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Continua il silenzio tombale di Stellantis sulla gigafactory di Termoli

Ancora nessun aggiornamento da Stellantis sulla gigafactory di Termoli, la fabbrica di batterie che dovrebbe rilanciare lo storico stabilimento molisano. La Fim-Cisl chiede un incontro al ministero delle Imprese. Fatti, dichiarazioni e contesto.

Il sindacato Fim-Cisl ha criticato la decisione del gruppo automobilistico Stellantis di sospendere l’investimento nella fabbrica di batterie per veicoli elettrici (gigafactory, in gergo) a Termoli, in Molise.

COSA (NON) HA DETTO STELLANTIS SULLA GIGAFACTORY

“Entro il primo semestre del 2025, Stellantis e Acc [Automotive Cells Company, la joint venture sulle batterie con Mercedes-Benz e TotalEnergies, ndr] avrebbero dovuto sciogliere le riserve sull’avvio dell’investimento, ma a oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro e temiamo uno stop definitivo”, ha dichiarato il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. La sospensione è “un fatto estremamente grave”, ha aggiunto: “per questo motivo abbiamo chiesto con urgenza un incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy”.

LA SITUAZIONE NELLO STABILIMENTO DI TERMOLI

Secondo Uliano, rinunciare all’investimento nella gigafactory “significa negare una prospettiva industriale e mettere a rischio occupazionale circa 1800 lavoratori dello stabilimento e il tessuto produttivo del territorio molisano”.

Per più di trent’anni il sito di Termoli si è dedicato alla costruzione del motore a benzina Fire (acronimo di Fully Integrated Robotized Engine) della Fiat; le attività di questo reparto, però, sono state chiuse lo scorso giugno. Oggi rimangono soltanto le linee dei motori a benzina Gse (FireFly), Gme (Global Medium Engine) e V6; per l’inizio del 2026 dovrebbe partire la produzione del nuovo cambio eDct, ma si tratta di attività insufficienti a occupare tutta la manodopera.

LE RICHIESTE DELLA FIM-CISL

La Fim-Cisl ha chiesto a Stellantis “di garantire la continuità produttiva, collocando i motori esistenti anche su altri modelli del gruppo, con piattaforme piccole e medie, che sono in fase di aggiornamento con motori ibridi”. La manifattura del cambio eDct è stata definita “una commessa importante, ma insufficiente a compensare la perdita del Fire”.

“Ribadiamo la richiesta al governo italiano di intervenire con forza affinché Stellantis confermi l’investimento nella gigafactory“, ha detto Uliano; “diversamente, è necessario individuare le produzioni alternative da assegnare allo stabilimento” di Termoli.

PER LA FRANCESE TOTAL, LA GIGAFACTORY IN ITALIA NON S’HA DA FARE

Lo scorso febbraio, in un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, l’amministratore delegato di della compagnia energetica francese TotalEnergies Patrick Pouyanné aveva detto che Automotive Cells Company dovrebbe concentrarsi sulla Francia e abbandonare i progetti in Germania e in Italia. Significa che le gigafactory previste a Termoli e a Kaiserslautern potrebbero non venire mai realizzate, e che tutti gli sforzi si concentreranno sull’impianto di Billy-Berclau Douvrin.

Automotive Cells Company ha sede in Francia e la sua dirigenza è francese.

COSA POTREBBE SUCCEDERE

Ufficialmente, la joint venture ha sospeso la realizzazione delle fabbriche di Termoli e Kaiserslautern per valutare meglio la chimica su cui puntare.

Quasi un anno fa, Stellantis aveva annunciato un investimento da 4,1 miliardi di euro per una fabbrica in Spagna dedicata alle batterie al litio-ferro-fosfato: si tratta di una chimica più economica rispetto a quella “standard” al nichel-manganese-cobalto, ma meno performante (offre meno autonomia di guida al veicolo). È probabile che le batterie al ferro saranno destinate alle automobili low-cost, mentre i modelli di fascia più alta saranno dotati di batterie agli ioni di litio “tradizionali”.

Considerato che la gigafactory di Automotive Cells Company a Billy-Berclau Douvrin produce batterie al nichel-manganese-cobalto, e che la fabbrica di Stellantis in Spagna è dedicata a una chimica più economica, la cancellazione del progetto di Termoli non è implausibile. Anche perché nell’Unione europea le immatricolazioni di auto elettriche pure – che hanno prezzi generalmente più alti dei modelli con motore termico – stanno rallentando. Stellantis, inoltre, ha fatto pressione sulle autorità europee per incentivare la produzione di auto elettriche di piccole dimensioni e a prezzi contenuti.

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