L’Italia vira sulle connessioni sicure da Starlink di Elon Musk alla francese Eutelsat?
L’operatore satellitare francese Eutelsat sta avendo “colloqui molto positivi” con il governo italiano per fornire sistemi per comunicazioni satellitari sicure come parte di un’operazione che potrebbe sostituire l’offerta fatta da Starlink di Elon Musk, secondo quanto riportato dai media giovedì.
L’amministratore delegato di Eutelsat, Eva Berneke, ha dichiarato a Bloomberg Television in un’intervista che la società sta avendo negoziati molto positivi con l’Italia e ha sempre avuto buoni rapporti con Roma, esprimendo la speranza che continueranno in futuro, alla domanda se un accordo sia vicino.
A inizio anno è emerso che l’Italia stava puntando a Starlink per le comunicazioni governative sicure. In conferenza stampa a gennaio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha difeso le interlocuzioni del governo con SpaceX, affermando che il sistema Starlink non ha “alcuna alternativa pubblica”.
Il 5 marzo Reuters ha rivelato che l’operatore satellitare francese è tra le aziende che sono in trattative con il governo italiano per fornire sistemi per comunicazioni satellitari sicure, secondo due fonti vicine alla questione.
Ma fonti dell’esecutivo, ieri sera, hanno smentito: “Le notizie su presunte trattative tra il governo italiano ed Eutelsat non corrispondono al vero. Al momento, non sono in corso trattative con Eutelsat né con altre aziende del settore. Qualsiasi eventuale decisione in questo ambito verrà presa nel pieno rispetto delle procedure istituzionali e con la massima trasparenza”, rileva oggi il Corriere della Sera.
Nel frattempo, proprio ieri l’Aula della Camera ha approvato il ddl Spazio, il provvedimento che rafforza la Space Economy voluto dal ministro Urso, accompagnato da polemiche politiche alimentate anche dal super muskiano Andrea Stroppa, principale collaboratore di Elon Musk in Italia.
Tutti i dettagli.
LA CONFERMA DELLE INTERLOCUZIONI CON L’ITALIA DI EUTELSAT
Da inizio settimana le azioni di Eutelsat, terzo operatore satellitare al mondo e un concorrente di Starlink di Elon Musk, sono salite alle stelle sulla notizia delle trattative con l’Ue per potenziare l’Internet satellitare in Ucraina grazie al suo sistema OneWeb.
“I contatti che abbiamo avuto con il governo indicano che l’Italia ha necessità di una costellazione di satelliti, e che sta valutando le sue opzioni”, ha detto a Bloomberg la ceo Berneke ricordando che “abbiamo una collaborazione di lunga data con Telespazio e gli italiani e stiamo approfondendo questo legame”.
Senza dimenticare che nel 2020 anche Tim ha siglato un accordo strategico con Eutelsat Communications per ampliare la propria offerta di servizi in banda ultralarga attraverso la tecnologia satellitare, in linea con l’obiettivo di “chiudere progressivamente il digital divide in Italia a partire dal 2021 e coprire in questo modo anche le zone più isolate e remote del Paese”.
EUTELSAT VS STARLINK: NUMERI A CONFRONTO
Ad oggi Eutelsat gestisce 35 satelliti geostazionari, che orbitano a 35.000 km sopra la Terra, e circa 630 satelliti in orbita terrestre bassa della costellazione OneWeb, acquisita nel 2023, che orbitano a circa 1200 km sopra la Terra. Eutelsat afferma che per gli utenti in Europa offre le stesse capacità di Starlink in termini di copertura e latenza, riporta Reuters.
I satelliti in orbita terrestre bassa di OneWeb sono gli stessi di Starlink di SpaceX, la cui costellazione di circa 7.000 satelliti fornisce accesso a Internet in 125 paesi. Ad oggi OneWeb è la seconda costellazione Leo più grande al mondo dopo Starlink di SpaceX, nonostante sia meno di un decimo delle sue dimensioni, ma in termini di latenza e scalabilità Starlink è in vantaggio.
Inoltre, anche SpaceX vanta una partnership con Telespazio (jv tra Leonardo al 76% e la francese Thales al 33%), siglato lo scorso giugno per integrare proprio Starlink nella rete globale di connettività ibrida e potenziare l’offerta di servizi di comunicazione a clienti istituzionali e industriali dei settori energetico e marittimo. Tra questi anche la Difesa. Ma non è bastato per far propendere definitivamente Roma sul servizio di Musk.
L’ITALIA MOLLA STARLINK?
Secondo Bloomberg, il governo Meloni ha sempre più dubbi sulla chiusura di un accordo da 1,5 miliardi di euro con Starlink di Elon Musk, alla luce del percepito disimpegno americano nei confronti della sicurezza europea, secondo quanto riferiscono fonti.
Proprio Elon Musk, stretto alleato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è anche visto come un partner inaffidabile da alcuni nell’amministrazione Meloni, hanno affermato le fonti di Bloomberg.
