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Non solo Gcap, F-35 e Fremm. Perché servono più personale e risorse per la Difesa secondo Portolano

Che cosa ha detto il Capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolano, in audizione al Senato sul Documento programmatico per la Difesa per il triennio 2024-2026

Ci troviamo di fronte a “uno scenario di competizione permanente i cui effetti si riverberano tanto sul piano militare quanto in ogni altro settore di interesse nazionale, da quello economico a quello industriale, energetico e sociale”.

È quanto ha evidenziato il Capo di Stato maggiore della Difesa, gen. Luciano Portolano, in audizione stamani al Senato sul Documento programmatico per la Difesa (Dpp), per il triennio 2024-2026.

“Dalla prospettiva di Capo di Stato Maggiore della Difesa sono consapevole che nulla sarà più come prima e sono consapevole che le forze armate sono attese da un impegno gravoso e di lunga durata che richiederà l’impiego di personale, mezzi, materiali su ampia e crescente scala” ha esordito il generale Portolano.

Tra le priorità, il capo di Stato Maggiore della Difesa ha richiamato l’attenzione sulla necessità di incrementare gli organici del personale militare e le risorse finanziarie assicurandone al contempo la stabilità.

Tutti i dettagli.

L’EVOLUZIONE DEL CONTESTO GEOPOLITICO TRACCIATO DAL GENERALE PORTOLANO

“Siamo immersi in un contesto geopolitico estremamente complesso ed in continua e rapida evoluzione in cui le fondamenta dell’ordine mondiale sono minacciate da equilibri lacerati e da dinamiche di crescente competizione che caratterizzano le relazioni internazionali” ha spiegato il Capo di Stato Maggiore della Difesa citando i teatri di guerra in Ucraina, Medio Oriente e nel Mar Rosso.

E anche i regioni di “fondamentale interesse” per il nostro paese come il Mediterraneo allargato assistiamo a forme occulte di influenza e penetrazione strategica.

“Focolai di tensione nei Balcani, in Caucaso, nel Sahel e nell’Indo-Pacifico minacciano la stabilità dei paesi occidentali con forme di contesta sempre più aspre e pericolose e con azioni sotto la soglia del conflitto in modalità ibrida, sfruttando il potere dirompente delle azioni perpetrate nella sfera cognitiva. ma anche attraverso un uso estensivo dell’intelligenza artificiale, del machine learning e dell’analisi quantistica” ha proseguito il generale Portolano.

IL FONDO INVESTIMENTI DELLA DIFESA

Entrando nel dettaglio del Dpp 2024-2026, il capo di Smd ha ricordato la pianificazione dell’impiego “della dotazione del fondo investimenti della difesa pari a 22,5 miliardi di euro per il periodo 2024-2038 per supportare la programmazione operante con stanziamenti pari a 20.7 miliardi di euro”.

DIFESA AEREA E MISSILISTICA

Partendo dalle varie componenti, “alla luce delle lezioni apprese dai conflitti in corso, sottolineo gli interventi intrapresi per proseguire nell’ammodernamento delle capacità nazionali di difesa aerea e missilistica” ha spiegato il generale Portolano.

Tra questi, il numero uno dello Stato maggiore della Difesa ricorda “il programma Sol-Air Moyenne-Portée/Terrestre (Samp/t), frutto di una cooperazione tra Italia, Francia e Regno Unito, che vedrà, a breve, l’entrata in servizio della nuova generazione e l’acquisizione di una ulteriore batteria per l’Esercito Italiano, oltre alla fornitura del supporto logistico per i sistemi in inventario di esercito italiano e marina militare”.

Proseguendo nell’area interforze, “con i programmi satellitari per le comunicazioni (Sicral 3 – Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate e Allarmi) e per l’osservazione della Terra di terza generazione, l’obiettivo è preservare l’autonomia strategica nazionale, anche in un’ottica duale, acquisendo la capacità di analisi e predizione della minaccia e dei fenomeni naturali” ha proseguito Portolano. A quest’ultimo proposito, il generale ha ricordato “il programma per la messa in orbita dei satelliti “Sentinella”, volti a incrementare le capacità di monitoraggio della situazione nell’ambiente spaziale”.

ATTENZIONE AL DOMINIO SUBACQUEO

Allo stesso modo, “la tutela degli interessi nazionali non può prescindere dal presidio di ambienti di emergente rilevanza strategica” ha aggiunto il generale.

“Pertanto al dominio cyber e a quello spazio si affianca la rinnovata attenzione all’ambiente subacqueo, parte integrante del dominio marittimo, alla luce degli effetti derivanti dai recenti attacchi alle infrastrutture strategiche che ospita” sottolinea Portolano, citando l‘ultimo evento denunciato il 18 novembre scorso dalle autorità e governative di Helsinki e di Berlino, concernente il serio danneggiamento di un cavo sottomarino, che è parte delle più importanti infrastrutture digitali del Baltico.

