Non ha intenzione di perdere nemmeno un secondo il costruttore cinese Chery. Dopo aver definito gli ultimi accordi con il governo spagnolo per l’arrivo nell’ex fabbrica Nissan nella Zona Franca di Barcellona, il marchio (a lungo in trattative – ancora in corso con l’esecutivo italiano) ha subito divulgato i primi particolari del suo piano industriale che coinvolge la Spagna.
L’OCCASIONE MANCATA PER L’ITALIA E L’OPPORTUNITA’ SPAGNOLA
Particolari che interessano da vicino anche noi italiani, non solo perché vanno a contribuire a quell’invasione di auto elettriche cinesi che la Ue subirà nei mesi a venire e che rischia di spazzare via tutti i marchi occidentali a noi ben noti, ma anche e soprattutto perché – come già si ricordava – Chery prima di propendere per la Spagna pareva avere intenzione di aprire il suo primo impianto europeo in Italia, dunque tutto ciò che si legge nei paragrafi successivi avrebbe potuto presentare risvolti per la nostra economia.
COSA HA DETTO SANCHEZ
Ad accogliere Chery in Spagna c’erano davvero tutti, il ministro degli Affari e del Lavoro della Generalitat de Catalunya, Roger Torrent, che per primo aveva confermato via social l’accordo siglato coi cinesi e soprattutto il premier Pedro Sánchez.
Hoy celebramos el acuerdo entre Ebro-EV Motors y @CheryAutoCo para la producción de vehículos en Barcelona que supondrá hasta 1.200 puestos de trabajo procedentes de la antigua fábrica de Nissan.
Este acuerdo va más allá de un gran proyecto empresarial. Es un símbolo de la… pic.twitter.com/0fKsjei6rl
— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) April 19, 2024
“Oggi festeggiamo l’accordo tra Ebro-EV Motors e Chery per la produzione di veicoli a Barcellona che creerà fino a 1.200 posti di lavoro nell’ex fabbrica Nissan”, ha scritto Sanchez tu X.
“Questo accordo va oltre un grande progetto commerciale – ha illustrato il premier -. È un simbolo della reindustrializzazione dell’intero Paese, della nostra capacità di attrarre investimenti esteri, nonché un esempio di collaborazione tra pubblico e privato”. “Grazie – ha concluso Sanchez – per aver creduto e fatto crescere un grande Paese che, come sempre nella sua storia, dà il meglio di sé quanto più grande è la sfida.”
COSA FARA’ CHERY IN SPAGNA
Come si è detto, tutto verterà sull’accordo con Ev Motors del gruppo catalano Ebro: le due aziende creeranno una joint venture la cui maggioranza sarà nelle mani degli spagnoli. La nuova società oltre a sviluppare un hub hi-tech per la ricerca e sviluppo produrrà veicoli elettrici per i marchi Omoda ed Ebro. Si parte già quest’estate con alcuni veicoli in doppia versione: EV ed endotermici mentre nell’ex fabbrica Nissan verranno sostituiti i macchinari (a tal fine saranno investiti 400 milioni di euro).
KIT DI ASSEMBLAGGIO PER PROCEDERE DURANTE IL RESTAURO
Si tratta di Omoda 5 prodotte con kit di assemblaggio fabbricati in Cina che permetteranno di procedere durante i lavori di ristrutturazione, alternando l’uso delle linee. La fabbrica una volta a regime avrà la capacità di sfornare 150 mila veicoli l’anno nel 2029, mentre la roadmap prevede di iniziare raggiungendo le 50 mila unità nel 2027 tra due Suv per il marchio Ebro su piattaforma Chery, un pick-up elettrico e un furgone a batteria basati, rispettivamente, sui Nissan Navara ed e-NV200. Sul fronte occupazionale come detto da Sanchez le due aziende hanno garantito il proprio impegno a riassorbire 1.250 lavoratori un tempo impiegati dalla Nissan fino alla chiusura dello stabilimento decisa nel 2021.