sperimentazione navale, è nato per essere incubatore delle tecnologie per la sicurezza del dominio sottomarino con le sue infrastrutture critiche, dalle dorsali dei dati ai gasdotti.
A che punto è il Polo nazionale della Subacquea? Parla l’Ammiraglio Berutti Bergotto
L’ARTICOLO E IL MEDITERRANEO CHE CAMBIA
Non solo dimensione subacquea nel radar della Marina Militare. L’ammiraglio Berutti Bergotto ha puntato infatti l’attenzione anche sull’Artico, una regione che “si riscalda quattro volte più del resto del mondo” e che, proprio per questo, sta trasformando la geografia dei traffici globali.
“Si aprono rotte di comunicazione mai conosciute e mai trafficate – ha spiegato l’Ammiraglio – che permetteranno di raggiungere Tokyo, Londra o Amburgo con il 40% di tempo in meno”. Ma le nuove rotte artiche hanno un rovescio della medaglia: il rischio di marginalizzare il Mediterraneo e i porti italiani, con effetti diretti sull’economia nazionale.
“L’apertura di queste rotte inciderà sulla nostra blue economy che rappresenta circa il 20% della nostra economia”, ha ricordato l’ammiraglio. “Se il trend di riscaldamento continua, entro il 2100 molte delle nostre coste potrebbero essere sommerse. Ecco perché l’Artico è importante e va seguito con attenzione” ha concluso Berutti Bergotto.
IL RUOLO DI DIFESA SERVIZI
Alla riflessione strategica si è unito anche Gioacchino Alfano, presidente di Difesa Servizi S.p.A., la società in house del Ministero della Difesa che valorizza asset, brevetti e iniziative delle Forze Armate.
“Noi stiamo cercando di fare quello che è importante per il Paese: il Vespucci ci spinge a parlare di lui”, ha detto Alfano, ricordando il valore simbolico e operativo della nave scuola. Nel 2025, il tour del Vespucci ha rappresentato uno dei pilastri centrali della strategia di comunicazione della Marina Militare.
“Siamo chiamati a interpretare bene ciò che ci dicono i comandanti e a proporre nuove opportunità che si aggiungono alle attività istituzionali”. Difesa Servizi, ha aggiunto Alfano, sta ampliando la propria struttura e le sinergie con la Marina. L’obiettivo è di rendere più efficace la gestione di missioni, partnership e progetti economici collegati alla “famiglia militare”.
VERSO IL 2026: IL RITORNO DEL VESPUCCI NEGLI STATI UNITI
In chiusura, uno sguardo alle prossime tappe.
Nel 2026 il Vespucci tornerà protagonista con una missione negli Stati Uniti, dove porterà non solo la bandiera italiana ma anche il messaggio di una Marina che evolve e si proietta su nuovi scenari globali.