Niente F-35 per Madrid.
La Spagna non sta più considerando l’opzione di acquistare i caccia F-35 di fabbricazione statunitense e sta scegliendo tra l’Eurofighter di fabbricazione europea e il programma Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Germania, Francia e Spagna.
È quanto ha dichiarato mercoledì un portavoce del Ministero della Difesa, dopo le rivelazioni del quotidiano El Pais.
Il Ministero della Difesa spagnolo aveva precedentemente inoltrato una richiesta non vincolante di informazioni sul jet di quinta generazione.
Tuttavia, ora il paese ha messo da parte questi piani, optando invece per dare priorità agli investimenti nell’industria europea, riporta il quotidiano spagnolo, citando fonti governative non identificate.
Come ricorda Reuters, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha annunciato all’inizio di quest’anno l’intenzione di aumentare la spesa per la difesa per raggiungere l’attuale obiettivo Nato del 2% del Pil. Tuttavia, Sánchez si è rifiutato di aumentare la spesa al 5% durante il vertice dell’Alleanza Atlantica dello scorso giugno.
La decisione sembra essere in linea con l’obiettivo della Spagna di spendere l’85% del suo bilancio per la difesa in Europa, una mossa che il governo considera incompatibile con l’acquisto di caccia dagli Stati Uniti, osserva il quotidiano spagnolo.
Tutti i dettagli.
LA SPAGNA CONGELA I PIANI DI ACQUISTO PER GLI F-35
I contatti tra Madrid e Washington per la commessa F-35 sarebbero stati “sospesi sine die”.
Il governo spagnolo aveva stanziato 6,25 miliardi di euro (7,24 miliardi di dollari) nel bilancio 2023 per l’acquisto di nuovi caccia, secondo El Pais. La capacità stealth e la versatilità di operare da terra o da portaerei, hanno reso l’F-35 la scelta ideale per sostituire due modelli chiave dell’Esercito spagnolo: gli Harrier della Marina Militare e gli F-18 dell’Aeronautica Militare, ricorda il quotidiano.
Tuttavia, il piano di Madrid di spendere la maggior parte dei 10,5 miliardi di euro aggiuntivi per la difesa quest’anno in Europa ha reso impossibile l’acquisizione di caccia di fabbricazione statunitense, ha riportato il quotidiano.
A criticare aspramente la posizione di Sánchez è intervenuto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha minacciato di imporre dazi aggiuntivi sui beni del Paese.
Senza dimenticare che, a causa di Trump, in precedenza anche il Portogallo ha escluso l’acquisto dei caccia F-35.
DOPO LA DECISIONE DI LISBONA
Lo scorso marzo il ministro della Difesa portoghese Nuno Melo ha annunciato la cancellazione dei piani di acquisto di jet da combattimento F-35 per sostituire la flotta di F-16 del paese. Melo ha attribuito questa decisione alle politiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Si tratta di uno dei primi esempi in cui il presidente degli Stati Uniti ha distrutto un potenziale affare di armi redditizio, commentava all’epoca Politico.
Le dichiarazioni di Trump sull’annessione della Groenlandia (ora parte della Danimarca) e la trasformazione del Canada nel 51° stato americano rappresentano una “vera sfida” per il programma, ha affermato un ex funzionario della Difesa a Defense One. Entrambi i paesi utilizzano il jet da combattimento di quinta generazione e si affidano ai pezzi di ricambio e agli aggiornamenti software degli Stati Uniti.
Non solo, è circolata anche l’ipotesi che il governo degli Stati Uniti possa decidere di bloccare l’accesso agli aggiornamenti software e ai pezzi di ricambio necessari per rendere l’F-35 completamente operativo.
LE MOTIVAZIONI
Anche in Portogallo, come in Spagna, l’aeronautica militare aveva raccomandato l’acquisto di F-35. Tuttavia, quando il media portoghese Público ha chiesto al ministro della Difesa uscente Nuno Melo se il governo avrebbe seguito tale raccomandazione, ha risposto: “Non possiamo ignorare l’ambiente geopolitico nelle nostre scelte”.
“Il mondo è cambiato… e questo nostro alleato… potrebbe portare limitazioni all’uso, alla manutenzione, ai componenti e a tutto ciò che ha a che fare con la garanzia che l’aereo sarà operativo e utilizzato in tutti i tipi di scenari”, aveva spiegato Melo.
Inoltre, Melo aveva anche aggiunto che dovrebbero essere prese in considerazione diverse opzioni alternative, “in particolare nel contesto della produzione europea”. Allineandosi così a quanto auspicato da Bruxelles con il piano ReArm Europe, a favore di un riarmo dei paesi membri Ue, ma privilegiando soluzioni made in Europe.