Skip to content

Mirafiori Stop

Sorpresa, la Repubblica di Elkann non imbosca la notizia dello stop a Mirafiori

Non c'è pace per lo storico stabilimento torinese: ancora uno stop a Mirafiori. Il crollo nella domanda di auto elettriche ferma la produzione della Fiat 500e. Ma la dirigenza continua a promettere investimenti (esaltati dal quotidiano Gedi) tra mille inciampi comunicativi

Gli operai torinesi, tornati alle linee lo scorso 2 settembre dopo la pausa estiva, non hanno fatto in tempo a riaccendere gli impianti che già li dovranno nuovamente bloccare. L’ultimo stop a Mirafiori, dal 13 settembre all’11 ottobre, ha una portata tale per il principale hub Fiat del Paese che la stessa Repubblica, controllata da Exor attraverso il gruppo Gedi, quella stessa Exor degli Elkann che controlla anche Stellantis, solitamente benevola col Gruppo, quest’oggi deve dedicare una pagina dell’area Economia alla vicenda.

IL NUOVO STOP A MIRAFIORI

Lo storico impianto di Mirafiori sembra essere il grande malato dell’industria automobilistica italiana. Fim Cisl ha calcolato che i volumi produttivi misurati nel I° semestre 2024 sono risultati pari a 19.510 unità contro le 53,330 vetture prodotte nel 2023. Il crollo è verticale: -63% in un anno.

Il 90% dei volumi dello stabilimento torinese, pari a 17.660, da gennaio a giugno è stato rappresentato da 500 bev, il restante riguarda le vetture sportive di lusso a marchio Maserati con 1.850 unità. Negli anni di punta delle produzioni del Tridente, ricordano i lavoratori, quelle medesime linee sfornavano 10 volte tanto.

Colpire la produzione della bev significa bloccare l’impianto anche perché sebbene maggioritaria lungo quelle linee risultava già smagrita di quasi 2/3 rispetto alle 46.930 unità del 1° semestre del 2023. Questo, nei primi sei mesi del 2024, ha portato alla decisione di organizzare la linea di produzione su un turno e alla richiesta di Cigo e Cds. Dal 19 febbraio nei giorni in attività si è utilizzato l’ammortizzatore sociale coinvolgendo mediamente 35% /40% dei 1050 lavoratori sulla linea della 500bev. Nei primi sei mesi si è fatto inoltre ricorso a degli stop produttivi di 45 giornate, 19 nel primo trimestre e 26 nel secondo, che hanno coinvolto sia la linea della 500bev che quella di Maserati.

REPUBBLICA RICORDA GLI IMPEGNI DEL GRUPPO IN ITALIA

Nel dare la notizia, fin dall’attacco del pezzo Repubblica fornisce la versione aziendale: “Il gruppo guidato da Carlos Tavares dice che garantirà «la continuità di tutti i suoi impianti e delle sue attività » in questa complessa transizione. Confermato l’investimento da 100 milioni per realizzare superbatterie che rendano la 500 full electric più appetibile, mentre tra il 2025 e il 2026 sarà prodotta la nuova ibrida”.

Poi però deve dare spazio alle numerose lamentele dei rappresentanti dei lavoratori: «Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa», dice la Fiom. Per il segretario della Uilm torinese, Luigi Paone, «è urgente incalzare governo e azienda a riprendere il confronto sul futuro di Mirafiori», mentre il segretario della Fim Rocco Cutrì osserva che «ci troviamo in una condizione di alternanza tra poca produzione e nessuna produzione. Si anticipi il lancio della 500 ibrida».

TUTTI GLI INCIAMPI COMUNICATIVI DI STELLANTIS

Di Mirafiori si era parlato recentemente perché il Corriere aveva riportato la notizia che Stellantis a fronte dei numerosi stop and go cui è soggetto l’impianto italiano aveva proposto agli impiegati piemontesi di trasferirsi in Polonia: “«Cari operai torinesi, il lavoro c’è ma in Polonia, nella fabbrica di Thychy. Chi vuole trasferirsi volontariamente alzi la mano». È questa la proposta che venerdì 30 agosto le risorse umane di Stellantis formuleranno alle Rsa di Mirafiori a pochi giorni dalla (parziale) riapertura dello storico stabilimento. Un’ipotesi però che l’azienda avrebbe già ridimensionata.”

Una proposta irricevibile che aveva suscitato numerose polemiche, tanto più considerato che Stellantis si era impegnata col governo italiano a raddoppiare la propria produzione nel Paese. Una proposta irricevibile che fa il paio con la mail beffarda recapitata nelle ultime ore a tutti i dipendenti del Gruppo, operai inclusi (financo quelli in cassa integrazione di Mirafiori) per ricordare loro di sfruttare gli sconti a disposizione dei dipendenti nell’acquisto delle Maserati.

Torna su