Slitta lo stipendio dei dipendenti di Alitalia. Da Bruxelles non è arrivato ancora il via libera ai ristori Covid, e nell’attesa che si decidano le sorti della compagnia aerea, le casse aziendali si svuotano.
Fissato per il 26 febbraio un vertice tra Mise, Mit e Mef per analizzare (e forse decidere) il futuro del gruppo aeronautico. Andiamo per gradi.
LO STIPENDIO DEI DIPENDENTI DI ALITALIA SLITTA
Partiamo dai fatti. Il commissario straordinario della compagnia, Giuseppe Leogrande, ai sindacati, che i dipendenti riceveranno lo stipendio di febbraio, in ritardo, il 2 marzo. Sono esclusi gli anticipi della cassa integrazione guadagni, fino allo scorso mese anticipati dalla gestione commissariale.
BRUXELLES NON AUTORIZZA I RISTORI COVID PER ALITALIA
Mancano i soldi per il pagamento degli stipendi. Le casse della compagnia aerea si sono quasi svuotate, mentre da Bruxelles non è ancora arrivato il via libera ai ristori Covid. Mancherebbe la terza tranche, ossia l’ultima parte dei 350 milioni di euro, pari a 55 milioni, di ristori legati all’emergenza.
SINDACATI CHIEDONO INTERVENTO DEL GOVERNO
E a sollecitarne l’arrivo, secondo i sindacati, dovrebbe essere il Governo.
“Compito del nuovo governo è far capire all’Europa che l’autorizzazione all’erogazione dei ristori per i danni Covid è funzionale al pagamento degli stipendi e dei fornitori della vecchia Alitalia fino alla nascita della nuova compagnia di bandiera il cui iter deve essere accelerato”, affermano il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale per il trasporto aereo, Ivan Viglietti, secondo quanto riporta Ansa.
Anche Fnta, che comprende i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, invoca un intervento “immediato” del governo, seppur consapevole che non basteranno i 55 milioni di ristori per il futuro della compagnia.
IL RITARDO DELLE INTEGRAZIONI SALARIALI
In ritardo sono anche le integrazioni salariali a carico del Fondo di Settore – Inps. L’Istituto di Previdenza, infatti, “non ha ancora dato corso” alle erogazioni già deliberate delle integrazioni del Fondo di Solidarietà Trasporto Aereo che integra fino all’80% della retribuzione, per la Cigs Alitalia di novembre 2020, e mesi successivi, “a causa di approfondimenti interni circa il periodo di riferimento sul quale si calcola l’integrazione delle retribuzioni”, denunciano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti ed Ugl Trasporto Aereo.
LA MANIFESTAZIONE DEL 1 MARZO
Previsti, dunque, ritardi su ritardi.
Ed è per questo che le organizzazioni sindacali hanno indetto per l’1 marzo una manifestazione sotto gli uffici Inps di Roma.
“Rappresenteremo con forza al governo, al Ministero del Lavoro e all’Inps la gravità della situazione che è ormai insostenibile per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie”, affermano le sigle sindacali.
“L’apertura immediata di un tavolo di confronto che possa trovare soluzioni concrete e garantire la continuità dei pagamenti”. Infatti “non è ammissibile lasciare le oltre undicimila famiglie senza reddito per un mero cavillo burocratico”, denunciano i sindacati.
L’INCONTRO DEL MISE-MIT-MEF
Che qualcosa cambierà il 26 febbraio?
Per quel giorno è fissato un vertice tra Ministeri dello Sviluppo economico, dei Trasporti e dell’Economia per discutere del dossier Alitalia. Al tavolo, per decidere sulla compagnia aerea, siederanno i ministri Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini. In forse, invece, la presenza del ministro Daniele Franco.