Elon Musk ci ha abituato a numerose capriole e giravolte, ma adesso che ha un ruolo operativo nel team di Donald Trump i suoi improvvisi sbalzi d’umore sono destinati ad avere maggiore eco mediatica.
IL COLPO DI SPUGNA DI TRUMP SUI SUSSIDI ALL’AUTO EV
Il tycoon, tornato alla Casa Bianca anche grazie ai cospicui finanziamenti del patron di X, Tesla e SpaceX (per limitarsi alle più importanti) ha infatti concordato con quest’ultimo la decisione di andare a fondo con la proposta di eliminare gli aiuti governativi a favore della produzione di auto elettriche: Musk non ha dovuto nemmeno fingere di incassare il colpo perché era noto da tempo che li considerasse solo un modo per le rivali di ridurre il distacco che le separa da Tesla.
Inoltre sembra che la decisione di Trump sarà controbilanciata da una legge più permissiva sulle auto a guida autonoma, mercato che da sempre Tesla presidia. Ma a quanto pare l’uomo più ricco del mondo non intende mantenere la medesima linea in California, il cui governo si prepara a varare un piano d’aiuti emergenziale a favore dell’automotive, escludendo però proprio l’azienda texana guidata da Musk.
LA MISURA NEL MIRINO DEL TYCOON
Per comprendere cosa sta accadendo bisogna riavvolgere gli ultimi accadimenti. Anzitutto, Trump ha fatto sapere che tra i suoi primi atti ci sarà la cancellazione dei crediti di imposta fino a 7500 dollari che la precedente amministrazione erogava a favore delle Case automobilistiche che, avendo una filiera radicata negli States, producono auto elettriche. Il tycoon lo aveva promesso in campagna elettorale e intende farlo appena si sarà insediato a Washington.
MUSK NON AMA GLI AIUTI PER LE AUTO ELETTRICHE
Fuoco amico nei confronti del suo principale supporter? No, perché appunto in diverse occasioni Musk aveva detto di non amare questo genere di aiuti che di fatto finisce per agevolare i marchi alle prese con la conversione elettrica della propria produzione nata endotermica. Tesla essendo nata elettrica non ha spese di questo tipo.
IL MERCATO DEI CREDITI GREEN
Del resto solamente nel 2023 la Tesla ha accumulato 34 milioni “crediti green”, assegnati annualmente dal governo centrale americano alle Case automobilistiche che superano gli standard di emissioni inquinanti.
Per avere un secondo termine di paragone e comprendere cosa significhi quel numero basti pensare che la big Usa General Motors si trova alle prese con un deficit di 17,8 milioni di crediti avendo dovuto rinunciare a circa 50 milioni di crediti per false dichiarazioni sulle emissioni tra il 2012 e il 2018.
Chi è in rosso può acquistare crediti green e chi è in attivo può venderli. Situazione che ha creato un mercato di dubbia efficacia almeno in ottica ambientale. Stando all’ultimo rapporto dell’Epa, l’Agenzia federale per l’Ambiente, lo scorso anno la Gm ha acquistato 44 milioni di crediti, mentre Tesla avendone in eccesso ne ha venduti 34 milioni, ovvero la quantità più alta mai ceduta dall’introduzione di questa misura.
SUGLI AIUTI PER LE AUTO ELETTRICHE MUSK CI HA RIPENSATO?
Insomma, si comprende perché Tesla e Musk possano fare tranquillamente a meno di altri tipi di aiuti a favore dell’auto elettrica. Senonché il governatore del Golden State, Gavin Newsom, annunciando l’intenzione di ripristinare il programma statale di incentivi all’acquisto di veicoli a batteria nel caso un cui Trump confermasse la promessa di cancellare i crediti di imposta nazionali, ha fatto alcune precisazioni.
Newsom ha infatti lasciato intendere che gli aiuti per le auto elettriche non saranno usati per consolidare situazioni di monopolio quanto piuttosto per “creare le condizioni affinché un maggior numero di costruttori possano mettere radici”. Insomma, quando lo Stato californiano riaprirà i rubinetti, Tesla non si potrà abbeverare.
LA REPLICA DI MUSK
Una dichiarazione che Musk ha subito definito “insane” (folle). L’ex startupper non si spiega il perché di questa decisione dal momento che “Tesla è l’unica società a produrre veicoli elettrici in California” (così facendo Musk ha peraltro confermato la tesi del governatore). Insomma, anche se a livello federale Musk siede nel medesimo governo che si prepara a fare coriandoli con gli aiuti governativi a favore delle auto elettriche, a livello nazionale è tutto un altro cinema.