La Germania si prepara a rafforzare in modo significativo la propria capacità militare in risposta ai nuovi obiettivi strategici della Nato. È quanto annunciato nei dettagli dal ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius a Bruxelles: l’esercito tedesco potrebbe aver bisogno di aumentare il proprio organico di 50.000-60.000 soldati nelle forze armate permanenti, al fine di contribuire pienamente al piano di rafforzamento dell’Alleanza Atlantica. La dichiarazione è arrivata alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dei paesi Nato, durante la quale è previsto il via libera definitivo a un aggiornamento degli obiettivi di capacità, con un’enfasi particolare su difesa aerea, logistica e truppe terrestri.
UNA STIMA PRELIMINARE
Secondo Pistorius, la cifra indicata è ancora solo una stima preliminare, ma rappresenta un’indicazione chiara del salto di scala richiesto dalla Nato alle sue forze alleate. Il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, ha ribadito più volte nelle ultime settimane che l’Europa e i suoi partner devono dotarsi di truppe più numerose, equipaggiamenti moderni e maggiore prontezza operativa per far fronte a ogni potenziale minaccia. Tra le priorità fissate: rafforzare la difesa antimissile, dotarsi di sistemi d’arma a lungo raggio e strutturare grandi formazioni di terra.
Le nuove linee guida della Nato non fissano numeri precisi di soldati, ma determinano capacità operative che gli Stati membri dovranno garantire. Da queste si possono dedurre stime orientative sul personale necessario. In Germania, fonti militari hanno indicato che, nei prossimi 15 anni, la Bundeswehr potrebbe aver bisogno persino di 80.000 soldati supplementari, tenendo conto anche dell’evoluzione tecnologica nel settore della difesa.
UN ESERCITO FINORA SOTTODIMENSIONATO PER LA GERMANIA
L’espansione annunciata parte da una situazione già critica. Nonostante i tentativi di rafforzamento, la Bundeswehr ha registrato una leggera flessione del personale attivo nell’ultimo anno. Secondo fonti militari, alla fine del 2024 l’esercito tedesco contava circa 181.150 soldati, in lieve calo rispetto ai 181.500 registrati dodici mesi prima. Un dato ben distante dall’obiettivo strategico dei 203.000 militari in servizio attivo.
Un anno fa, Pistorius aveva presentato un piano generale per il rafforzamento delle forze armate, con l’intenzione di arrivare a un totale di 460.000 soldati, includendo sia i membri attivi della Bundeswehr che i riservisti. Secondo quanto descrive l’Handelsblatt, la distribuzione prevista comprendeva 203.000 soldati in servizio permanente, 60.000 riservisti già operativi e ulteriori 200.000 da formare e arruolare nei prossimi anni. Secondo i più recenti orientamenti, però, il focus potrebbe spostarsi su un rafforzamento dell’organico attivo, a scapito del numero inizialmente previsto di riservisti.
LIMITI STORICI E CONFINI GIURIDICI
L’ampliamento delle forze armate tedesche si confronta anche con i vincoli storici imposti alla Germania dai trattati internazionali. In particolare, l’accordo “2+4” del 1990, che ha aperto la strada alla riunificazione del paese, prevedeva una soglia massima di 370.000 militari. Tuttavia, un parere del Servizio scientifico del Bundestag pubblicato nel febbraio 2025 ha chiarito che tale limite si riferisce esclusivamente al personale in servizio regolare e permanente. Ciò lascerebbe spazio a una possibile revisione degli organici, compatibile con l’accordo, purché la nuova struttura si mantenga entro questi confini giuridici o ne ridefinisca i termini in sede internazionale.
Nel frattempo, si profila una nuova stagione di dibattito pubblico e politico sul ritorno a una forma di servizio militare obbligatorio. Il commissario per le forze armate del Bundestag, Henning Otte (Cdu), ha recentemente sottolineato che, in assenza di una leva militare almeno parziale e senza un rinnovato appeal della Bundeswehr, sarà molto difficile soddisfare i crescenti requisiti richiesti dall’Alleanza. Otte ha chiesto al ministero della Difesa di elaborare al più presto un piano concreto per facilitare l’introduzione di un contingente obbligatorio, superando gli ostacoli burocratici e legislativi attuali.
OBIETTIVI NATO E AUMENTO DELLA SPESA MILITARE
I nuovi obiettivi di capacità militare concordati in ambito Nato si inseriscono in un quadro più ampio di revisione strategica dell’Alleanza. Tra le proposte in discussione al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo, previsto tra tre settimane, vi è l’aumento del target minimo di spesa per la difesa al 5% del Pil, superando l’attuale soglia del 2%. Secondo Mark Rutte, questo nuovo parametro riflette la necessità di garantire un livello di deterrenza credibile e sostenibile nel tempo, alla luce delle sfide geopolitiche sempre più complesse.
Per la Germania, ciò significherebbe un impegno finanziario e organizzativo di proporzioni notevoli, da attuare attraverso una combinazione di aumento del personale, investimenti tecnologici e semplificazione delle strutture. È assai probabile che il tema sia nell’agenda del primo colloquio a quattr’occhi fra il cancelliere Friedrich Merz e il presidente americano Donald Trump. Il percorso resta incerto, ma anche le dichiarazioni del ministro Pistorius indicano con chiarezza che la Bundeswehr si trova all’inizio di una fase di profonda trasformazione.