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Trimestrale, Volkswagen accende le quattro frecce d’emergenza

Il costruttore tedesco non riesce a sorpassare l'annus horribilis 2024: anche nel nuovo anno Volkswagen deve vedersela con una trimestrale difficile. Tamponamenti da Pechino e da Washington tra la perdita di terreno in Cina e i dazi di Donald Trump

Rischia quasi di perdersi quell’unica voce positiva della trimestrale Volkswagen, peraltro collegata al fatturato (cresciuto del 2,8% a circa a 77,6 miliardi di euro), in un documento altrimenti segnato da numerosi rossi. Proprio come i numeri di Porsche usciti solo qualche ora prima.

LA TRIMESTRALE DI VOLKSWAGEN

Il documento certifica anzitutto che l’utile operativo è sceso di oltre il 36,9%, passando dai 4,6 miliardi dei primi tre mesi del 2024 a 2,9 miliardi. Praticamente dimezzato il margine, passato dal 6% al 3,7%. Scesa anche la liquidità netta delle attività automotive dai 34,4 miliardi di fine 2024 a 33 miliardi.

Perdura la compressione della redditività segno che la cura lacrime e sangue avviata negli ultimi mesi potrebbe non essere sufficiente a riportare il sereno sui conti del Gruppo. Tuttavia, i segnali positivi della spending review si intravedono nel free cash flow migliorato a -828 milioni di euro contro -2,5 miliardi un anno fa. Il risultato ante imposte è sceso del 39,5% a 3,1 miliardi, mentre l’utile netto è calato del 40,6% a 2,19 miliardi.

LA PREVISIONE PER IL 2025

Nonostante i dazi di Trump abbiano portato diverse Case automobilistiche a non fare previsioni per il futuro, il management tedesco ha provato a mettere nero su bianco l’indicazione di un fatturato visto in crescita del 5% massimo e per un utile operativo dato tra il 5,5% e il 6,5%, mentre per le attività prettamente automobilistiche si prevedono flussi di cassa tra 2 e 5 miliardi e una liquidità netta tra 34 e 37 miliardi.

IL GRUPPO RIMANE CONFINATO IN EUROPA?

Le sole notizie realmente positive giungono dall’Europa, che elegge ancora una volta Volkswagen quale marchio più apprezzato. Gli ordini totali sono aumentati del 29% su base annua, con una crescita del 64% per i veicoli 100% elettrici, che rappresentano ormai oltre un quinto del portafoglio.

I dazi di Donald Trump da un lato e la costante perdita di terreno in Cina dall’altro sembrano spingere perché Wolfsburg ridimensioni le proprie velleità di predominio su altri mercati, concentrandosi in questo periodo storico sul mantenimento di leadership nel Vecchio continente. E non sarà facile, dato l’arrivo delle auto cinesi low cost.

 

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