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Trenord

Trenord, ecco come l’Orsa fa deragliare Trenord (baciata dalla Regione Lombardia)

Lo sciopero del sindacato Orsa manda in tilt Trenord in Lombardia, pochi giorni dopo che la Regione ha rinnovato il contratto di servizio fino al 2030

Ritorno dalle vacanze difficoltoso per migliaia di lavoratori lombardi, rimasti questa mattina inutilmente in stazione in attesa di un treno che non è mai arrivato. La sigla sindacale Orsa Ferrovie Lombardia ha infatti tirato dritto, confermando lo sciopero dei lavoratori Trenord. E nemmeno l’allarme smog che attanaglia la pianura padana è bastato a dissuadere il sindacato autonomo: a essere revocata non è stata infatti l’interruzione del servizio pubblico ma il divieto alla circolazione dei mezzi.

SCIOPERO TRENORD, LA SITUAZIONE ATTUALE

L’interruzione ha avuto inizio alle 3 di stanotte e durerà fino alle 2 di giovedì 9 gennaio. Assicurate le fasce di garanzia per i treni dalle 18 alle 21 (ciò significa che quelli che concludono la propria corsa oltre le 21 non saranno effettuati, se il personale Trenord sciopera, qui la lista integrale dei garantiti). Coinvolti i convogli della circolazione dei treni regionali, i suburbani e a lunga percorrenza di Trenord e quelli del servizio Malpensa Express. Durante l’ultima agitazione indetta da Orsa, lo scorso 15 dicembre, l’adesione era stata attorno al 70%. Finora, a giudicare dalle informazioni veicolate dal sito Trenord e dai treni soppressi in mattinata, sembra persino più alta.

La sigla sindacale, che rappresenta poco più del 14% del totale del personale, ormai arrivata al quinto sciopero in meno di 12 mesi, lamenta (qui le rivendicazioni) il mancato rispetto del contratto di lavoro e dei precedenti accordi sottoscritti. “Permangono – scrivono i sindacalisti – significative differenze economiche tra i lavoratori: non si rinnova un contratto scaduto da ben cinque anni e i pochi incontri convocati nella maggior parte sono stati inconcludenti”.

FURENTE TRENORD

“Trenord – da parte sua – ribadisce di aver lavorato negli ultimi sei mesi con tutte le altre organizzazioni sindacali e di aver siglato tre accordi storici che valgono, a favore dei lavoratori, oltre 13 milioni di euro. Solo Orsa – viene sottolineato – ha scelto la via conflittuale. Contrariamente a quanto da loro affermato tali accordi preludono l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro in un contesto di relazioni sindacali positive. L’azienda – ha concluso Trenord – auspica che prevalga il senso di responsabilità dei lavoratori per dimostrare a tutti i cittadini il valore del servizio che Trenord offre sul territorio lombardo”.

LA POLEMICA PER IL RINNOVO NOVENNALE SENZA GARA

L’azienda, controllata paritaria da Regione Lombardia e Trenitalia, del resto, si è trovata nella scomoda situazione di non essere riuscita a garantire il servizio proprio all’indomani della decisione della giunta guidata dal presidente di Regione, Attilio Fontana (Lega), di rinnovarle il Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario per il periodo 1° gennaio 2021-31 dicembre 2030 senza passare da una gara d’appalto. Decisione presa in verità lo scorso 23 dicembre ma divulgata soltanto nelle ultime ore, quando un comitato di utenti ha scorto il bando in Gazzetta Ufficiale, e che non ha mancato di creare polemiche, soprattutto tra i pendolari che da anni lamentano continui disservizi (basta controllare su Facebook: è un fiorire di gruppi in cui gli utenti riversano il proprio malcontento). Qui, sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea del 27 dicembre 2019 scorso, i dettagli dell’appalto, dall’importo di circa cinque miliardi di euro.

ED È SUBITO SCONTRO POLITICO

I più colpiti sono proprio i pendolari, coloro cioè che utilizzano Trenord per entrare o uscire da Milano. La situazione è parsa evidente ancora stamattina: nel circondario stazioni nel caos, invece in città trasporto pubblico locale (affidato ad ATM) in grado di assorbire i disagi: mezzi vuoti e corse in orario. E dire che soltanto lo scorso anno aveva tenuto banco la polemica tra Regione e amministrazione cittadina (leggasi: Lega, che governa la Lombardia e Pd, che guida la città) per l’aumento dei prezzi dei biglietti di autobus, tram e metro. Un aumento però approvato dalla maggior parte dei cittadini di Milano, considerata l’efficienza dei mezzi pubblici.

TRENORD TENUTA D’OCCHIO DALL’AUTORITA’

Non si può dire che l’azienda di piazzale Cadorna goda del medesimo favore. Non solo tra gli utenti. Lo scorso dicembre Trenord è anche finita nel mirino del Garante dei Trasporti, insieme ad altre 13 società a livello nazionale, per il «mancato adeguamento delle carte dei servizi alla disciplina dell’Autorità». Vale a dire, «in materia di indennizzi, con riferimento ai diritti dei passeggeri ed in particolare quelli con mobilità ridotta, in materia di abbonamenti e più in generale sulle tempistiche massime per il riconoscimento del diritto all’indennizzo».

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