Dalla ministeriale di Brema un budget record per l’Esa con Italia, Francia e Germania che hanno indicato la via da seguire.
Si è conclusa ieri a Brema la riunione del Consiglio a livello ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), nella quale i paesi membri hanno definito il percorso di sviluppo dei prossimi programmi spaziali del nostro continente.
In particolare, i Paesi europei hanno deciso di incrementare del 30% gli investimenti spaziali per il prossimo triennio, portandoli a 22,1 miliardi di euro. Il budget Esa per il prossimo triennio è un risultato “eccezionale” e dimostra che “lo spazio è estremamente attrattivo e necessario per la società” oltre che “sempre più importante per la sicurezza e la difesa”, ha dichiarato il direttore generale dell’Agenzia Spaziale Europea, Josef Aschbacher, rilevando che “per la prima volta” la decisione finale sul contributo complessivo dei Paesi membri è quasi in linea con la proposta iniziale fatta dal direttore generale all’apertura della conferenza: “In genere raggiungiamo il 90% o forse il 93% come avvenuto nel 2022”.
L’Italia emerge come uno dei protagonisti della ministeriale e assume ufficialmente la presidenza della prossima conferenza, prevista nel 2028 e ospitata nel nostro Paese. Durante i lavori sono state anche annunciate le nazionalità dei tre astronauti europei che parteciperanno alle future missioni lunari del programma Artemis della Nasa. Tra questi anche un italiano che sarà scelto tra Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. La selezione dei nomi relativi avverrà nei tempi e nei modi complessi che vedono la scelta, spiega l’Agenzia spaziale italiana (Asi).
Tutti i dettagli.
IL BUDGET ESA PER IL PROSSIMO TRIENNIO
Il budget Esa per il prossimo triennio arriva alla cifra record di 21,44 miliardi di euro con un energico balzo in avanti rispetto ai 16,9 miliardi di euro sottoscritti nel 2022 e ai 14,5 miliardi di euro nel 2019. Il bilancio rappresenta dunque un aumento di oltre il 30% rispetto al bilancio 2023-2025.
Questo aumento di potenza europea dovrebbe in qualche modo ridurre il divario nella spesa spaziale rispetto alle principali potenze mondiali. Ad oggi, la spesa pubblica europea nel settore spaziale rappresenta lo 0,06% del Pil, dietro a Cina (0,08%), Russia (0,17%) e Stati Uniti (0,27%), evidenzia La Tribune.
CONTRIBUTO ITALIANO: ROMA SI POSIZIONA SUL PODIO INSIEME A PARIGI DIETRO BERLINO
Per il nostro Paese l’impegno si è attestato a 3,5 miliardi di euro per i prossimi tre anni, contributo che assesta l’Italia ancora una volta tra i primi tre contributori dell’Esa con la Germania saldamente in prima posizione, con 5,1 miliardi di euro e la Francia con 3,7 miliardi di euro.
Rispetto alla scorsa tornata ministeriale il nostro Paese ha incrementato il proprio impegno di circa 500 milioni di euro, passando dai poco più di 3 miliardi agli attuali 3,5 pari a circa il 13% di incremento. Un contributo che ha rispettato le aspettative per il coinvolgimento dell’Italia in Europa.
“L’Italia torna protagonista nello Spazio europeo contribuendo in modo significativo alle determinazioni della Ministeriale dell’Esa”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy e Autorità delegata per lo spazio, Adolfo Urso, a conclusione dei lavori del Council Meeting at Ministerial Level 2025 dell’Esa di Brema.
“Lo dimostrano l’ingresso di un astronauta italiano tra i tre europei destinati alla missione lunare Artemis e la decisione di aumentare il nostro contributo all’Agenzia Spaziale Europea di oltre il 13%, portandolo a 3,5 miliardi: una cifra mai raggiunta dal nostro Paese, un impegno che ha superato le aspettative della stessa Esa e che assicurerà la copertura integrale di tutti i programmi per noi prioritari e che hanno importanti ricadute industriali nel nostro Paese: dall’accesso allo spazio con Vega e Ariane all’esplorazione della Terra, dalla navigazione alle comunicazioni in sicurezza, fino agli esperimenti spaziali” ha concluso il ministro.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE ASI
Gli fa eco il presidente dell’AsiTeodoro Valente: “Una ulteriore conferma è data dalle significative risorse investite dal nostro Paese, a livello nazionale, europeo ed internazionale negli ultimi anni grazie all’azione sinergica dell’Esecutivo e del Comint in coordinamento con l’Asi. La road map tracciata a Brema segue, quindi, il nostro auspicio di rafforzare le basi, in un settore sempre più competitivo e strategico a livello globale, per un solido e proficuo sviluppo, istituzionale e commerciale, anche con l’ingresso di nuovi attori, avendo il comune obiettivo di concorrere al raggiungimento di una sempre più ampia autonomia e resilienza europea nello Spazio. Prossimo appuntamento in Italia per il consiglio ministeriale del 2028”.
I PROGRAMMI FINANZIATI
Nello specifico, i ministri hanno concordato di spendere 4,4 miliardi di euro per il trasporto spaziale, con un aumento del 20% rispetto al periodo precedente, e 3,5 miliardi di euro per l’osservazione della Terra, con un aumento del 16%, 2,1 miliardi di euro per le comunicazioni sicure e 900 milioni di euro per lo sviluppo di lanciatori europei.
L’ESA ACCELERA SULLA DIFESA CON IL PROGRAMMA ERS
E in questo nuovo corso per lo spazio europeo con una crescita del 30% di investimenti, un tassello fondamentale è il nuovo progetto di osservazione della Terra a duplice uso dell’Esa, denominato “European Resilience from Space”, che potrebbe avere applicazioni sia civili che militari.
D’altronde l’Esa ha ricevuto “un chiaro mandato di difesa e sicurezza dai suoi Stati membri”, ha ribadito il dg Aschbacher. Si tratta della prima capacità esplicitamente di livello militare sviluppata dall’Esa, e lo sviluppo è stato condotto in stretta collaborazione con la Commissione europea, ha spiegato Aschbacher
Il progetto European Resilience from Space (ERS) proposto dall’agenzia ha ottenuto quasi tutti i finanziamenti richiesti, evidenzia il Financial Times. Mira a creare un “sistema di sistemi” di livello militare che metta in comune le risorse spaziali nazionali per fornire capacità di sorveglianza, comunicazione e navigazione sicure, nonché l’osservazione della Terra a fini climatici.
In un’Europa chiamata a confrontarsi con la competizione tra potenze spaziali e con l’emergere di nuove minacce ibride in orbita, l’Ers evidenzia quanto il rapporto tra spazio e difesa sia ormai diventato strutturale.



