“Sono abbastanza sicuro che la maggior parte di voi non abbia letto né sentito neanche un passaggio del discorso pronunciato ieri dal Segretario Generale della NATO a Chatham House. Ora una brava cantante italiana potrebbe replicare: “Sono solo parole”. Ma non lo sono. Quelli di Mark Rutte sono schiaffi in pieno volto, tentativi di rianimazione nei confronti di un’opinione pubblica occidentale per larga parte incapace di uscire dal dolce letargo degli ultimi decenni di pace. Per non parlare di molti dei suoi leader, impantanati in calcoli di breve respiro, col rischio (reale) di condannare i Paesi che governano ad arrivare col fiato corto ai piedi della salita. Quale? Quella traducibile con la parola “guerra”. Per quel che può servire, ho tradotto il suo intervento integralmente. Buona lettura”. (Dario D’Angelo su X)
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“Tra sole due settimane, presiederò il Vertice della NATO dei leader alleati all’Aia. E questo Vertice trasformerà la nostra Alleanza.
Costruiremo una NATO migliore. Una NATO più forte, più equa e più letale. Per continuare a mantenere la nostra gente al sicuro e i nostri avversari a distanza.
A causa della Russia, la guerra è tornata in Europa. Affrontiamo anche la minaccia del terrorismo. E una feroce competizione globale. La Russia si è alleata con Cina, Corea del Nord e Iran.
Stanno ampliando i loro eserciti e le loro capacità. La macchina da guerra di Putin accelera – non rallenta. La Russia sta ricostituendo le sue forze con tecnologia cinese e produce armi più rapidamente di quanto avessimo previsto.
In termini di munizioni, la Russia produce in tre mesi ciò che l’intera NATO produce in un anno. E la sua base industriale della difesa dovrebbe sfornare quest’anno 1.500 carri armati, 3.000 veicoli blindati e 200 missili Iskander.
La Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la NATO entro cinque anni.
Cinque anni.
Non prendiamoci in giro: siamo tutti sul fianco orientale ora.
La nuova generazione di missili russi viaggia a molte volte la velocità del suono. La distanza tra le capitali europee si misura in minuti. Non esiste più Est o Ovest – esiste solo la NATO.
Anche la Cina sta modernizzando e ampliando il suo esercito a una velocità vertiginosa. Ha già la marina militare più grande del mondo. E si prevede che la sua forza navale crescerà fino a 435 navi entro il 2030. La Cina sta anche espandendo il suo arsenale nucleare. E punta ad avere più di 1.000 testate nucleari operative, sempre entro il 2030.
Coloro che si oppongono alla libertà e alla democrazia si stanno trincerando. Si preparano a uno scontro di lungo periodo. E cercano di dominarci e dividerci. Nel 1936, Winston Churchill pose questa domanda durante un dibattito alla Camera dei Comuni: “Ci sarà tempo per mettere in ordine la nostra difesa? (…) Ci sarà tempo per fare questi sforzi necessari, o saranno registrate le terribili parole ‘troppo tardi’?”.
Questa è la domanda anche per la NATO oggi. La storia ci insegna che, per preservare la pace, dobbiamo prepararci alla guerra. I sogni a occhi aperti non ci terranno al sicuro. Non possiamo ignorare il pericolo. La speranza non è una strategia. La NATO deve diventare un’Alleanza più forte, più equa e più letale.
Una NATO più forte significa spendere molto di più per la nostra difesa. Tutti gli Alleati raggiungeranno quest’anno l’obiettivo iniziale di spendere il 2% del PIL in difesa. Fu un impegno preso già nel 2014. Ora abbiamo un piano concreto per il futuro. Sappiamo cosa ci serve. E sappiamo cosa fare. Al Vertice dell’Aia, mi aspetto che i leader alleati concordino di spendere il 5% del PIL in difesa. Sarà un impegno a livello NATO. E un momento decisivo per l’Alleanza.
Il nuovo piano di spesa si divide in due parti:
– Il 3,5% sarà investito nei requisiti militari fondamentali.
– Il resto andrà in investimenti per la sicurezza e la difesa, inclusa l’infrastruttura e la capacità industriale.
Il 5% non è una cifra tirata fuori a caso: è basata su fatti concreti. Il fatto è che serve un salto di qualità nella nostra difesa collettiva. Il fatto è che servono più forze e capacità per realizzare pienamente i nostri piani difensivi. Il fatto è che il pericolo non sparirà nemmeno quando finirà la guerra in Ucraina.
Le nostre decisioni sono guidate dai piani operativi della NATO e dagli obiettivi di capacità. Questi definiscono cosa devono fornire gli Alleati. E la scorsa settimana i Ministri della Difesa NATO hanno concordato nuovi obiettivi ambiziosi.
I dettagli sono classificati, ma abbiamo bisogno di:
- Un aumento del 400% nella difesa aerea e antimissile. Vediamo in Ucraina come la Russia semina terrore dal cielo. Rafforzeremo quindi lo scudo che protegge i nostri cieli.
- Migliaia di veicoli blindati e carri armati in più.
- Milioni di proiettili di artiglieria in più.
- Raddoppiare le capacità logistiche, di supporto medico, trasporti e forniture.
