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Tutti i subbugli italiani sul bando ai motori endotermici voluto dall’Ue

Contro il bando dei motori endotermici deciso dall'Unione non ci sono solo gli industriali e i rappresentanti istituzionale dell'alleanza regionale, ma anche le associazioni sindacali. E Urso convoca tavolo trimestrale

La volontà dell’Ue di procedere a grandi passi verso una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le auto nuove e del 50% per i furgoni entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2021) e un taglio del 100% per entrambe le tipologie di veicoli entro il 2035 da tradursi con l’ormai “famigerato” bando alla vendita di auto endotermiche sembra aver destato preoccupazione nell’esecutivo italiano, sospinto anche dai mugugni della filiera. Secondo Alberto Bombassei, presidente onorario di Brembo, per esempio, che ha definito la decisione dell’Europa di puntare sull’auto elettrica “un clamoroso errore”, la misura comunitaria “dovrà avvenire tenendo conto dei problemi che questa transizione sta creando al settore auto e alla componentistica”. Ed è solo la punta dell’iceberg perché le dichiarazioni analoghe non si contano. Qui per saperne di più sullo stato di salute delle imprese della componentistica automotive italiana.

PUNTO TRIMESTRALE SUL BANDO DEI MOTORI ENDOTERMICI

Il ministro dell’Industria e del made in Italy, Adolfo Urso, a questo proposito intende creare un tavolo permanente che segua passo dopo passo la questione: “Ho dato disposizione di riconvocarlo il 5 dicembre, tra venti giorni, in modo da presentarci a questo tavolo con tutti gli attori industriali, produttivi, sociali, sindacali e le aziende principali, per confrontarci con il sistema sociale e produttivo su quali sono gli strumenti che dovremo realizzare in Europa e a livello nazionale per meglio affrontar questa fase della transizione ecologica”, ha annunciato al Festival Città Impresa di Bergamo. “Mi impegno a riconvocare il tavolo ogni tre mesi”, ha aggiunto.

UN’ALLEANZA ITALO-FRANCO TEDESCA?

Urso ha spiegato che l’obiettivo è quello di “sviluppare una politica comune con i grandi Paesi produttori in Europa: con la Francia condividiamo una grande azienda automobilistica, Stellantis, con la Germania la filiera industriale dell’automotive e sappiamo che insieme dobbiamo cercare di reindirizzare la politica industriale europea in questo campo”.

L’ALLEANZA DELLE REGIONI CONTRO IL BANDO AI MOTORI ENDOTERMICI

Mentre si aspetta che i governi di Roma, Parigi e Berlino riescano a mettersi d’accordo è nata un’alltra alleanza a livello europeo: quella delle regioni industrializzate del Vecchio continente contrarie al bando dei motori endotermici. Vede aderire 28 zone ad alta produttività di auto (o di componenti) altamente preoccupate per le ricadute occupazionali di un passaggio dall’uso di fonti fossili per la circolazione all’elettrico che ritengono forzato e che corre il rischio di favorire le concorrenti cinesi che, è noto, sul tema di mobilità elettrica sono assai più avanti delle industrie europee.

CHI ADERISCE ALL’ALLEANZA

All’alleanza che si batterà per preservare i motori endotermici hanno aderito con convinzione Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, Abruzzo e Molise per il nostro Paese; le tedesche Sassonia, Baden-Württemberg, Baviera, Sassonia-Anhalt e Saarland, le spagnole Valencia, Navarra, Andalusia e Castiglia e León; e le francesi Grand Est e Borgogna-Francia-Coté.

LOMBARDIA VICEPRESIDENTE DELL’ALLEANZA DI DISSIDENTI

Lombardia capofila nella neonata Alleanza tra regioni europei che, stante il silenzio dei Paesi membri, vogliono chiedere a Bruxelles di rivedere il bando alla vendita di auto endotermiche per il 2035. Numero 2 della cordata, infatti, l’assessore lombardo alle Attività produttive, Guido Guidesi, nominato vice presidente: “A nostro avviso – ha annunciato – corriamo tre grandi rischi. Il primo: le imprese della componentistica potrebbero non riuscire a convertirsi, con gli effetti che possiamo immaginare sull’occupazione in Lombardia, pensiamo anche solo alle piccole imprese a servizio dei grandi marchi. Il secondo è che il mondo delle, costose, auto elettriche escluda una fetta importanti di cittadini dalla possibilità di acquistare un’automobile. Il terzo è economico, strategico, produttivo e industriale, consegnando ad altri competitor extra europei un settore che abbiamo presidiato con non pochi sacrifici”.

