La Bundeswehr accelera la sua corsa verso il futuro della difesa, pianificando entro pochi anni capacità digitali e sistemi d’arma capaci di operare in uno scenario di guerra ad alta intensità. La Germania – nelle parole del cancelliere Friedrich Merz – intende costruire la più potente armata convenzionale d’Europa e vuole essere pronta a rispondere a un eventuale conflitto su larga scala con la Russia entro il 2029. Una trasformazione imponente, che passa da investimenti miliardari in tecnologia, automazione, intelligence e sistemi operativi innovativi, molti dei quali ancora inesplorati per le forze armate tedesche. Il rinnovo riguarda mezzi navali e blindati ma punta soprattutto a strumenti in grado di amplificare le capacità di un esercito che continua a soffrire limiti di personale e di equipaggiamento, seguendo i segnali lanciati dalla guerra in Ucraina. L’Handelsblatt ha messo in fila i principali progetti in campo.
NUOVI STRUMENTI DI CONFLITTO: I SISTEMI SENZA PILOTA
La priorità immediata è ottenere rapidamente piattaforme in grado di incidere sul campo di battaglia con un numero ridotto di soldati. In questo quadro rientrano le “munizioni vaganti”, ossia droni in grado di inseguire e colpire autonomamente un bersaglio. La Germania sta collaborando con i partner dell’Europa orientale alla creazione di una barriera tecnologica per proteggere i Paesi baltici da eventuali tentativi offensivi da parte di Mosca.
Nei campi di addestramento tedeschi vengono testati prototipi prodotti da Rheinmetall e da due start-up specializzate, Helsing e Stark. I modelli sono ancora in sviluppo, ma l’esercito ha già firmato intese preliminari con tutti i fornitori, per poter valutare la soluzione più adatta e, se necessario, procedere velocemente all’acquisto. La quantità ipotizzata è considerevole: secondo alcune stime, potrebbero essere introdotti fino a 12.000 droni kamikaze.
Un’altra area di sperimentazione strategica riguarda i sistemi navali senza pilota. I conflitti recenti hanno mostrato come droni marini relativamente economici riescano a mettere in seria difficoltà flotte molto più attrezzate. La Germania punta a integrare in particolare mezzi subacquei capaci di pattugliare per lunghi periodi aree sensibili come il Mar Baltico, dove negli ultimi anni si sono registrati episodi di sabotaggio, compresi danni a cavi sottomarini. Il progetto “uMAWS” per la difesa marittima autonoma, dal valore stimato di quasi due miliardi di euro, è destinato a un esame parlamentare entro la fine dell’anno.
INTELLIGENZA ELETTRONICA E ANALISI DATI
Per evitare di trovarsi impreparata alle mosse di un potenziale avversario, la Bundeswehr considera centrale la raccolta sistematica di dati e la loro elaborazione tramite sistemi avanzati di intelligenza artificiale. Una delle iniziative più rilevanti in questo campo è il programma “Pegasus”, destinato a dotare l’aviazione tedesca di tre velivoli Bombardier equipaggiati con sensori ad alta precisione forniti da Hensoldt.
Secondo gli esperti, il sistema permetterebbe di monitorare con continuità le attività militari avversarie nel raggio del Mar Baltico e oltre, localizzando postazioni radar e centri di comando e fornendo informazioni cruciali da usare in caso di conflitto. Il primo aereo dovrebbe diventare operativo nel 2027, con la possibilità di ampliarne successivamente il numero.
Parallelamente, è previsto un intervento digitale su una delle nuove unità speciali dell’esercito, la brigata corazzata 45 schierata in Lituania. Il progetto “Uranos KI”, finanziato con oltre 170 milioni di euro, mira a creare una rete di sensori e algoritmi in grado di ricostruire una visione operativa unificata del campo di battaglia, evidenziando in automatico le minacce più critiche, come i droni nemici.
IL RITORNO DELLE CAPACITÀ DI ATTACCO A LUNGA DISTANZA
Il rinnovato quadro di sicurezza europeo riposiziona la Germania anche sulla necessità di armi capaci di colpire obiettivi lontani e altamente protetti, osserva l’Handelsblatt. Il principale progetto in questa direzione è il Taurus Neo, una versione potenziata del missile da crociera Taurus, già considerato uno degli strumenti più efficaci dell’arsenale tedesco. Grazie a un miglioramento della portata rispetto agli attuali 500 chilometri e a sistemi anti-interferenza potenziati, il nuovo modello dovrebbe entrare in servizio dal 2029, sostituendo progressivamente l’impiego esclusivo sui vecchi Tornado per essere integrato nei più moderni Eurofighter.
A completare il pacchetto d’ammodernamento dell’aviazione vi è la trasformazione di 15 Eurofighter in velivoli da guerra elettronica, con la capacità di disturbare i radar nemici e di neutralizzarli con missili dedicati.
NUOVE FRONTIERE NELLA DIFESA ANTIAEREA
Il quotidiano economico sottolinea come le tecnologie laser rappresentino una delle scommesse più avanzate nel campo della protezione dalle minacce aeree. Questi sistemi consentono di colpire bersagli con un raggio di energia diretto, eliminando la necessità di trasportare grandi quantità di munizioni. Dopo un anno di prove sulla fregata “Sachsen”, un prototipo sviluppato da Rheinmetall e MBDA è stato trasferito in un centro di competenze specializzato per ulteriori test. Anche aziende normalmente estranee al settore della difesa stanno mostrando interesse: tra queste, il gruppo tecnologico Trumpf, supportato da Rohde & Schwarz. Il primo contratto per un sistema operativo a bordo di unità navali potrebbe arrivare entro la fine dell’anno, per un valore superiore ai 500 milioni di euro.
L’intero pacchetto di investimenti, che comprende più di 50 iniziative tra ammodernamenti e nuovi sistemi, per diventare operativo deve ottenere le approvazioni finali del parlamento tedesco entro la fine dell’anno. La direzione strategica è chiara, anche se dibattito e confronto resta tuttora acceso, sia tra gli addetti ai lavori che fra i gruppi politici.






