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Come le giapponesi Toyota e Denso spingono Uber

Toyota, SoftBank e Denso investono 1 miliardo di dollari in Uber. Tutti i dettagli

In attesa dell’attesissima Ipo, Uber ha annunciato un investimento da 1 miliardo di dollari da parte del fondo Vision SoftBank, produttore di automobili Toyota e dal fornitore di componenti di automazione Denso per spingere la divisione che si occupa della guida autonoma, Uber Advanced Technologies Group, o Uber ATG.

L’INVESTIMENTO

Scendendo nei particolari, il colosso automobilistico giapponese Toyota, che ha investito l’anno scorso in ATG 500 milioni di dollari, e la giapponese Denso inietteranno denaro per un valore di 667 milioni di dollari. Il fondo Vision Fund di Softbank metterà invece sul piatto $333 milioni.

L’ANNUNCIO

Dara Khosrowshahi, ceo di Uber, come si legge su The Verge, ha annunciato l’investimento con un tweet, in cui ha pubblicato una sua foto insieme ai dirigenti di SoftBank, Toyota e Denso.

ATG VALE OLTRE 7 MILIARDI DI DOLLARI

Grazie alla nuova iniezione di denaro da parte delle aziende Giapponesi, la divisione ATG ora vale 7,25 miliardi di dollari.

IN VISTA DELL’IPO

Si tratta decisamente di buone notizie per Uber, che dovrebbe fare il suo debutto jn borsa entro la fine dell’anno. L’IPO di Uber dovrebbe raccogliere circa 10 miliardi di dollari, portando la società, secondo le stime del Wall Street Journal, a valere 100 miliardi di dollari (nonostante le stiamo siano inferiori alle attese iniziali, sarebeb la maggiore Ipo dallo sbarco in borsa di Alibaba).

UN 2018 “NEGATIVO”

I numeri, però, si scontrano con una realtà finanziaria che appare ben più complicata. Se è vero che la crescita di Uber è stata particolarmente veloce negli anni con ricavi che sono passati da 495 milioni di dollari nel 2014 a 11,27 miliardi di dollari l’anno scorso (+42% dai 7,93 miliardi di dollari del 2017), è anche vero che la società ha anche registrato perdite pari a oltre 10 miliardi tra il 2016 e il 2018 (3,03 miliardi solo l’anno scorso).

UN BUON INVESTIMENTO?

Sul fronte Uber “ci sono un sacco di preoccupazioni sui suoi margini di guadagno reali, rispetto alla sua valutazione” ha commentato Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets Uk.

“Non esiste un modo percettibile per valutare queste società”, ha detto a Reuters Brian Hamilton, fondatore della società di dati Sageworks.

“Quello su cui si sceglie di investire è la capacità a lungo termine dell’azienda di effettuare un sacco di vendite e, si spera, diventare redditizia ad un certo punto.” Uber è chiaramente un nome familiare a milioni di clienti di taxi, ma un’app di successo e dirompente non costituisce necessariamente un buon investimento”, ha affermato Lath Khalaf, senior analyst di Hargreaves Lansdown.

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