Sol calante sull’auto nipponica? Negli ultimi anni il marchio più venduto al mondo è stato Toyota, con quei suoi robusti pick-up che scorrazzavano tanto in Medio Oriente, persino negli scenari di guerra, quanto nei più impervi terreni statunitensi, guidati da un elettorato fortemente sciovinista ma che aveva capito che quando si ha bisogno di una vettura davvero affidabile bisognava guardare ben oltre Detroit, all’offerta nipponica. La Prius per qualche tempo ha permesso al colosso giapponese di imporsi sulle alture di Los Angeles, comparendo nelle ville dei Vip di Hollywood decisi a lanciare messaggi ecologisti al resto del mondo.
Ma poi la caparbietà di non abbandonare l’endotermico, la decisione di snobbare l’elettrico unita all’apparente incapacità delle software house del Sol Levante di produrre programmi capaci di competere coi vicini di casa cinesi sembrano aver messo in discussione il primato del Giappone nel settore dell’auto. Toyota presto o tardi potrebbe essere scalzata da una casa automobilistica cinese (Byd?). E soprattutto rischia di essere tagliata fuori dal mercato del Dragone, che si appresta a diventare il principale al mondo. Ma i cinesi, si sa, comprano soprattutto auto elettriche e tecnologicamente avanzate. Lo sanno bene le Case europee, soprattutto quelle tedesche, che dopo aver condiviso il know-how si ritrovano relegate in fondo alla classifica dei marchi più venduti. Ecco perché sono da seguire con attenzione le mosse di Toyota coi colossi dell’elettronica Xiaomi e Huawei.
IL PIANO DI TOYOTA PER CONQUISTARE I CINESI PASSA DA HUAWEI E XIAOMI?
Così, se per anni il Giappone è stato sinonimo di software per l’intrattenimento (non a caso le principali console da salotto sono tutte nipponiche), ora Toyota deve cucire frettolosamente alleanze con colossi cinesi come Huawei e Xiaomi. Quest’ultima, peraltro, ha debuttato nel settore dell’automotive in prima persona, facendo decisamente breccia nel cuore dell’utenza cinese. Anche troppo, dato che la produzione non riesce a stare dietro agli ordini che continuano a fioccare online.
Huawei dal canto suo è in piena trasformazione: la più grande Big Tech asiatica bandita da Trump si sta velocemente trasformando nella risposta ad Apple sul piano dei device e a Windows e ad Android sul fronte dei sistemi operativi. O almeno ci sta provando, nel tentativo di diventare il produttore di soluzioni hardware e software di quella parte del mondo non troppo allineata con Washington che vorrebbe abbandonare i programmi e i dispositivi made in Usa. Una parte ben rappresentata dai Brics.
COSA HA DI SPECIALE LA TOYOTA BZ7
Il nome da segnarsi è quello della nuova berlina elettrica Bozhi 7, più familiarmente BZ7, che Toyota destinerà al mercato cinese, il cui lancio ufficiale dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno. A seconda delle vendite si capirà se i piani del costruttore nipponico incontrano i favori dell’utenza cinese, sempre più sofisticata quando si parla di auto elettriche, sempre più indirizzata a comprare marchi autoctoni.
Che Gac Toyota, ovvero la joint venture tra Toyota e il suo partner cinese Gac, intendesse portare a bordo la tecnologia di Huawei e Xiaomi lo si sa da qualche mese attraverso un annuncio ufficiale, ma con l’avvicinarsi del lancio emergono dettagli via via più concreti. La berlina elettrica lunga cinque metri sarà dotata di chiave digitale trasformando per esempio gli smartphone Huawei nel dispositivo di apertura e accensione del mezzo. La BZ7 sfrutterà inoltre l’ecosistema “Human x Car x Home” di Xiaomi pensato per collegare dispositivi personali e i prodotti per la domotica, tutto questo attraverso il pannello sul cruscotto.
TUTTE LE MOSSE CINESI DELLA NIPPONICA TOYOTA
Toyota in Cina ha anche una seconda joint venture, questa volta con Faw. Inoltre in agosto il suo brand di lusso Lexus ha comunicato di aver acquistato un terreno a Shanghai per costruire la sua prima fabbrica dedicata alla produzione di auto elettriche destinate al mercato cinese. Secondo quanto dichiarato, nella nuova fabbrica di Shanghai, a partire dal 2027, verranno prodotti fino a 100.000 veicoli elettrici all’anno.
Insomma, a parole la casa giapponese continua a essere una delle più refrattarie alle soluzioni puramente elettriche, ma quando si parla del mercato che assurge a diventare il numero uno al mondo Toyota si rivela molto più elettrizzata dall’idea di sostituire i powertrain tradizionali. Anche perché deve mantenere la propria posizione di leadership nelle vendite e non è più possibile riuscirci ignorando la Cina e il gusto dei cinesi.