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Fca Tesla

Tutte le grane di Fca fra tax ruling in Lussemburgo e record di richiami in America

Acque agitate in casa di Fca per le notizie che arrivano sia dagli Stati Uniti che dall’Unione europea. Ecco come e perché il gruppo automobilistico guidato dall’amministratore delegato, Sergio Marchionne, non vive giorni tranquilli. CHE COSA HA SCRITTO DI FCA IL WALL STREET JOURNAL Il Wall Street Journal ha mandato di traverso il caffé dei…

Acque agitate in casa di Fca per le notizie che arrivano sia dagli Stati Uniti che dall’Unione europea. Ecco come e perché il gruppo automobilistico guidato dall’amministratore delegato, Sergio Marchionne, non vive giorni tranquilli.

CHE COSA HA SCRITTO DI FCA IL WALL STREET JOURNAL

Il Wall Street Journal ha mandato di traverso il caffé dei top manager di Fca. Fiat Chrysler automobiles è il gruppo numero uno nei richiami in Usa, ha infatti scritto il Wall Street Journal che, citando dati del governo statunitense, sostiene che da inizio anno il gruppo italo-americano ha richiamato oltre sei milioni di vetture nel mercato americano.

LA CLASSIFICA DEI RICHIAMI

Al secondo posto c’è Ford con oltre due milioni di veicoli richiamati. Il giornale finanziario scrive che Fca ha richiamato più vetture in ognuno degli ultimi tre anni di ogni altro produttore auto americano: 5,7 milioni nel 2017, 8,8 milioni nel 2016 e 11,5 milioni nel 2015.

TUTTI GLI ELEMENTI

Alcuni di questi dati includono i richiami dovuti agli airbag difettosi della giapponese Takata, che hanno colpito praticamente tutti i produttori di auto. Il Wsj sottolinea che “i richiami non riflettono necessariamente problemi sistemici all’interno di un gruppo” e che Fca “non è affatto l’unica azienda a dovere fare i conti” con i richiami. Nel caso di Ford, per esempio, i richiami sono costati oltre un miliardo di dollari dalla fine del 2016.

LE NOVITA’ DALL’EUROPA

Torna in auge nel frattempo in Europa la questione “tax ruling” che riguarda anche Fca. La vicenda risale al 2015, ma ora che la questione è approdata alla Corte di giustizia dell’Unione europea, l’istituzione comunitaria che ha il compito di garantire l’osservanza del diritto nell’interpretazione e nell’applicazione dei trattati fondativi dell’Unione europea.

CHE COSA DICE L’AVVOCATO DI FCA

Nel corso delle udienze Juan Rodriguez, l’avvocato della casa italo-statunitense, non soltanto ha spiegato che Fca ritiene di aver adempiuto a tutte le norme previste e di essere stata trasparente con le autorità erariali del Lussemburgo, ma che nonostante questo sia stata punita. Ma soprattutto, ha spiegato che: «Fca sente di essere stata penalizzata dalla Commissione. Non ci sono dubbi che questa stia tentando di creare un nuovo precedente con questo caso». Rodriguez ha poi aggiunto: «La Commissione ha agito come una autorità fiscale sovranazionale, se non come autorità fiscale sopranaturale» facendo capire che i commissari Ue non avevano il mandato per fare questo.

LA STORIA DELLA VICENDA

Nell’ottobre di tre anni fa la Commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager, decise che le intese fiscali (i cosiddetti tax ruling) concessi da Lussemburgo e Olanda nel 2012 rispettivamente a Fiat Finance and Trade (controllata Fca) e a Starbucks erano illegali. E per questo stabilì che le due società avrebbero dovuto restituire ai due Paesi almeno 20-30 milioni e non potranno più godere dello stesso trattamento di favore. E in situazioni simili vennero coinvolte altre grandi società come Apple in Irlanda e Amazon di nuovo in Lussemburgo.

I MESSAGGI PER FCA

er quanto riguarda il caso Fca , il Lussemburgo fece sapere di non condividere il parere della Commissione Europea spiegando che quest’ultima «non dimostrava in alcun modo l’esistenza di un vantaggio selettivo concesso aFca nell’ambito del quadro giuridico nazionale». «Il Lussemburgo» – proseguiva il comunicato – «ritiene di non aver concesso a Fiat Finance and Trade un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno, ai sensi dell’articolo 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea».

IL COMMENTO D MF/MILANO FINANZA

Ha scritto oggi Luciano Mondellini di Mf/Milano Finanza: “È evidente che il Lussemburgo, così come altri Paesi membri dell’Unione Europea come i Paesi Bassi o l’Irlanda, offrono intese fiscali alle grandi multinazionali, ottenendo un vantaggio netto nell’attirare nei rispettivi territori queste società, che altrimenti sceglierebbero altri lidi. Così come è chiaro che l’Ue cerchi di limitare questa sorta di competizione fiscale tra gli Stati membri dell’Unione”.

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