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Messico

Tutti i trucchetti usati dalle navi per contrabbandare petrolio (e non solo)

Ecco come le nazioni sanzionate aggirano le restrizioni ed esportano clandestinamente non solo i propri beni ma anche armi e droga. Ora la guerra in Ucraina potrebbe accelerare questa pratica e si rischiano serie implicazioni in materia di sicurezza e terrorismo. L'articolo di Marco Orioles

 

Qual è il miglior metodo per un Paese sotto sanzioni per contrabbandare il proprio petrolio o esportare clandestinamente altri beni? Manipolare il transponder della petroliera o dell’imbarcazione su cui viaggiano quei beni in maniera tale che trasmetta segnali GPS taroccati che la localizzano in tutt’altro posto.

Navi che manomettono il transponder

È il New York Times a raccontarci di come Windward, una compagnia israeliana che elabora dati marittimi e ne rende disponibili i risultati a istituzioni come le Nazioni Unite, ha scoperto come l’anno scorso vi siano stati più di 500 casi di navi che hanno manomesso il proprio sistema di navigazione satellitare per nascondere la loro effettiva posizione.

Le navi in questione hanno fatto ricorso a una tecnologia che fino agli ultimi tempi era stata di esclusivo dominio delle marine più avanzate del mondo e che ha la caratteristica di replicare l’effetto di una comune VPN facendo sì che la nave appaia in un posto mentre si trova fisicamente in un altro.

Chi lo fa?

A ricorrere a questo metodo sono state in particolare flotte di pescherecci cinesi che conducevano operazioni in acque protette al largo del Sudamerica, petroliere che intendevano celare le proprie soste nei porti iraniani e navi container che volevano oscurare i loro viaggi in Medio Oriente. Ma, secondo un funzionario dell’intelligence Usa sentito dal New York Times, sono documentati casi di impiego di questa tattica per trasferire armi e droga.

La risoluzione Onu

Una risoluzione delle Nazioni Unite in materia di navigazione firmata da quasi 200 Paesi nel 2015 obbliga le navi a dotarsi di un transponder satellitare, conosciuto come “automatic identification system” (AIS), che trasmette il codice identificativo di una nave e le sue posizioni durante la navigazione.

La vulnerabilità del GPS

Secondo Dana Goward, presidente della Resilient Navigation and Timing Foundation, le diffuse pratiche di manipolazione dell’AIS illustrano quanto facile sia diventato eludere la sottostante tecnologia GPS. “Questo mostra”, ha dichiarato, “quanto sia vulnerabile il sistema”.

Rischi per la sicurezza nazionale

Funzionari dell’intelligence Usa hanno confermato al New York Times che la tecnica è diventata comune tra le nazioni sanzionate ed è diventata un crescente problema di sicurezza nazionale.

Secondo alcuni analisti e funzionari occidentali della sicurezza sentiti dal quotidiano le sanzioni americane ed europee che dovrebbero inibire le esportazioni energetiche russe potrebbero presto spingere Mosca a ricorrere a questa tecnica oscurando trasferimenti al di fuori del Paese anche di beni consentiti.

Ma anche la Cina si è affermata in anni recenti come protagonista dei più sofisticati esempi di manipolazione dell’AIS.

La proliferazione delle manipolazioni

Secondo i ricercatori di Winward, questa tecnologia illegale sta proliferando a gran velocità in tutto il mondo. Come la società ha scritto in un suo rapporto dell’anno scorso, “ciò che inizialmente sembrava una pratica localizzata si è presto diffusa in tutte le regioni marittime note”.

Possibile impiego per la guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina potrebbe accelerarne l’adozione. Dopo l’inizio dell’invasione a febbraio, il Dipartimento Usa dell’amministrazione e dei trasporti marittimi ha riscontrato un incremento di casi di manipolazione dell’AIS nel Mar Nero in connessione con le accuse rivolte dagli Usa e dall’Ucraina di cercare di nascondere le esportazioni di petrolio e il contrabbando di cereali ucraini rubati.

Prossimo step gli aerei

Secondo la Winward è solo questione di tempo prima che la tecnologia diventi disponibile anche per gli aerei che anch’essi usano transponder satellitari per l’AIS, con serie implicazioni anche in materia di terrorismo.

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