VEICOLI SUBACQUEI AUTONOMI PER ISR

In tale ambito, il generale Portolano richiama l’attenzione sull’avvio di un “programma per lo sviluppo di mezzi e sistemi che assicurino una concreta sorveglianza e protezione delle infrastrutture critiche subacquee, prevedendo anche l’impiego di veicoli subacquei autonomi per ISR, Intelligence Surveillance Reconnaissance, per i quali è stato avviato uno specifico programma con un impegno programmato di 10 milioni per le attività preliminari di studi.”

FOCUS SUI PROGRAMMI DI COOPERAZIONE UE

Inoltre, nel Dpp risultano “promossi e sostenuti specifici programmi di sviluppo nell’ambito di iniziative dell’Unione Europea, Pesco, dello European Defence Industrial Development Programme, e nell’European Defence Fund (Edf), che spesso vedono l’Italia operare con la sua industria di riferimento quale Lead Nation.

LA COMPONENTE TERRESTRE

Per la componente terrestre, il generale Portolano ha ricordato “un primo intervento di ammodernamento di 125 carri “Ariete”, i programmi di acquisizione di un nuovo Main Battle Tank, incluse le versioni derivate di supporto al combattimento oltre che lo sviluppo di una piattaforma Army Armored Combat System”.

Questi programmi permetteranno di consolidare la partnership industriale con gli alleati europei, cui contribuisce la joint venture siglata il mese scorso  tra Leonardo e Rheinmethall, nell’ottica – come indicato dal Ministro Crosetto – di costituire un “Polo Industriale Europeo della Difesa Terrestre.

“Sempre in favore della componente terrestre – ha proseguito Portolano – lo sforzo della Difesa è orientato ad ammodernare e rinnovare i sistemi di Artiglieria in tutti i suoi segmenti, da quello pesante, con l’ammodernamento dell’obice semovente cingolato Pzh-2000, a quello medio, con l’acquisizione di un similare sistema d’arma ruotato, oltre che nel segmento leggero, mediante lo sviluppo dell’ultra light Howitzer-ulh, un obice leggero, avio/elitrasportabile e aviolanciabile. Inoltre, particolare attenzione viene riservata alla capacità di ingaggio di precisione in profondità mediante l’ammodernamento del multiple launch rocket system (Mlrs) e l’acquisizione del più moderno high mobility artillery rockets system (Himars).”

RINNOVAMENTO FLOTTA NAVALE

Passando alla componente marittima, il Capo di Stato maggiore della Difesa evidenziato “il rinnovamento e ammodernamento della flotta navale, con ulteriori due fregate Fremm Evo e lo sviluppo e l’acquisizione di unità navali per la difesa aerea (c.d. cacciatorpediniere Ddx), procedendo, al contempo, all’ammodernamento della Classe Orizzonte e allo sviluppo di 2 classi di pattugliatori, Ppx ed European patrol corvette (Epc). In merito all’Epc, mi preme evidenziare come esso rappresenti un concreto esempio di successo delle iniziative di procurement europeo, e che ha beneficiato di circa 200 milioni di euro da parte della Commissione Europea”.

L’IMPORTANZA DEL GCAP SECONDO IL CAPO SMD LUCIANO PORTOLANO

Con riferimento alla componente aerea, spiccano per rilevanza capacitiva, ritorni in termini industriali e di cooperazione nazionale, programmi di più ampio respiro come il Global Combat Air Program, il GCAP, volta alla concezione, sviluppo e acquisizione, in cooperazione con Regno Unito e Giappone, di un sistema di combattimento aereo di sesta generazione, capace di operare in ambienti altamente contesi e in scenari ad alta intensità.

“Tale progettualità, visto l’elevatissimo valore tecnologico, ha riflessi positivi anche nel quadro di una compiuta transizione digitale della componente militare con vantaggi per l’intero sistema paese” ha sottolineato Portolano.

F-35

Relativamente ai programmi di medio respiro, secondo il capoto di Stato Maggiore della Difesa “merita menzione il programma internazionale F-35 Joint Strike Fighter, il quale, come anticipato dal Signor Ministro della Difesa, vede l’acquisto di ulteriori 25 velivoli, portando il totale degli asset italiani da 90 a 115 in aderenza alle esigenze operative connesse con i nuovi presumibili scenari operativi futuri. Tale incremento, suddiviso in 15 velivoli F-35 A a decollo e atterraggio convenzionale e 10 F-35 B a decollo breve e atterraggio verticale impiegabili anche su nave Cavour e in futuro su nave Trieste che sarà consegnata alla Marina Militare il prossimo 7 dicembre, risponde ai requisiti qualitativi della NATO in termini di capacità stealth dei velivoli di quinta generazione”.

