“I droni stanno già ridefinendo la guerra. Avere difese contro i droni non è più un optional per nessuno”.
È quanto ha affermato l’Alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas, presentando “Roadmap per la preparazione alla difesa” insieme alla Vicepresidente esecutiva della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia Henna Virkkunen, e il Commissario europeo per la difesa e lo spazio Andrius Kubilius.
Ieri la Commissione europea ha presentato infatti una nuova tabella di marcia per potenziare le capacità di difesa dell’Europa entro il 2030, un obiettivo che comporta significative implicazioni politiche, militari ed economiche per tutti gli Stati membri. La presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato che “le recenti minacce hanno dimostrato che l’Europa è a rischio” e che la priorità resta “proteggere ogni cittadino e ogni centimetro del nostro territorio”.
E come proteggerlo se non – anche – attraverso un “muro di droni”. Nel documento, che sarà discusso la prossima settimana dal Consiglio europeo, la roadmap individua quattro iniziative faro: un sistema europeo di difesa anti-droni (non più definito come “muro” quindi, ma con finalità analoghe), la garanzia di sicurezza sul fianco orientale dell’Unione, lo scudo aereo europeo e uno scudo spaziale.
Tutti i dettagli.
URGENTE IL MURO DI DRONI (ANCHE SE NON SI CHIAMA PIÙ COSÌ)
Nello specifico, la Commissione ha affermato che due “progetti di punta” sono particolarmente urgenti: l’Iniziativa europea per la difesa dai droni, precedentemente nota come “muro dei droni”, e la sorveglianza del fianco orientale, che mira a “rafforzare i confini orientali dell’Ue via terra, aria e mare”. Secondo l’esecutivo europeo, entrambi i progetti dovrebbero raggiungere la capacità iniziale entro la fine del prossimo anno.
“Le capacità anti-droni saranno progettate come un sistema multistrato tecnologicamente avanzato con capacità anti-droni interoperabili per il rilevamento, il tracciamento e la neutralizzazione, nonché capacità di colpire obiettivi terrestri sfruttando la tecnologia dei droni per attacchi di precisione”, si legge nel documento.
Inoltre, prosegue “La capacità anti-droni dovrebbe essere pienamente interoperabile e connessa tra gli Stati membri, fornendo una consapevolezza situazionale europea e la capacità di agire congiuntamente e proteggere le infrastrutture critiche insieme alla Nato”.
COME FUNZIONERANNO QUESTI PROGETTI
Ogni progetto di punta, con una tempistica delineata nel documento, sarà guidato da uno Stato membro, supportato dalla Commissione, e colmerà le lacune in termini di capacità senza creare una struttura operativa.
I leader dei 27 governi membri dell’Ue decideranno se approvare le proposte di punta e concordare chi gestirà i progetti che ottengono il finanziamento.
Il Commissario europeo per la Difesa Andrius Kubilius ha definito la tabella di marcia un “mega-piano di consegna, con calendari, obiettivi e obblighi di rendicontazione chiari”. “Ecco perché possiamo definire oggi un giorno di consegna, o un D-Day per la consegna”, ha spiegato Kubilius.
COSTI E RISORSE
Se Bruxelles ha dettagliato scopi e obiettivi, tuttavia non ha fissato un prezzo per i progetti, sottolinea Reuters. Kubilius ha affermato che i membri dell’Ue dovranno prima concordare i dettagli dei progetti prima che i costi possano essere stima, precisando che “non stiamo parlando di centinaia di miliardi”.
Il commissario alla Difesa ha affermato che i paesi dell’Ue potrebbero utilizzare i bilanci nazionali per la difesa, che sono aumentati rapidamente negli ultimi anni, e fondi come il programma di prestiti Safe dell’Ue da 150 miliardi di euro lanciato quest’anno.
LA CORSA TECNOLOGICA
Allo stesso tempo, come emerso dal conflitto russo-ucraino, la trasformazione tecnologica del campo di battaglia impone un ripensamento anche dei processi industriali e degli appalti militari, per consentire all’Europa di tenere il passo con la rapidità dell’innovazione e con l’evoluzione delle minacce. Come ha affermato Uwe Horstmann, nuovo capo della start-up tedesca che sviluppa droni Stark, citato proprio dal Financial Times, “l’Europa deve ripensare gli appalti militari per stare al passo con il mondo in rapida evoluzione della guerra con i droni”.
ULTERIORI MISURE PER CONTRASTARE I DRONI ATTUATE ANCHE DALLA NATO
Infine, anche la Nato “attuerà una serie di misure aggiuntive contro i droni che rafforzeranno, amplieranno e accelereranno la nostra capacità” di contrastarli. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Mark Rutte, durante una conferenza stampa al termine della riunione dei ministri della Difesa della Nato a Bruxelles. “All’inizio di questo mese, nove alleati si sono riuniti in Ucraina per sostenere la capacità della Danimarca di contrastare potenziali minacce poste dai droni. Ritengo che questo sia un esempio significativo della cooperazione rapida ed efficace resa possibile dalla Nato”, ha affermato Rutte.
Intanto con la Roadmap per la preparazione alla difesa, Bruxelles tenta un delicato equilibrio: rafforzare la sicurezza europea senza intaccare le prerogative nazionali in materia militare. Ma la rapidità con cui si evolvono le minacce, in particolare nel dominio dei droni, impone un’accelerazione.