Probabilmente dureranno poco i festeggiamenti in Europa per il risultato di avere ottenuto, con l’arma dei dazi, da Geely (che controlla Volvo) investimenti in Belgio per la produzione di auto elettriche con marchio svedese finora “made in China”. La trimestrale di Volvo infatti certifica l’esigenza di accelerare con la spending review.
I PRIMI TRE MESI DEL 2025 DI VOLVO IN NUMERI
La nuova spia sul cruscotto di Volvo è dovuta al calo del 6% nelle vendite, ferme a 172.219 unità, che ha comportato a una sensibile diminuzione del 12 per cento del fatturato a 82,9 miliardi di corone svedesi. Il peggioramento principale è alla voce “utile netto”, crollato del 73 per cento a 1 miliardo, mentre l’utile operativo è passato da 4,7 miliardi a 1,9 miliardi, per un’incidenza sui ricavi scesa dal 7,2% al 2,3%. Le attività del marchio svedese hanno bruciato cassa per 2 miliardi.
L’INCERTEZZA DEI DAZI
L’incertezza è tale che Volvo ha deciso di non esprimersi con previsioni finanziarie sia per il 2025, sia per il 2026. Questo perché il periodo “sarà impegnativo e di transizione” anche a causa delle “incertezze sugli sviluppi macroeconomici, geopolitici e di mercato”, delle “condizioni di mercato sempre più difficili” e della crescente “pressione sui prezzi”. Ma come in tutte le trimestrali del settore automobilistico il vero convitato di pietra è Donald Trump: sono infatti le sue prossime mosse sui dazi.
Il tycoon, peraltro, atteso a Detroit (capitale dell’auto Usa) nei prossimi giorni, ha annunciato di voler emettere l’ennesimo ordine esecutivo sui balzelli doganali specificando che le Case continueranno a pagare le aliquote del 25% per l’importazione di veicoli assemblati all’estero, ma saranno esentate dal pagamento di altre tariffe, tra cui quelle sui componenti, l’acciaio e l’alluminio. Ennesimo segno che, se la situazione resta così volubile, per i player del settore sarà davvero difficile fare previsioni sensate sul prossimo periodo.
DA GEELY ORA CHIEDONO A VOLVO TAGLI SIGNIFICATIVI
Quel che è certo, almeno per Volvo, è che i cinesi di Geely intendono accelerare con la spending review dopo l’ultima trimestrale. La Casa svedese ha subito annunciato l’avvio di un cronoprogramma per una ristrutturazione complessiva da 1,64 miliardi di euro con l’obiettivo di “salvaguardare la redditività e l’efficienza strutturale” e di compensare gli effetti negativi dei “venti contrari esterni”.
Si tratta di un piano biennale che dovrà ridurre i costi variabili per 3 miliardi di corone e le spese indirette per 5 miliardi. Inoltre, saranno attuate misure per ridurre il capitale circolante e le spese in conto capitale per un totale di 10 miliardi. Il piano determinerà nuovi esuberi, ma per ora non ci sono dettagli sull’entità delle sforbiciate che colpiranno la forza lavoro, già duramente ridimensionata da interventi analoghi. Solo pochi giorni fa il Gruppo aveva annunciato l’intenzione di licenziare fino a 800 lavoratori in tre stabilimenti statunitensi a causa dell’incertezza sulla politica tariffaria del presidente Donald Trump. Nel 2023 i tagli avevano invece riguardato un migliaio di dipendenti in Svezia.