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Banche

Stellantis a caccia di fondi statali in Spagna per l’auto elettrica

I fondi del governo iberico continuano ad attrarre costruttori importanti. Dopo i tedeschi di Volkswagen anche Stellantis punta alla Spagna. Solo Ford smilitarizza per tornarsene negli Usa. Tutte le ultime novità da Madrid sull'auto elettrica

 

La Spagna non ha mai avuto una grandissima storia nel campo dell’automotive, ma è sempre stata, per motivi prettamente economici e salariali, la nazione in cui i marchi stranieri preferivano aprire le proprie industrie. Tant’è che, per numero di vetture prodotte, si trova dietro la Germania e davanti alla Francia, che pure vanta numerosi marchi come Peugeot, Renault, Citroen / DS e Alpine. Con il passaggio alle motorizzazioni elettriche la situazione non sembra destinata a cambiare. Forse il Paese iberico non si doterà di marchi proprietari (le resta la Seat), ma sta sicuramente attraendo le Case estere che intendono investire nelle auto EV. Merito, anche, di una politica industriale che affonda le proprie radici negli aiuti comunitari europei postpandemici: dei circa 70 miliardi di euro del Pnrr spagnolo, Madrid ne destinerà 13 per la eMobility già da qui al 2023. L’Italia, per fare un confronto, soltanto un miliardo.

STELLANTIS GIA’ CON UN PIEDE IN SPAGNA?

Non a caso il gruppo Stellantis avrebbe instradato una trattativa col governo spagnolo per portare nella penisola iberica la produzione della Stla Small, la piattaforma dedicata alle auto elettriche di piccole dimensioni. Per la precisione negli impianti di Vigo, Madrid e Saragozza. Secondo la stampa locale, Cinco Dias, i colloqui sarebbero già a una fase avanzata dopo una prima fase tumultuosa con attriti sull’accesso ai Perte, i progetti di sostegno all’industria automobilistica sostenuti con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza garantiti dalle autorità europee.

Il primo bando Perte, avendo fissato la deadline entro la metà del 2025, avevano impedito a Stellantis di presentare la domanda per accedere al bando con il nuovo progetto della piattaforma Small. Il Gruppo franco-italo-statunitense aveva comunque ottenuto circa 67 milioni di euro per i programmi Tesis e Aries: il primo, da 52,2 milioni, per investimenti nella fabbrica di Figuerelas, alle porte di Saragozza, mentre il secondo, da 15,2 milioni, per l’ammodernamento dell’impianto di Vigo.

Il governo ora è al lavoro sul secondo Perte e, rispetto al primo bando, avrebbe accolto alcuni dei rilievi avanzati da Stellantis tra cui l’estensione fino al 2028 della scadenza per l’esecuzione del piano di investimenti. Tra le modifiche delle parti che avevano scatenato le lamentele dei costruttori esteri, anche tutti i richiami a realtà, startup, università e centri d’incubazione locali per creare filiere di valore. “La decisione non è stata presa, ci sono questioni in sospeso da chiudere”, fa sapere il Gruppo alla stampa spagnola, mentre il governo centrale ostenta sicurezza e parla di “un’armonia totale” tra le parti.

GLI INVESTIMENTI DI VW

Nemmeno un anno fa Volkswagen ha annunciato di voler mettere sul piatto 10 miliardi (inizialmente la somma preventivata era di sette) per avviare la produzione di vetture a zero emissioni e la creazione delle relative batterie in Spagna. In quell’occasione, accompagnato da mezzo governo iberico, il numero 1 dell’epoca, Herbert Diess, aveva dichiarato: “Elettrificheremo la Spagna con una nuova gigafactory e una nuova fabbrica dedicata alle auto elettriche. Creeremo un ecosistema di fornitori che lavori su tutta la catena del valore, dall’estrazione del litio all’assemblaggio delle batterie”.

Il riferimento del Ceo era alla fabbrica delle batterie di Segunto, che avrà una capacità di 40 GWh all’anno e dovrebbe essere pronto entro il primo trimestre del 2023. La gigafactory sarà invece operativa entro il 2026 ma arriverà a pieno regime solo nel 2030 quando arriverà ad avere oltre 3.000 dipendenti.

Il piano tedesco prevede il coinvolgimento di Seat e, soprattutto, della più grande azienda energetica spagnola, Iberdrola, che ha stanziato 500 milioni di euro per la mobilità elettrica e che installerà un parco fotovoltaico che contribuirà ad alimentare la gigafactory che sorgerà a Sagunto, vicino a Valencia. Sarebbe stato proprio l’intervento di Seat e Iberdrola, con ogni probabilità spinte in campo dal governo spagnolo, ad aver convinto i tedeschi a mettere sull’operazione 3 miliardi in più, col passaggio da sette a 10.

FORD SCAPPA DALLA SPAGNA

In controtendenza Ford che, è noto, ha ormai deciso di rientrare in patria, sia per ottimizzare i costi sia per l’Ira di Joe Biden (il piano di incentivi per chi produce in patria). L’Ovale Blu è in procinto di effettuare un taglio della forza lavoro nell’impianto clou per la sua strategia di passaggio alla mobilità elettrica soprattutto a seguito dell’addio alla produzione di automobili nella tedesca Saarlouis: Almussafes, alle porte di Valencia (Spagna).

La riduzione colpirà 1.144 dipendenti dei 6 mila attuali, facendo ricorso a misure di accompagnamento all’uscita come i prepensionamenti e i congedi incentivati. Già ora, almeno fino a giugno, l’impianto di Valencia procede a singhiozzo, con buona parte delle tute blu in Erte (strumento analogo alla nostra cassa integrazione).

Ma, appunto, la situazione sarebbe dovuta cambiare con la decisione di chiudere Saarlouis rendendo Almussafes perno dell’elettrificazione del marchio statunitense. Invece quello in discussione in questi giorni sarà il terzo piano di riduzione in tre anni, dopo quelli del 2020 e del 2021. Almussafes continuerà a produrre solo la Kuga e e il furgone Transit Connect fino all’arrivo, nel 2025, dei modelli basati su una nuova piattaforma per le elettriche.

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