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Ecco perché la Nasa ha posticipato (di nuovo) il rientro degli astronauti Starliner

La Nasa rimanda il ritorno degli astronauti della capsula Starliner previsto a febbraio: bloccati da giugno sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), i due veterani dello spazio non torneranno sulla Terra prima della fine di marzo.

Rinviato il ritorno dei due astronauti della Nasa che hanno volato con la prima missione con equipaggio della capsula Starliner della Boeing.

I veterani dello spazio Butch Wilmore e Suni Williams, bloccati sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) da giugno, dovranno aspettare ancora per tornare sulla Terra.

Il loro soggiorno era già stato prolungato fino a febbraio dell’anno prossimo a causa di problemi tecnici con la navicella spaziale sperimentale costruita dalla Boeing, “strappando un passaggio” per il rientro a casa a una navicella di SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk.

Tuttavia, la prossima missione di rotazione dell’equipaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), la Crew-10 di SpaceX, è stata posticipata a non prima della fine di marzo 2025, ha annunciato la Nasa il 17 dicembre.

L’agenzia spaziale americana ha posticipato ingatti il lancio del prossimo equipaggio di astronauti sulla Iss da febbraio a non prima di fine marzo, per avere più tempo per “completare l’elaborazione” su una nuova navicella spaziale SpaceX.

I protagonisti lo scorso 6 giugno del Boeing Crew Flight Test della Nasa, volo inaugurale di Starliner alla volta della Stazione Spaziale Internazionale (Iss), avrebbero dovuto tornare dopo solo una settimana. Ora, a seguito del ritardo nel lancio della missione SpaceX verso la ISS, il duo di astronauti non tornerà prima di fine marzo o forse aprile.

Tutti i dettagli.

RITARDO A CAUSA DI SPACEX

Ieri la Nasa ha annunciato il rinvio da febbraio a “non prima della fine di marzo” del lancio di Crew-10 per dare “ai team della Nasa e di SpaceX il tempo di completare lo sviluppo di una nuova navicella spaziale Dragon”. Questo annuncio ritarda quindi ulteriormente il ritorno sulla Terra dei due astronauti naufraghi e dell’equipaggio della Crew-9.

La NASA ha affermato di aver preso in considerazione l’utilizzo di una diversa capsula SpaceX per far salire l’equipaggio sostitutivo per mantenere i voli nei tempi previsti. Ma ora ha deciso che l’opzione migliore è aspettare la nuova capsula per trasportare il prossimo equipaggio.

La capsula che trasportava quell’equipaggio avrebbe dovuto essere quella che avrebbe riportato a casa Butch e Sunni, così come gli astronauti della NASA Nick Hague e il cosmonauta di Roscosmos Aleksandr Gorbunov, come parte della normale rotazione dell’equipaggio.

LA DECISIONE DELLA NASA

La Nasa ha affermato che il ritardo non ha rappresentato un rischio per gli astronauti.

In una dichiarazione, l’agenzia ha dichiarato: “La Stazione Spaziale Internazionale ha recentemente ricevuto due voli di rifornimento a novembre ed è ben fornita di tutto ciò di cui l’equipaggio ha bisogno, tra cui cibo, acqua, vestiti e ossigeno. La navicella di rifornimento ha anche trasportato oggetti speciali per l’equipaggio per celebrare le festività a bordo della piattaforma orbitale”.

IL RITORNO A FEBBRAIO DI DRAGON DI SPACEX CON GLI ASTRONAUTI PARTITI CON BOEING

I veterani dello spazio Butch Wilmore e Suni Williams sono decollati all’inizio di giugno a bordo di una nuova navicella spaziale sviluppata dalla Boeing, la Starliner, per il primo volo di prova con equipaggio verso la Stazione Spaziale (ISS). Inizialmente la navicella avrebbe dovuto riportarli sulla Terra otto giorni dopo, ma i problemi riscontrati nel suo sistema di propulsione hanno indotto la Nasa a metterne in dubbio l’affidabilità.

Al loro ritorno, la coppia avrà trascorso più di nove mesi nello spazio. Si aspettavano di essere via solo una settimana quando sono partiti con il primo volo astronautico della Boeing, lo scorso 6 giugno. Come riportava a fine settembre la Cnn, sia Williams che Wilmore hanno detto di essersi adattati facilmente all’idea di rimanere nello spazio fino all’anno prossimo, con Williams che ha notato che l’ambiente di microgravità è il suo “posto felice”.

La maggior parte delle missioni nelle stazioni spaziali dura sei mesi, alcune arrivano a un anno intero. Quindi, l’estensione della permanenza nello spazio di Butch e Suni, già in ritardo, non dovrebbe essere un problema, secondo il dott. Simeon Barber, dell’Open University. “Sono sicuro che sono già delusi dal fatto di essersi persi il Natale a casa con la gente. Ma sono solo altri due mesi di una missione già piuttosto lunga e sono sicuro che se lo chiedessi a loro, ti direbbero che la stazione spaziale è il posto in cui amano stare”, aveva detto.

Quel che è certo è che la permanenza di sei giorni, si è tramutata in otto mesi fino a nove per i due astronauti della Nasa.

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