Volkswagen taglia 30mila posti di lavoro, per superare la crisi dieselgate e puntare sull’auto elettrica
Volkswagen taglierà fino a 30.000 posti di lavoro a livello globale entro il 2020 (di cui 23.000 in Germania), provando a risparmiare 3,7 miliardi di euro. É questa la strategia messa in atto dall’amministratore delegato Matthias Mueller, per cercare di recuperare fondi per risarcire i danni dello scandalo dieselgate e investire nei veicoli elettrici.
I tagli, come già accennato, riguarderanno soprattutto i siti tedeschi. Ma la cosa non lascia di certo stupiti: è in Germania che lavora quasi la metà degli oltre 600mila dipendenti. Sono previsti in Germania 23mila tagli. Ci saranno licenziamenti anche in Nordamerica, dove è scoppiato il dieselgate oltre un anno fa, e in Brasile. In Brasile, in particolare, il mercato dell’auto è in profonda crisi e il marchio Volkswagen è fra i più colpiti.
Una ristrutturazione: Volkswagen verso l’auto elettrica
Durante le intense trattative, Volkswagen ha spiegato ai dipendenti che l’industria automobilistica si sta spostando dai motori a combustione tradizionali verso servizi di car-sharing, auto elettriche e a guida autonoma.
“Questo è un grande passo in avanti, forse il più grande nella storia della società”, ha detto il capo del marchio VW, Herbert Diess, in una conferenza stampa a Wolfsburg.”Tutti i produttori si devono reinventarsi a causa dei cambiamenti imminenti dell’industria”.
La ristrutturazione del marchio, che per ripulirsi dopo lo scandalo dieselgate ha deciso di virare su auto elettrica e sul digitale. E se è vero che in 30 mila saranno licenziati, è anche vero che verranno creati 9mila nuovi posti di lavoro.