Non saranno mesi facili quelli che Nissan ha davanti al cofano. Il costruttore nipponico, nel pieno della crisi peggiore della propria storia che ha visto le proprie cedole dimagrire di ben oltre il 30 per cento in Borsa costringendo la sospensione dei dividendi, stima una perdita di circa 200 miliardi di yen (pari a 1,38 miliardi di dollari) soltanto per il primo trimestre dell’esercizio in corso.
IL DIFFICILE INCONTRO CON GLI AZIONISTI DI NISSAN
Strada dunque tutta in salita e piena di buche per Ivan Espinosa, al posto di guida dal mese di aprile dopo che il precedente amministratore delegato, Makoto Uchida, si è dimesso tra mille inchini scusandosi per la situazione in cui versa l’azienda.
Gli investitori hanno approvato il nuovo board, ma hanno criticato la governance della partecipata quotata Nissan Shatai (di cui Yokohama detiene il 50%) chiedendo maggiore trasparenza sulla gestione, non hanno mancato di biasimare i bonus milionari agli ex vertici e soprattutto hanno attaccato per il modo con cui è stata gestita la – mancata – fusione con Honda che, se fosse andata in porto, avrebbe di fatto permesso al management nipponico di raccontare ben altra storia ieri agli azionisti.
I TAGLI PER PROVARE A RIPARTIRE
L’incontro con gli investitori è servito per ribadire la cura lacrime e sangue che il top manager ha approntato per salvare il marchio: chiusura di sette impianti produttivi e taglio di 20 mila posti, pari a circa il 15% della forza lavoro globale di Nissan. Nelle ultime settimane si è parlato persino della possibilità, per Nissan, di vendere la propria sede generale per restarvi in affitto. Parallelamente, ha annunciato la vendita del 5 per cento delle azioni Renault in portafogli.
IN ARRIVO LA NUOVA LEAF. MA BASTERA’?
L’agitazione degli azionisti di Nissan è giustificata: zavorrata da una perdita netta da 4,5 miliardi di dollari nell’ultimo esercizio la Casa di Yokohama si trova ad attraversare un periodo storico di profondo cambiamento per l’intero settore dell’auto mondiale e i dazi di Donald Trump certo non aiuteranno l’export.
Il marchio giapponese, autore di una delle auto elettriche più vendute degli ultimi anni, la Leaf, ha appena presentato il modello 2026 basato sulla piattaforma modulare CMF-EV condivisa con Ariya, ma attualmente ci sono meno possibilità che le vetture a batteria siano destinate a imporsi nel prossimo futuro come standard dominante.
VERSO NUOVE PARTNERSHIP?
E comunque la concorrenza cinese è tale che Nissan avrà bisogno di una offerta davvero convincente e di una robustissima ottimizzazione dei costi (forse persino di una alleanza con un marchio in salute) per rimettersi in carreggiata.