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casa di yokohama

Tutte le ansie finanziarie di Nissan

Secondo i media giapponesi Nissan starebbe valutando la vendita del proprio quartier generale nella speranza di restarci poi in affitto. Il costruttore, noto come "casa di Yokohama", è dunque pronto a tutto pur di reperire liquidità

C’è un dettaglio che, se confermato, mostrerebbe in tutta la sua drammaticità la portata della crisi economica in cui è piombata Nissan: la possibile alienazione del proprio quartier generale a Yokohama.

In un Paese come il Giappone nel quale l’edilizia anche per far fronte ai potenti terremoti che squassano il terreno lascia in piedi ben pochi edifici “storici” sarebbe sbagliato dire che Nissan sta pensando di vendere la sede che ne è l’emblema. Non si tratta infatti dello stabile nel quale è nata nel 1933.

LA CASA DI YOKOHAMA IN VENDITA?

Il quartier generale di Nissan è infatti tale solo dal 2009, ma ha comunque una forte valenza simbolica, costituendo ciò che Wolfsburg è per Volkswagen o il comprensorio di Mirafiori per Fiat. Si comprende perciò il peso delle indiscrezioni riportate, con sempre maggiore insistenza, da testate nipponiche autorevoli come Nikkei e Kyodo News.

SITUAZIONE SPINOSA PER ESPINOSA

Lo stabile, strategicamente piazzato nella prossimità della stazione ferroviaria di Yokohama, al di là del fiume Katabira, attualmente ospita anche una sezione aperta al pubblico nella quale vengono esposti i modelli più significativi del marchio giapponese. Ma presto Ivan Espinosa, Ceo dallo scorso primo aprile (chiamato in fretta e furia a ricoprire tale ruolo dopo le dimissioni del predecessore, Makoto Uchida, che ha dovuto rimettere le deleghe per via dello stato in cui versa l’azienda), potrebbe essere costretto a prendere la decisione di vendere le mura dell’edificio che ospita gli uffici centrali del marchio, così da reperire immediatamente liquidità.

NISSAN IN AFFANNO E IN AFFITTO

L’immobile, riporta la stampa nipponica, vale oltre 100 miliardi di yen (610 milioni di euro al cambio attuale) e quindi la sua cessione a terzi consentirebbe a Nissan di reperire liquidità utile a fare fronte alle necessità quotidiane. Le indiscrezioni riportate dalla stampa giapponese parlano del fatto che il management stia esplorando l’interesse del mercato per un “sale and lease back” ovvero un contratto che prevede la vendita dell’immobile con immediata sottoscrizione di una locazione-conduzione a favore della parte venditrice per permettervi di restare.

I NUMERI DELLA CRISI DI NISSAN (E IL PIANO PER PROVARE A RIPARTIRE)

I 610 milioni di euro della vendita, comunque, rischiano di essere una goccia nel mare tempestoso in cui naviga Nissan, considerata la maxi perdita da oltre 4 miliardi di dollari che ha posto l’epitaffio sui bilanci 2024. Bilanci dai margini pressoché azzerati (0,6%) ma soprattutto dal calo del 90% del margine operativo. Anche per questo, come anticipato da Start Magazine nelle passate settimane, il piano ‘lacrime e sangue’ del produttore d’auto giapponese (“Re:Nissan”, che sta per “Recovery Nissan” ma anche per “Re-Start Nissan”) va oltre l’alienazione degli immobili, prevedendo tagli di 20mila posti di lavoro, la chiusura di sette stabilimenti su 17 entro il 2027 e la necessità di far coriandoli del progetto per la realizzazione di una fabbrica di batterie a Fukuoka. A tutto ciò si aggiunge il non facile obiettivo di risparmiare 3,4 miliardi di dollari soltanto entro il 2026.

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