INCREMENTARE PERSONALE MILITARE

Tra le priorità “mi soffermo – continua il generale Portolano – sulla necessità di incrementare gli organici del personale militare, superando le riduzioni introdotte dalla legge 244 del 2012 che riflettevano esigenze derivanti da un momento storico e un contesto geopolitico ormai superati e di favorire il ringiovanimento dello strumento militare attraverso una revisione delle modalità di reclutamento e formazione. In merito richiamo la recente legge 119-22 finalizzata ad arrestare la progressiva contrazione degli organici in atto da oltre un decennio. Tale provvedimento normativo ha consentito infatti un incremento di 10.000 unità delle dotazioni organiche realizzato con l’adozione del decreto legislativo 185-2023 che ha riconfigurato lo strumento militare su un modello a 160.000 unità”.

Tuttavia, “tale modello risulta non essere più adeguato a tutelare pienamente i priorità di interessi strategici nazionali ed al contempo a soddisfare i numerosi impegni assunti in ambito internazionale, correntemente con il livello di ambizione del Paese” ha ammesso il capo di Smd.

IN DISCUSSIONE GLI INTERVENTI TECNICO-LOGISTICI MANUTENTIVI

Oltretutto, secondo Portolano “in questo modo viene seriamente messa in discussione la possibilità di assicurare gli adeguati interventi tecnico-logistici manutentivi e di salvaguardia dei necessari standard di sicurezza con un conseguente precoce invecchiamento dei mezzi e una maggiore onerosità del mantenimento dello strumento nel suo complesso. Ciò ha come prima conseguenza quella di contrarre significativi debiti manutentivi e di esporre a elevati rischi il personale che impiega i mezzi e utilizza le introspezioni”.

“Allo stesso modo si limita fortemente la possibilità di svolgere un’adeguata attività addestrativa requisito fondamentale per consentire al nostro personale di operare efficacemente e in sicurezza in operazione. e infine a dirette ripetizioni sulla disponibilità del carburante necessario per impiegare i mezzi terrestri, navi ed aerei, così come sulla possibilità di acquistare parti di rispetto per le manutenzioni. In sintesi, le scarse risorse attestate su questo settore di spesa inficiano pesantemente il raggiungimento della necessaria prontezza operativa dello strumento militare” puntualizza il capo di Smd.

LONTANI DAL 2% DEL PIL

Continuando con le riflessioni sull’adeguatezza degli stanziamenti, “pur nella consapevolezza dell’attuale severo scenario economico, reputo necessario proseguire nel percorso di crescita progressiva del bilancio della difesa in accordo anche con l’impegno assunto in ambito Nato di destinare il 2% del PIL alla difesa entro il 2028. Tuttavia le stime per i prossimi anni pari all’1,57% per il 2025, all’1,58% per il 2026 e l’1,61% per il 2027, ancorché in aumento, sono lontane dal conseguimento di quello che non costituisce più un semplice obiettivo ma un requisito minimo per garantire il funzionamento e l’ammodernamento dello strumento militare in un contesto globale, complesso e competitivo” ha precisato Portolano.

IL GENERALE PORTOLANO CITA L’ESEMPIO DI PARIGI CHE VIRA SULL’ECONOMIA DI GUERRA

Inoltre, riguardo alla spesa militare, il generale Portolano ha portato l’esempio ai parlamentari dell’approccio dei cugini d’Oltralpe, ovvero la Francia, che sta “procedendo verso un cambiamento radicale con un impegno senza precedenti per rafforzare il suo apparato militare orientando considerevoli sforzi finanziari e produttivi verso una cosiddetta economia di guerra”.

NON SOLO AUMENTO, MA STABILITÀ DELLE RISORSE PER LA DIFESA SECONDO IL GENERALE PORTOLANO

Pertanto “Ritengo necessario non solo incrementare gli stanziamenti ma anche conferire certezza e stabilità alle risorse e al riguardo il rifinanziamento del fondo relativo all’attuazione dei programmi di investimento pluriennale per le esigenze di difesa nazionale appare uno strumento necessario ma non ancora sufficiente a coprire integralmente le esigenze della difesa. Il finanziamento di tale fondo su base annuale non consente la copertura completa di molti programmi autorizzati, inducendo un rallentamento nel processo di sviluppo dello strumento militare che diventa così più oneroso e complesso. Anche le ricadute industriali occupazionali ne risentono, limitando le opportunità di crescita” ha concluso il generale Portolano.

 

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