È toccato al capo del gruppo parlamentare dell’Unione, Jens Spahn, riaccendere il dibattito sul servizio militare obbligatorio in Germania, proponendo l’avvio immediato di una fase di preparazione per un suo possibile ritorno. “È necessario creare una struttura all’interno dell’esercito federale che consenta un rapido ritorno al servizio militare obbligatorio”, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Rheinische Post nel fine settimana. Spahn ha sottolineato che non si tratta di un’operazione immediata, ma di un processo che richiede pianificazione e infrastrutture adeguate. Alla base della proposta, la necessità di rafforzare la capacità difensiva del paese, anche attraverso l’ampliamento delle forze armate con un incremento di circa 60.000 unità per la Bundeswehr.
NIENTE OBBLIGO PER LE DONNE IN QUESTA LEGISLATURA
Nel dettaglio, Spahn ha chiarito che l’eventuale reintroduzione del servizio obbligatorio, per ora, riguarderebbe solo gli uomini. Secondo la legge fondamentale tedesca, infatti, l’obbligo di leva può essere imposto esclusivamente ai cittadini maschi. Per estenderlo anche alle donne, sarebbe necessaria una modifica costituzionale, che richiede la maggioranza qualificata dei due terzi sia al Bundestag che al Bundesrat. “Non vedo realisticamente una tale modifica possibile nei prossimi quattro anni”, ha ammesso Spahn, escludendo quindi questa opzione nel corso dell’attuale legislatura.
Ciononostante, l’idea di coinvolgere anche le donne nel servizio militare trova sostenitori all’interno della stessa CDU. L’ex ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer si è detta favorevole a una leva universale, sottolineando che, alla luce del calo demografico, non sarà possibile escludere nessun gruppo. “Alla fine ci chiederemo se possiamo permetterci di rinunciare a qualcuno. Anche le donne dovrebbero essere incluse nel servizio obbligatorio”, ha affermato in un’intervista alla Berliner Zeitung. Kramp-Karrenbauer si è unita al coro di chi auspica di avviare quanto prima i lavori preparatori per una reintroduzione della leva.
IL CONTRATTO DI COALIZIONE LASCIA LA PORTA APERTA
Nel contratto di coalizione siglato tra l’Unione e l’Spd il servizio militare obbligatorio non viene menzionato in modo esplicito. Tuttavia, il documento prevede la creazione di un “nuovo servizio militare attraente, inizialmente basato sul volontariato”. La formulazione lascia aperta la possibilità di una futura transizione verso modelli più rigidi, qualora il reclutamento volontario non bastasse a coprire il fabbisogno delle forze armate.
Il ministro della Difesa Boris Pistorius, uno dei leader del Partito socialdemocratico, ha ribadito in diverse occasioni che il modello volontario rappresenta una priorità, ma solo a condizione che risulti sufficiente a garantire la disponibilità di truppe. Anche la presidente del Bundestag, Julia Klöckner (Cdu), ha richiamato l’attenzione sul termine “inizialmente” presente nell’accordo di coalizione, osservando che questo non esclude la possibilità di un ritorno all’obbligatorietà. Klöckner si è tuttavia dichiarata personalmente più incline a sostenere una forma di servizio civile obbligatorio, che comprenda anche altri ambiti del tessuto sociale oltre a quello militare.
PRESSIONI PER UNA RIFORMA STRUTTURALE DEL SISTEMA
Il dibattito non è ovviamente confinato al mondo politico. Sulla stessa linea di Spahn si è espresso Henning Otte, commissario per le forze armate del Bundestag, che ha sottolineato l’urgenza di assicurare la difesa del paese anche tramite meccanismi obbligatori. “Se non ci saranno abbastanza volontari, allora sarà necessario introdurre elementi di obbligatorietà”, ha affermato in un’intervista al Welt am Sonntag. La sua posizione riflette una preoccupazione condivisa da numerosi esponenti della Cdu: la percezione che le attuali capacità della Bundeswehr siano insufficienti ad affrontare le sfide della sicurezza europea e globale.
Di segno opposto, almeno per il momento, la posizione del gruppo parlamentare Spd. Falko Droßmann, portavoce socialdemocratico per la politica di difesa, ha ribadito che l’impegno del partito è concentrato sul rafforzamento del modello volontario. “Lavoriamo duramente per motivare giovani uomini e donne a servire nelle nostre forze armate”, ha spiegato, sottolineando l’importanza di migliorare le infrastrutture della Bundeswehr e di offrire prospettive di carriera più attraenti e flessibili. Secondo Droßmann, puntare esclusivamente su misure coercitive rappresenterebbe una semplificazione eccessiva del problema.
NEL MIRINO LA DATA DEL 2026 PER L’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEVA OBBLIGATORIA IN GERMANIA
Mentre le opinioni politiche continuano a divergere sul metodo da adottare, sembra ormai maturo il consenso sulla necessità di una riforma sostanziale del sistema di reclutamento. Durante la precedente legislatura, non era stato possibile approvare un nuovo quadro normativo, ma ora il governo Merz intende accelerare i tempi. Pistorius si è detto fiducioso che una nuova legge sul servizio militare obbligatorio possa essere approvata in tempi rapidi e ha indicato gennaio 2026 come data possibile per la sua entrata in vigore.
Il ritorno alla leva obbligatoria, in qualsiasi forma, rappresenterebbe un passaggio significativo nella politica di sicurezza tedesca, a distanza di oltre un decennio dalla sua sospensione nel 2011. In un’Europa attraversata da nuove tensioni geopolitiche, la Germania è ormai impegnata a interrogarsi sul ruolo e sulla prontezza del proprio apparato militare a lungo trascurato, e ad avviare una revisione profonda delle politiche difensive. La reintroduzione del servizio di leva è solo un tassello di un mosaico più ampio.