La legge italiana ha aperto le porte della Space Economy alle aziende e alle imprese private. La corsa allo Spazio diventa così un terreno concreto di sviluppo industriale una rivoluzione che proietta l’Italia tra le potenze capaci di operare oltre l’atmosfera. La costellazione di costellazioni di satelliti, Iride, potrebbe essere un passo concreto verso una nuova era di commercializzazione dello Spazio: la new Space Economy.
Promosso dal Governo italiano, coordinato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e realizzato con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Iride è uno dei programmi spaziali europei più importanti per l’osservazione della Terra.
L’Agenzia Spaziale Italiana sta valutando la possibilità di utilizzare utilizzare e i dati e i prodotti, i servizi di Iride anche per il mercato commerciale. La sfida sarà sfruttare il genio italiano per competere con i colossi americani dell’aerospazio.
Sono solo alcuni degli spunti emersi nel corso del webinar, “Iride, la Terra vista dallo Spazio”, organizzato da Start Magazine. (Qui per rivedere la diretta streaming).
LA LEGGE ITALIANA E IRIDE PORTERANNO LE PMI NELLO SPAZIO?
Aziende e imprese private potranno entrare nella Space Economy, operando nello Spazio in autonomia e sicurezza. È la novità principale introdotta dalla legge italiana sullo Spazio, ai blocchi di partenza. “Il Governo sta scrivendo i decreti attuativi per rendere operative le risorse economiche e gli investimenti che sosterranno l’economia dello Spazio. La legge ci permette di competere con i colossi americani, puntando sul genio italiano”, ha affermato Andrea Mascaretti, presidente dell’intergruppo parlamentare per la Space Economy, sottolineando le applicazioni nel settore marittimo, nel monitoraggio delle infrastrutture critiche e difesa.
IRIDE IN RAMPA DI LANCIO
L’osservazione della Terra potrà presto contare su un nuovo alleato: attualmente in fase di sviluppo, Iride è una costellazione satellitare che sarà completato entro il 2026. Progettata come una “costellazione di costellazioni”, Iride è composta da diversi sotto-costellazioni di satelliti posizionati in orbita bassa terrestre (LEO), il cosiddetto Upstream Segment, dall’infrastruttura operativa a terra (Downstream) e dai servizi destinati alla Pubblica Amministrazione italiana (Service Segment).
Un innovativo sistema di osservazione della Terra che garantirà immagini e informazioni più affidabili, precise e rapide. Al tempo stesso, il progetto è un catalizzatore della crescita industriale italiana. “Iride sviluppa un sistema complementare a Cosmo-SkyMed, Prisma e Copernicus, integrando queste costellazioni”, ha spiegato Gabriella Costa, Project Manager di Iride per l’Agenzia spaziale europea, sottolineando che il progetto avanza senza intoppi.
I PROSSIMI PASSI
Iride è in rampa di lancio, spiega Gabriella Costa. “Il budget di Iride è di 1 miliardo di euro, la sua implementazione è soggetta ai vincoli del Pnrr. Il primo vincolo che abbiamo superato riguardava i contratti, entro giugno 2026 il sistema dovrà essere operativo e fornire dati alla Pa. Tutti i satelliti sono in via di produzione, a novembre verranno lanciati altri 8 satelliti della costellazione, l’anno prossimo altri 30”, ha sottolineato Costa. I prossimi passi sono individuare gli sviluppi, definire le possibili evoluzioni delle costellazioni che compongono Iride.
Il cambiamento vero, però, riguarda l’ingresso nei servizi spaziali di tantissime imprese, molte delle quali prima non avevano accesso al settore, secondo Chiara Petrosa, Ceo di Sitael.
I BENEFICI DI IRIDE
Il progetto coinvolge l’intera filiera nazionale, portando un incremento dei ricavi, della competitività dell’industria e nuovi prodotti. “Iride ha favorito l’implementazione della produzione seriale di satelliti contribuendo all’aumento di personale. Inoltre, Iride sta incrementando l’osservazione ottica del nostro Paese. Per la prima volta potremo acquisire dati in 3 dimensioni sullo spostamento del terreno”, ha sottolineato Costa.
“Il monitoraggio della Terra vede nel downstream il punto d’arrivo, come estrarre i dati? L’Intelligenza Artificiale, il Supercalcolo e la cybersecurity insieme alle tecnologie spaziali possono portare benefici per i territori, ma anche per la sicurezza e la difesa”, ha aggiunto Massimo Comparini, Managing Director Space Division di Leonardo.
IN CORSO DI DEFINIZIONE LA POLITICA DI DISTRIBUZIONE DEI DATI
È una delle ipotesi allo studio, secondo Augusto Cramarossa, Head of Stategic Area dell’Asi. “Per avere entrate che possano coprire i costi operativi e per finanziare gli sviluppi del sistema. Stiamo lavorando con il comitato ministeriale per avere maggiori risorse”, ha spiegando Cramarossa, sottolineando che l’Agenzia sta lavorando sulla “data policy per l’aspetto della distribuzione dei dati. Con Cosmo Sky-Med, ad esempio c’è una convenzione in corso con e-Geos (la joint-venture tra Asi e Telespazio) per quanto riguarda Iride non è stata ancora presa la decisione, si stanno valutando tutti i pro e i contro di ogni possibile opzione”.
LA STRATEGICITÀ DEI LANCIATORI
L’osservazione della Terra non può prescindere da un accesso affidabile e indipendente allo spazio. I lanciatori rappresentano un settore marginale in termini di valore ma cruciale nella Space Economy, poiché “coprono appena il 2% della Space Economy, ma sono abilitanti dei servizi spaziali”, ha spiegato Maurizio Cutroni, Head Of Commercial Operations di Avio, aggiungendo che entro il 2030 arriverà un nuovo motore green a cherosene e acqua ossigenata, mentre dal 2035 i razzi potranno essere riutilizzati, abbattendo i costi e l’impatto ambientale.
LE SFIDE NORMATIVE E LA MINACCIA CYBER
L’espansione oltre l’atmosfera porta anche nuove sfide giuridiche. “L’osservazione della Terra è legittima, ma non deve violare la sovranità degli Stati né la privacy dei cittadini”, spiega Valentina Chabert, dottoranda di ricerca in Diritto internazionale comparato presso l’Università La Sapienza.
E poi c’è la minaccia cyber: jamming e spoofing, tecniche di sabotaggio che possono ingannare i satelliti e destabilizzare intere infrastrutture. “Cyber e Spazio sono due mondi intrecciati – avverte Chabert –. Un attacco in orbita può avere conseguenze sulla Terra”.