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Tpl

Il caro-bollette azzopperà anche il trasporto pubblico locale?

Quali saranno gli effetti dell'incremento dei costi energetici per il trasporto pubblico locale. L'intervento di Marco Foti

 

Le avvisaglie c’erano tutte. Qualcuno parla di tempesta perfetta, altri rimarcano con forza il disavanzo economico che si andrà a creare nelle aziende eroganti i servizi di TPL. Le quali aziende soffrono ormai da due anni a causa del coronavirus e sembra proprio invece che non sia l’unico problema per il 2022.

Come anticipato dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, nel primo trimestre del 2022 la bolletta dell’elettricità aumenterà del 55%, mentre quella del gas del 41,8%. Rincari assolutamente insostenibili per le società di trasporto che in Italia consumano in un anno il 34,5% di tutta l’energia del Paese (fonte Gestore Servizi Energetici).

Il presidente di Nomisma Energia, nel dicembre dell’anno scorso, aveva già comunicato il rischio dei rincari. Così come ASSTRA in occasione dell’audizione congiunta alla Camera e Senato della “V COMMISSIONE BILANCIO” del 19 novembre 2021.

Nello studio presentato dall’associazione delle società pubbliche di TPL si legge che “già negli ultimi mesi, il prezzo dei prodotti energetici e delle materie prime sta registrando una crescita esponenziale. L’andamento dei prezzi dei vettori energetici (in primis gasolio, metano ed energia elettrica) riveste particolare importanza per il settore del TPL: la voce relativa ai costi per la trazione è seconda nei conti aziendali solo al costo del personale”.

Per cui le avvisaglie c’erano e sono state abbondantemente comunicate, spiegate, attenzionate.

Secondo uno studio S&P Global – “The Energy Transition And What It Means For European Power Prices And Producers: September 2021” – si legge che “i prezzi dell’energia elettrica in Italia rimarranno superiori a quelli degli altri paesi europei a causa della predominanza dell’energia termica e della crescente dipendenza dalle importazioni. Si aspetta un forte rimbalzo dei prezzi dell’energia elettrica a decorrere dal 2021, trainato dall’aumento dei prezzi del gas e del carbone, con valori superiori ai 60 €/MWh nel periodo 2022-2026”.

I bilanci delle company italiane che eserciscono i servizi di TPL continuano a soffrire nonostante l’immissione in circolo di più di due miliardi di Euro dal Governo. Ma non per la crisi energetica. Occorre, pertanto, che si intervenga con misure compensative o di abbattimento del costo al fine di recuperare le gravi perdite generate dal rincaro dei prodotti energetici sui bilanci aziendali.

Perché oggi, gli operatori del TPL, risultano fra i maggiori consumatori di energia elettrica nelle grandi città, dove sono in esercizio sistemi di trasporto rapido di massa alimentati ad energia elettrica (linee ferroviarie, metropolitane, tramviarie e filoviarie) che contribuiscono in maniera decisiva ogni giorno a trasportare milioni di passeggeri.

Per cui la proposta di ASSTRA trova il sostegno affinché, a fronte di questa grave crisi (prolungata), il settore del Trasporto Pubblico Locale possa beneficiare delle agevolazioni di cui godono le aziende a cui è riconosciuto lo status di energivore, in quanto settore ad alta intensità di lavoro, ad alto valore territoriale e sociale, settore chiave per le sfide ambientali ed importante moltiplicatore di PIL e occupazione. Possibilità non preclusa dalla direttiva 96/2003/CE.

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