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Tutti i tagli, presenti e imminenti, di Ford in Europa

Con l'uscita di scena di modelli che hanno decretato il successo di Ford in Europa, arrivano anche i licenziamenti, causati dalla corsa per l'elettrificazione del marchio e dall'Ira di Biden che ha reso più conveniente produrre in casa

Sono ormai diversi mesi che la statunitense Ford ha attuato un piano di ottimizzazione della sua divisione europea. Piano che ha conosciuto una significativa accelerazione con la fine della produzione della Mondeo nel 2022 e, soprattutto, della Fiesta (dopo 46 anni e 15 milioni di unità vendute) l’anno successivo. Addii controversi, visto il successo di quei modelli Ford in Europa, non solo tra gli appassionati dell’Ovale blu ma anche tra i rappresentanti dei lavoratori, ancora più preoccupati dall’uscita di scena nel 2025 della Focus, oggi prodotta a Saarlouis, in Germania.

I PIANI DI FORD PER L’EUROPA

La corsa per l’elettrificazione del marchio entro il 2035 (unita agli effetti dell’Ira di Biden che ha reso più conveniente investire in patria) sembra insomma avere inciso parecchio sulla presenza di Ford in Europa.

Non a caso poco più di un anno fa aveva annunciato un piano di ristrutturazione delle proprie attività da questa parte dell’Oceano da eseguirsi con un taglio di 3.800 posti di lavoro – pari all’11% della forza lavoro nel Vecchio continente – nei prossimi tre anni.

LICENZIAMENTI IN SPAGNA

Negli ultimi mesi la Casa automobilistica statunitense è passata alle parole ai fatti, con tagli in tutti i Paesi europei in cui ha sedi, Italia inclusa. Nelle ultime ore Ford ha annunciato come “soluzione temporanea” 600 nuovi esuberi nello stabilimento di Almussafes, in Spagna, dove attualmente si produce solo la Kuga.

Si tratta dell’impianto che già aveva dovuto fare i conti coi mille licenziamenti decisi l’anno scorso. L’Ovale blu si è detto disponibile a riassumere nei prossimi anni i dipendenti lasciati a casa nell’ultimo periodo in vista del lancio di un nuovo modello – ancora top secret – previsto per il 2027.

SE LA SPAGNA PIANGE LA GERMANIA NON RIDE

Una notizia che ha allarmato i sindacati tedeschi che devono ancora riprendersi dalla chiusura, ufficializzata solamente alcune settimane fa dopo mesi e mesi di tira e molla (sfumati tutti i tentativi di trovare un compratore nonostante alcuni marchi cinesi sembrassero interessati), dell’impianto di Saarlouis che è costata 3.500 esuberi su una forza lavoro complessiva composta da 4.500 persone.

Benjamin Gruschka ha infatti dichiarato che i tagli in Spagna fanno parte di un più ampio piano di ristrutturazione della Ford e che presto la mannaia calerà anche sulla Germania. Al momento, ha detto Gruschka, “non è chiaro quanti siano i lavoratori coinvolti, ma ci aspettiamo una decisione entro la fine di giugno”.

CHE SUCCEDE IN INGHILTERRA

Ma la situazione appare fosca anche al di là della Manica. Il sindacalista tedesco si dice infatti certo che nuovi tagli investiranno pure la Gran Bretagna. Secondo i piani del 2023, nel Regno Unito le riduzioni dovrebbero concentrarsi sul centro di ricerca Ford di Dunton nel sud-est dell’Inghilterra, dove si producono mezzi commerciali. La cifra da raggiungere nel prossimo triennio è di 1.300 posti di lavoro in meno, 1.000 nello sviluppo prodotto e 300 amministrativi.

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