Skip to content

stellantis guida autonoma

Stellantis inchioda sulle auto a guida autonoma?

Stellantis ripone in garage i software per le auto a guida autonoma di livello 3 nonostante gli annunci ottimistici di inizio anno: troppi costi e troppe incertezze. L'azienda guarderà agli sviluppatori cinesi?

Per alcuni il 2025 sarà l’anno delle auto a guida autonoma. Che, attenzione, non vuole affatto dire che sarà l’anno in cui queste vetture impareranno ad andare realmente da sole e si imporranno sul mercato, ma si fa riferimento al fatto che ormai la tecnologia sia sufficientemente matura e il numero di player inizi a essere adeguato per dare il via  a test stradali che permettano di capire se è qualcosa su cui puntare o meno.

DONALD TRUMP SPIANERÀ LA STRADA AI ROBOTAXI?

Complice anche Donald Trump che, nelle speranze di molti, dovrebbe allargare le maglie delle norme federali che al momento vincolano il numero di mezzi che possano essere prodotti negli Usa (la Cina, di contro, sta varando strette normative dopo un alto numero di sinistri che hanno riguardato proprio questa tipologia di mezzi).

Se si prende per buona tale ottica – tutta da verificare -, sorprende apprendere che Stellantis starebbe accantonando il suo primo progetto di guida autonoma a livello 3. Ma data la posizione economica del Gruppo italofrancese è indubbio che diverse voci di spesa che oggi zavorrano i bilanci debbano essere tagliate.

COME MAI STELLANTIS FRENA SULLA GUIDA AUTONOMA?

Secondo le indiscrezioni di Reuters si tratterebbe di una delle prime, dolorose, scelte del nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa, salito a bordo al posto di Carlos Tavares proprio col principale obiettivo di riportare l’auto italofrancese in carreggiata.

Ma come mai Stellantis avrebbe deciso di ipotecare proprio la guida autonoma che secondo diversi osservatori rappresenta il futuro dell’automotive? Colpa anzitutto dei costi che, come insegnano le tante Case che hanno creduto in progetti analoghi salvo poi ritirarsi alla chetichella (il caso più eclatante è senz’altro lo stop a Cruise in cui General Motors aveva investito per certo non meno di 8 miliardi), rischiano di essere a dir poco ingenti e di non avere alcun tipo di ritorno.

E colpa dunque pure della tecnologia: sono dieci anni che da Est a Ovest Case automobilistiche e software house buttano miliardi nell’immenso buco nero di questa nuova tecnologia eppure nessuno è ancora arrivato ai risultati preconizzati dai più ottimisti. Inoltre, sostiene Reuters – che in merito ha sentito tre persone a conoscenza del dossier – Stellantis avrebbe forti dubbi anche sul reale interesse dei consumatori per le auto a guida autonoma. Insomma, rischia di non esserci nemmeno la domanda.

IL PRECEDENTE CON AMAZON

Quel che è certo è che, se si parla di software, il gruppo guidato da Filosa sembra avere le idee parecchio confuse (ed è in buona compagnia qua in Europa, se si pensa alle vicissitudini di Vw con Cariad). Stellantis tre anni fa si era rivolta ad Amazon perché sviluppasse un cruscotto intelligente collegato con la domotica, ma l’accordo tra le due aziende dopo annunci roboanti oltre a non aver prodotto alcunché si è interrotto all’inizio di questa estate lasciando intendere che il player italofrancese sia ancora parecchio indietro nella progettazione di impianti di bordo realmente hi-tech.

STELLANTIS CONGELA LA TECNOLOGIA

Tornando all’accantonamento della tecnologia per la guida autonoma, la versione che Stellantis consegna a Reuters è leggermente differente: “Ciò che è stato svelato nel febbraio 2025 era la tecnologia L3, per la quale al momento la domanda di mercato è limitata, quindi non è stata lanciata, ma la tecnologia è disponibile e pronta per essere implementata“, ha affermato un portavoce del Gruppo.

Ma la tecnologia, soprattutto quella sperimentale, non è qualcosa che possa essere congelata in attesa di tempi migliori per poter essere servita in tavola nel prossimo futuro: servono continui investimenti o si rischia di essere superati dai competitor. Anche perché si parla del tipo di guida autonoma che esprime le cosiddette “funzionalità mani libere e occhi chiusi” (i controlli insomma ci sono, ma il conducente può anche distrarsi) che al momento è considerata di frontiera, perciò continuamente migliorabile.

COS’È (O COSA ERA) STLA AUTODRIVE

Il sistema, noto come STLA AutoDrive e presentato solo lo scorso febbraio, era stato progettato per la guida nelle aree urbane ad alta densità a velocità fino a 60 km/h così da ridurre, aveva spiegato qualche mese fa Stellantis “il ruolo attivo del conducente nel traffico stop-and-go e offrendo tempo prezioso a bordo vettura”.

Alla pressione di un pulsante, veniva illustrato in quell’occasione, “il sistema prende il controllo del veicolo mantenendo le distanze di sicurezza, regolando la velocità e gestendo la sterzata e la frenata senza soluzione di continuità in base al flusso del traffico”.

Tutto questo attraverso una serie di sensori per monitorare quanto accade attorno all’auto, in modo da essere una tecnologia “affidabile anche in caso di guida al buio o in condizioni atmosferiche come il caso della pioggia leggera” (questa specificazione lasciava supporre che non fosse adatto a situazioni meteo più impegnative).

A velocità più elevate, STLA AutoDrive avrebbe dovuto offrire le funzioni del Cruise Control adattivo e quelle di mantenimento della corsia nelle modalità di Livello 2 (mani sul volante) e livello 2+ (mani libere, occhi sulla strada).

STELLANTIS GUARDA A EST PER I SOFTWARE?

Non è noto quanto Stellantis abbia investito nello sviluppo della guida autonoma. Molti degli attori europei nel settore dell’automotive, consapevoli del gap tecnico che li separa dal resto del mondo, hanno iniziato a siglare partnership con colossi statunitensi o cinesi che battono tali strade da molto più tempo: chissà che il Gruppo italofrancese non decida allora di affidarsi alla promettente startup asiatica Leapmotor in cui ha investito miliardi.

Torna su