La questione è stata sollevata durante un incontro con i ministri martedì, quando Meloni ha affermato che il cambiamento della geopolitica richiedeva la ricerca di valide alternative a SpaceX, secondo fonti vicine riprese dall’agenzia. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tra coloro che sostengono fermamente la considerazione di opzioni diverse, hanno affermato le fonti, come si può desumere indirettamente anche da recenti interventi pubblici del capo dello Stato. In occasione di un discorso all’università di Marsiglia a inizio febbraio, Mattarella ha parlato del pericolo rappresentato dai “neo-feudatari del Terzo millennio” e “novelli corsari”,un riferimento velato (ma nemmeno troppo) a Elon Musk. E non era la prima volta che il capo dello Stato si rivolgeva al patron di SpaceX.
IL COMMENTO DEL MUSKIANO STROPPA
Non si è fatta attendere – sulle indiscrezioni relative a Eutelsat-governo – la reazione di Andrea Stroppa, principale referente in Italia di Elon Musk, che su X commenta con “Wow” il post di un utente che scriveva “l’Italia ha deciso di pugnalare alle spalle Elon Musk, sostituendo Starlink con un concorrente”.
https://twitter.com/andst7/status/1897625368317550800
FOCUS DI EUTELSAT SU IRIS2
Tornando all’eventuale accordo tra Eutelsat e il nostro paese, riguardo l’ipotesi di una rete satellitare solo per l’Italia, la ceo dell’operatore francese ha precisato che “le costellazioni satellitari non hanno senso per un singolo Paese. Orbitano attorno al globo e serve un investimento iniziale almeno fra i sei e gli otto miliardi. Farlo per un singolo Paese non ha senso, quello che ha senso è una collaborazione e come è noto abbiamo Iris 2, in cui l’Italia è un partner chiave”.
Quella che è ormai considerata la risposta europea a Starlink, ovvero Iris2 – acronimo di infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite, è il programma lanciato dalla Commissione europea per dotare l’Ue di una costellazione satellitare che fornisca connessioni a Internet via satellite. La rete includerà 270 satelliti in orbita terrestre bassa e 18 satelliti in orbita terrestre media.
A dicembre, Bruxelles si è impegnata in un progetto da 10,6 miliardi di euro per sviluppare una rete satellitare europea in grado di rivaleggiare con Starlink di Musk, con il 61% finanziato dall’Europa e da enti come l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e il resto proveniente dal consorzio industriale SpaceRise, guidato da Eutelsat, Ses e l’operatore spagnolo Hispasat.
Il problema è che il progetto Ue non sarà pronto per funzionare prima del 2030, data entro la quale Starlink (e forse il Progetto Kuiper finanziato da Jeff Bezos) sarà estremamente ben consolidato, considerando che SpaceX ha già dispiegato 7mila satelliti Starlink nello spazio (la metà di quelli in orbita).
L’APPROVAZIONE DEL DDL SPAZIO
Intanto, ieri l’aula della Camera ha approvato il ddl sulla space economy, la prima legge italiana sullo spazio, con 133 voti favorevoli, 89 contrari e due astensioni. Il provvedimento, che punta a promuovere gli investimenti nella nuova economia dello spazio, per accrescere la competitività nazionale, passa ora all’esame del Senato.
Fin da subito gli articoli 25 e 26 del disegno di legge hanno suscitato perplessità perché considerati secondo alcuni settori dell’opposizione un assist proprio a SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk.
Un emendamento del Pd all’articolo 25 a prima firma di Andrea Casu chiedeva che nella gestione siano prediletti i “soggetti appartenenti all’Unione europea” e solo in caso di “comprovata impossibilità” quelli dell’Alleanza Atlantica. Un decisivo cordone rispetto alla formulazione presente nel ddl, che apre indifferentemente tanto agli europei che ai membri Nato. L’emendamento è stato subito giudicato dagli osservatori come “Anti-Musk”. L’emendamento però non è passato: il governo ha dato infatti parere negativo.
LA CONTRARIETÀ DELLE OPPOSIZIONI
E ieri in Aula alla Camera, la deputata del Partito democratico, Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri, durante la discussione del disegno di legge Spazio, ha ribadito la contrarietà alla mossa del governo.
“Ritengo che il nostro emendamento – ha affermato la parlamentare dem – sollevi una questione fondamentale di sovranità e di politica industriale. L’Italia vanta un sistema industriale d’avanguardia anche nel settore dell’economia dello spazio, come riconosciuto recentemente dalla Presidente del Consiglio, che ha elogiato il lancio in orbita di Lugre definendolo un’eccellenza italiana. Dopo 26 mesi consecutivi di calo della produzione industriale, il Parlamento si appresta a varare una legge innovativa e tempestiva sul tema dell’economia dello spazio. Tuttavia, risulta incomprensibile la scelta della maggioranza di respingere un emendamento di buon senso, che non esclude la Nato, ma che pone come prioritaria la produzione europea, privilegiando aziende italiane o con forti legami con il nostro Paese. Solo in caso di impossibilità tecnologica si prevederebbe il ricorso ai partner Nato”.
Anche Fabrizio Benzoni, deputato di Azione ha dichiarato: La maggioranza “respinge il nostro emendamento al ddl Spazio con cui volevamo evitare di consegnare la sicurezza del Paese ai privati”.