Attenti a quei due. Il mondo dell’auto, in particolare quello europeo, industria un tempo florida oggi fiaccata dalla transizione verso i propulsori elettrici e dalla baldanza dei competitor cinesi, guarda con apprensione al duo Donald Trump ed Elon Musk, decisi a imprimere una netta sterzata sul comparto automotive e sulle politiche commerciali statunitensi.
Se i dazi paventati da Trump rischiano di essere l’ennesimo guaio per i marchi di casa nostra, la decisione di tirare un colpo di spugna (anzi, tracciare una linea col classico pennarellone nero col quale The Donald amava firmare i provvedimenti a favore di telecamera) sulle agevolazioni fiscali per favorire la produzione di auto elettriche metterà in difficoltà anche le principali Case statunitensi.
L’IRA DI TRUMP SI ABBATTE SULL’IRA DI BIDEN
Il team di Trump starebbe progettando di eliminare appena si sarà insediato il credito d’imposta di 7.500 dollari per l’acquisto di veicoli elettrici nell’ambito di una più ampia riforma fiscale. Si tratta di una decisione che quasi certamente avrà forti ripercussioni sulle vendite, peggiorando la situazione contingente. I crediti del mirino del tycoon fanno parte dell’Inflation Reduction Act (Ira) del presidente Joe Biden e negli Usa sono considerati uno dei principali motori della transizione verso i veicoli elettrici.
LE TANTE CRITICHE PIOVUTE DA TUTTO IL MONDO
Secondo il Dipartimento del Tesoro, in soli tre mesi gli acquirenti di veicoli elettrici hanno risparmiato 600 milioni di dollari grazie a questi crediti. La formulazione di Biden era già stata aspramente criticata dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), dai governi giapponese e sudcoreano e dalla Ue in quanto consentiva l’accesso ai crediti esclusivamente alle aziende che avessero impiantato negli Usa la propria catena di valore.
Rifiutarsi è stato impossibile dato che per le aziende estere avrebbe voluto dire competere con i prezzi notevolmente più bassi posti in essere dalle rivali americane proprio grazie agli aiuti federali. E così quasi tutte le industrie hanno aumentato la propria presenza negli States e cercato fornitori locali per essere incluse nel novero delle beneficiarie, con investimenti extra per miliardi.
Fare coriandoli del corpus normativo di stampo protezionistico voluto dal predecessore di Trump significherebbe assestare un nuovo colpo a quelle Case automobilistiche che hanno speso fortune e ora rischiano di non vedere nemmeno i crediti fiscali promessi dalla Casa Bianca.
FUOCO AMICO DI TRUMP SU MUSK?
Molti osservatori si sono chiesti se il provvedimento rappresenti una sconfitta per Musk che ha lautamente finanziato la campagna elettorale di Trump proprio per aver modo di mettere piede nella cabina di regia e avere un peso su eventuali leggi che sfavorissero i suoi affari.
La realtà è che Tesla è tra le case automobilistiche che verrebbero solo sfiorate da una eventuale cancellazione in blocco dell’Inflation Reducation Act, data la sua posizione dominante sul mercato. L’amministratore delegato Elon Musk ha dichiarato che tale mossa anzi a lungo termine “probabilmente aiuterà Tesla” e proprio per questo vuole che vengano eliminati tutti i crediti d’imposta per i veicoli elettrici.
LA CALIFORNIA RIPRISTINA GLI AIUTI STATALI
Se Trump andrà in fondo con la volontà di eliminare gli aiuti federali (e quasi certamente lo farà avendo ricevuto la benedizione di Musk), la California al contrario è già pronta a ripristinare quelli a livello statale per non fermare la corsa all’auto elettrica.
Il governatore del Golden State, Gavin Newsom, annunciando l’intenzione di ripristinare il programma interno di incentivi all’acquisto di veicoli a batteria ha lasciato intendere che gli aiuti per le auto elettriche non saranno usati per consolidare situazioni di monopolio quanto piuttosto per “creare le condizioni affinché un maggior numero di costruttori possano mettere radici”. Insomma, quando lo Stato californiano riaprirà i rubinetti, Tesla non si potrà abbeverare.
Una dichiarazione che Musk ha subito definito “insane” (folle). L’ex startupper non si spiega il perché di questa decisione dal momento che “Tesla è l’unica società a produrre veicoli elettrici in California”. Così facendo Musk ha peraltro confermato la tesi del governatore.
La schizofrenia di Musk riguardo all’utilità degli aiuti pubblici è insomma evidente, seconda solo alle mosse dei vari inquilini della Casa Bianca sul tema della propulsione elettrica. Una schizofrenia che rischia di far perdere altri miliardi soprattutto ai marchi europei.