LE RICHIESTE DELLE REGIONI A BRUXELLES

In particolare, l’Alleanza a sostegno dei motori endotermici chiede a Bruxelles di “creare un meccanismo europeo a sostegno di una transizione giusta, equa e riuscita per le Regioni”, di “valutare dettagliatamente l’impatto territoriale della trasformazione del settore sul territorio”; di “sostenere riqualificazione e aggiornamento delle competenze della forza lavoro” per evitare perdite occupazionali; di “prevedere flessibilità sugli aiuti di Stato” o di supportare “le Regioni per creare una rete di ricarica accessibile al pubblico che favorisca la diffusione dei veicoli elettrici”. Come si vede, dunque, pur battendosi a favore degli endotermici, l’Alleanza non ha preclusioni sulle auto elettriche.

LA NEUTRALITA’ TECNOLOGICA

Secondo Guidesi, vicepresidente dell’Alleanza contro il bando dei motori endotermici, il solo modo di applicare la transizione ecologica senza ricadute occupazionali, è favorire la neutralità tecnologica. “Noi pensiamo che per raggiungere gli obiettivi ambientali che sono stati giustamente prefissati e su cui noi ci vogliamo sentire coinvolti e impegnati (l’impatto zero delle auto in circolazione, l’impatto zero della produzione e il fine vita di quelle auto), la soluzione sia la piena neutralità tecnologica, ovvero potere dare continuità al motore endotermico attraverso l’utilizzo di nuovi carburanti eco compatibili che ci consentano di raggiungere l’impatto zero nella circolazione”, ha spiegato. “Sviluppare alternative come quella dei biocarburanti – è la posizione della Lombardia – può rappresentare anche un’occasione imprenditoriale. Certamente, si tratta dell’ennesima sfida per le imprese, che dovrebbero tuttavia essere sostenute per gli investimenti in ricerca e i necessari aggiornamenti. Sforzi a parte, potrebbe tuttavia essere una direzione in grado di salvaguardare ambiente e occupazione. La transizione è un processo che dobbiamo guidare, non subire”.

 

LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI

Contro il bando dei motori endotermici deciso dall’Unione non ci sono solo gli industriali e i rappresentanti istituzionale dell’alleanza regionale, ma anche le associazioni sindacali. Nel corso di una riunione straordinaria del Comitato Automotive il segretario generale del sindacato globale IndustriAll, Luc Triangle, ha dichiarato: “Nell’industria automotive del Vecchio continente il 35% dei posti di lavoro è minacciato dall’elettrico. Per affrontare la transizione abbiamo bisogno di una strategia industriale europea per mantenere e creare buoni posti di lavoro, decarbonizzando al contempo il settore”. IndustriAll rappresenta oltre 50 milioni di lavoratori, compresi i metalmeccanici.

“L’industria automobilistica sta attraversando una trasformazione senza precedenti. La perdita di posti di lavoro su larga scala, l’aumento della pressione sui lavoratori rimasti e i danni sociali saranno inevitabili se l’elettrificazione e l’automazione del settore continueranno a essere lasciate alle sole forze del mercato. Per garantire una transizione equa e mantenere i lavoratori a bordo in questa rivoluzione industriale, dobbiamo avere strategie negoziate che anticipino meglio i cambiamenti in corso”, ha aggiunto Triangle.

“Come sindacato dei metalmeccanici, unitariamente, rilanceremo al nuovo governo l’idea di dare al tavolo automotive più profondità, più strumenti, più politiche in modo da permettere sia una forte riconversione del settore ma soprattutto, usando lo slogan europeo: nessuna transizione si fa senza di noi, consentire la migliore tutela occupazionale degli oltre 70 mila lavoratori diretti coinvolti che rischiano di perdere il posto di lavoro”, ha invece detto Roberto Benaglia, segretario generale Fim.

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