Gli Alleati investiranno in più navi da guerra e aerei. Solo per fare un esempio, gli Alleati degli Stati Uniti acquisteranno in totale almeno 700 caccia F-35. Investiremo anche in più droni e sistemi missilistici a lungo raggio. E aumenteremo gli investimenti in capacità spaziali e informatiche. È chiaro: se non investiamo di più, la nostra difesa collettiva non è credibile. Spendere di più non serve a compiacere nessuno. Serve a proteggere un miliardo di persone.
Gli Alleati faranno anche investimenti più ampi nella sicurezza, incluse le infrastrutture. Strade, ferrovie e porti sono importanti quanto carri armati, caccia e navi da guerra. Servono reti civili in grado di supportare la mobilità militare. Per portare le forze giuste, nel posto giusto, al momento giusto.
Il fronte interno e il fronte militare ormai coincidono. La guerra non si combatte più a distanza: società e forze armate sono unite.
Investiremo di più nella preparazione civile, affinché le nostre società siano pronte per un giorno che preghiamo non arrivi mai.
La NATO lavora 24 ore su 24 per impedire che quel giorno arrivi.
Aumenteremo anche le spese per difenderci da attacchi informatici, sabotaggi e altre minacce. E gli investimenti più ampi dovranno includere il rafforzamento della nostra base industriale della difesa. È chiaro che, in tutta l’Alleanza, non stiamo producendo abbastanza.
Aumentare gli investimenti in difesa significa aumentare anche la produzione. Più domanda deve significare più offerta – non prezzi più alti. Significa anche produrre in scala e con velocità. Ci serve capacità industriale grezza, come quella di Sheffield Forgemasters, che ho visitato stamattina con il Ministro della Difesa britannico John Healey.
Abbiamo bisogno di elettricità più economica, accesso ai minerali critici e maggiore know-how ingegneristico. Altrimenti, l’impegno a spendere il 5% del PIL andrà perso nei costi di produzione, invece che investito nella difesa. Espanderemo quindi la base industriale in tutta l’Alleanza. Sosterremo l’aumento della produzione, rimuoveremo le barriere alla cooperazione e sfrutteremo le tecnologie più avanzate.
Per citare l’ex Primo Ministro laburista Harold Wilson: “Voglio che la NATO costruisca il proprio futuro nel calore bianco dell’innovazione”.
Per restare avanti ai nostri avversari, dobbiamo sviluppare e adottare nuove tecnologie. Possono essere più economiche ed efficaci delle tradizionali armi pesanti. Sul campo in Ucraina, droni da 400 dollari usati bene abbattono carri armati russi da 2 milioni. Più spesa e più produzione significano deterrenza efficace, crescita economica e nuovi posti di lavoro. Il Vertice all’Aia lancerà un chiaro segnale all’industria. E l’industria dovrà raccogliere la sfida.
Rendere la NATO più forte significa investire e produrre di più. Rendere la NATO più equa significa riequilibrare il peso della sicurezza. Ogni Alleato deve fare la sua parte. Tutti beneficiamo della protezione dell’Alleanza transatlantica. Ed è fondamentale che ogni membro della NATO contribuisca equamente. Per troppo tempo l’America ha portato un peso eccessivo. Gli Alleati dell’America hanno spalle larghe, e l’Europa e il Canada faranno di più per la sicurezza comune. Con il pieno sostegno del fermo impegno americano verso la NATO.
E, oltre che più forte ed equa, la NATO sarà più letale. Sia chiaro: saremo sempre un’Alleanza difensiva.
Essere più letali significa rafforzare la deterrenza e la postura difensiva. Fornire ai nostri militari ciò di cui hanno bisogno per proteggerci. E dimostrare a ogni aggressore che possiamo – e sapremo – colpire più duramente. Con la nostra potenza militare e la determinazione a usarla, se necessario, nessuno dovrebbe nemmeno pensare di attaccarci.
Il Presidente Putin non si comporta come uno interessato alla pace. La Russia continua a colpire obiettivi civili in Ucraina, giorno e notte. Una violenza fine a sé stessa. Sosteniamo pienamente gli sforzi del Presidente Trump per fermare lo spargimento di sangue. Il popolo ucraino merita una pace giusta e duratura. Il sostegno della NATO all’Ucraina continua – pratico e politico. Non per prolungare la guerra, ma per permettere all’Ucraina di difendersi oggi e prevenire aggressioni future. La NATO è al fianco dell’Ucraina, ora e nelle sfide a venire.
In un’epoca di incertezza, il legame transatlantico è essenziale. E l’impegno duraturo di tutti gli Alleati all’Articolo 5 – che un attacco a uno è un attacco a tutti – è un messaggio potente.
Ci difenderemo contro ogni minaccia, da qualunque direzione arrivi.
La storia ha dimostrato che Nord America ed Europa, insieme, sono una combinazione vincente. Il vertice si terrà a Churchillplein – Piazza Churchill. Il suo spirito da bulldog vive oggi nella NATO. Abbiamo fiducia, impegno e coraggio per fare tutto il necessario a difesa del nostro stile di vita. Non ci sono seconde possibilità in materia di sicurezza. E quindi, all’Aia, porteremo risultati.
Gli amici sanno essere franchi tra loro. E dovremo prendere decisioni difficili. Ma non perdiamo di vista cosa c’è in gioco: la sicurezza di un miliardo di persone, su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Insieme, assicureremo la pace attraverso la forza.
Insieme, renderemo l’Alleanza più forte, più equa e più letale.
E insieme, costruiremo una NATO migliore”.
(Estratto dal profilo X del giornalista Dario D’Angelo, curatore di un blog indipendente)