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Che combina Stellantis a Londra?

Soltanto lo scorso febbraio Stellantis aveva annunciato in pompa magna il futuro elettrico dello storico stabilimento a Nord di Londra che produce furgoni da quasi un secolo: poche ore fa invece il Gruppo guidato da Carlos Tavares ha reso nota la chiusura di Luton per concentrare i propri sforzi su Ellesmere Port nel quale ha già investito 100 milioni di sterline nel '21 e intende investirne altri 50 nei prossimi mesi

Stellantis ha avviato una serie di consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori e le autorità locali per procedere con la chiusura dell’impianto di Luton, a Nord di Londra, avendone decretato improvvisamente la chiusura.

STELLANTIS SALUTA LUTON

La finalità degli incontri è individuare opportunità di ricollocamento per i circa 1.100 lavoratori del sito che il Gruppo intende sacrificare per razionalizzare le spese. Si tratta di un fulmine a ciel sereno per la comunità sorta attorno allo stabilimento di inizio ‘900 non solo perché ha sempre prodotto veicoli commerciali dal 1932, ma anche e soprattutto in quanto, secondo gli annunci della stessa Stellantis, pareva centrale all’interno dei progetti di elettrificazione del marchio.

IL GRUPPO SI CONCENTRA A ELLESMERE PORT

Soltanto a febbraio Stellantis aveva annunciato l’intenzione di trasformare Luton nel secondo stabilimento del Gruppo nel Regno Unito avviato alla produzione di veicoli commerciali elettrici così da contribuire “a soddisfare la crescente domanda di furgoni ev di medie dimensioni”.

I PIANI CESTINATI

Luton avrebbe dovuto iniziare a produrre dall’anno prossimo le versioni elettriche di diversi modelli come il Vauxhall Vivaro Electric (l’Opel Vivaro Electric nel resto del continente europeo), il Peugeot E-Expert, il Citroën ë-Dispatch e il Fiat E-Scudo sia con guida a destra che a sinistra.

L’impianto avrebbe dovuto servire prevalentemente il mercato britannico e dunque sfornare veicoli elettrici dotati di postazione di guida a destra, ma nei piani era anche previsto dovesse essere in grado di esportare nei mercati della guida a sinistra. Tutto ciò mentre dalle sue linee sarebbero dovuti ancora uscire tradizionali furgoni endotermici.

LA NUOVA STRATEGIA ELETTRICA STELLANTIS IN UK

L’altro impianto già attivo nel segmento si trova a Ellesmere Port e ha avviato la produzione di veicoli commerciali elettrici nel 2023 a seguito di un investimento del Gruppo da 100 milioni di sterline: è il solo che Stellantis, con la chiusura di Luton, al momento intende mantenere aperto.

NUOVI INVESTIMENTI PER L’IMPIANTO SUPERSTITE

L’improvvisa decisione ipoteca il futuro di oltre un migliaio di lavoratori. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato uscente Carlos Tavares proporrà la possibilità di trasferimento da Luton a Ellesmere, dove sono previsti ulteriori investimenti per 50 milioni di sterline per trasformare l’attuale hub o in un polo dedicato esclusivamente alla produzione di furgoni a batteria. Ma la notizia è stata accolta con preoccupazione dalla comunità locale che teme la desertificazione industriale.

PAROLA D’ORDINE? RISPARMIO

Del resto l’ultima trimestrale ha certificato il periodo tutt’altro che facile che sta vivendo il Gruppo, con ricavi netti pari a 33 miliardi di euro, in calo del 27% rispetto al terzo trimestre 2023. L’azienda in merito parla apertamente di minori consegne e impatti sui prezzi ed effetti sui cambi valuta.

Le consegne consolidate si sono fermate a quota 1,148 milioni vetture, in calo di 279 mila unità, dunque una diminuzione del 20% rispetto all’anno precedente. Un numero che da solo basta a dimostrare la perdita d’appeal dei marchi nel portafoglio Stellantis e, soprattutto, la perdita di quote nei principali mercati: europeo e americano.

In Europa il fatturato trimestrale presenta uno smottamento inferiore del 12% causato, fanno sempre sapere dal gruppo, da volumi di spedizione inferiori, delle continue pressioni sui prezzi nel mercato e dei maggiori impegni di riacquisto, solo parzialmente compensati da un mix positivo di modelli grazie al passaggio dai veicoli del segmento B a quelli del segmento C. Considerata la situazione economica, lecito attendersi un riordino della produzione in vari Paesi con operazioni di questo tipo.

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