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Dazi auto, Trump accontenta Ford e General Motors

L'amministrazione Trump ha ceduto alle pressioni di Ford e General Motors e ammorbidito l'impatto dei dazi sulle automobili per i produttori americani. Intanto, applica tariffe anche sugli autocarri e gli autobus. Tutti i dettagli.

Gli Stati Uniti hanno imposto un dazio del 25 per cento sulle importazioni di autocarri medi e pesanti e sui relativi componenti, più un altro dazio del 10 per cento sugli autobus: entreranno in vigore il 1 novembre. Allo stesso tempo, l’amministrazione di Donald Trump ha ceduto alle pressioni di Ford e General Motors, estendendo di tre anni – fino al 2030, dunque – uno sconto sulle tariffe per le aziende che realizzano e vendono veicoli finiti negli Stati Uniti. Sono previste delle agevolazioni anche per i costruttori di motori.

TRUMP AMMORBIDISCE L’IMPATTO DEI DAZI SU AUTO E CAMION

Nonostante la durezza retorica e la volontà di rinvigorire la manifattura americana – l’obiettivo dei dazi è proprio quello di incoraggiare la produzione interna e il rimpatrio delle imprese che hanno delocalizzato -, nel passaggio ai fatti l’amministrazione Trump ha dovuto tenere conto della complessità delle filiere: anche le aziende che producono negli Stati Uniti, infatti, sono dipendenti dall’estero per l’approvvigionamento dei componenti e hanno bisogno di tempo per riorganizzare la loro supply chain. Si stima che le automobili assemblate negli Stati Uniti contengano il 40-50 per cento di componenti importati.

Nei mesi scorsi la Casa Bianca aveva imposto un dazio del 25 per cento sulle auto e le parti. Per correggere la portata della misura, adesso ha stabilito che i produttori potranno ricevere un rimborso del 3,75 per cento sul prezzo di vendita dei loro veicoli made in Usa, che permetterà loro di mitigare l’impatto delle tariffe sui componenti. La misura resterà in vigore fino al 2030, anziché fino al 2027.

Allo stesso modo, anche i costruttori di autocarri potranno riavere indietro il 3,75 per cento del prezzo di vendita dei loro veicoli prodotti negli Stati Uniti, sempre fino al 2030. Più del 40 per cento degli autocarri venduti nel paese sono importati.

FORD E GENERAL MOTORS FESTEGGIANO

Queste concessioni rappresentano una vittoria innanzitutto per Ford e General Motors. Le due società – entrambe hanno sede in Michigan, un tempo il cuore vivo dell’industria automobilistica statunitense – sostenevano che le politiche commerciali di Trump avevano messo i produttori americani in una posizione di svantaggio rispetto a quelli stranieri, in particolare giapponesi: le automobili costruite in Giappone, infatti, sono soggette a un dazio del 15 per cento.

In un comunicato, l’amministratore delegato di Ford, Jim Farley, ha dichiarato che “condizioni di parità con una filiera stabile e conveniente porteranno a una maggiore crescita in America”.

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