skip to Main Content

Terre Rare

Lo sciopero dei macchinisti turba la Germania

I macchinisti tedeschi chiedono un ritocco delle tariffe salariali del 3,2% in 28 mesi e un “premio Corona”, cioè un bonus aggiuntivo per le difficoltà sopportate durante la pandemia. L'articolo di Pierluigi Mennitti

Dalle ore 2 di mercoledì 11 agosto i binari delle ferrovie tedesche si sono svuotati di mezzi circolanti. Prima si sono fermati i treni merci, poi quelli passeggeri. Il sindacato dei macchinisti GDL ha lanciato il primo pacchetto di una serie di scioperi che rischia di trasformarsi in una delle vertenze più aspre della storia sindacale tedesca. Questa prima astensione dal lavoro si prolungherà per due giorni e si concluderà alle 2 di venerdì 13 agosto: 24 ore di blocco quasi totale, dopo le quali i sindacati si attendono un avvicinamento della controparte alle proposte avanzate e finora rifiutate, altrimenti si tornerà a scioperare.

Una forma di protesta dura, anche perché avviene in piena ripresa dei contagi di Covid, con l’aumento degli assembramenti nei pochi treni circolanti, e – a seconda dei calendari regionali – alla fine delle ferie estive (e quindi in coincidenza dei rientri) o all’avvio dell’attività dopo le ferie. A Berlino, ad esempio, lo sciopero dei ferrovieri coinvolge anche il funzionamento della metropolitana di superficie (che assieme a quella sotterranea gestita però da un’altra società compone la rete metropolitana cittadina), impattando in maniera pesante sulla mobilità urbana della capitale. Gravi disagi si registrano già per il traffico dei pendolari.

I macchinisti, guidati dal combattivo Claus Weselsky, chiedono un ritocco delle tariffe salariali del 3,2% in 28 mesi e un cosiddetto “premio Corona”, cioè un bonus aggiuntivo per le difficoltà sopportate durante i mesi della pandemia. La Deutsche Bahn (DB) non intende cedere, anche perché i conti aziendali sono tutt’altro che positivi e il management dell’azienda è anzi alle prese con un sostanziale ripensamento delle proprie strategie, anche in vista del maggiore impegno del settore nella mobilità dei prossimi anni. Di fronte alle perdite dovute proprio all’impatto della pandemia, DB propone al contrario il prolungamento dell’attuale quadro tariffario e promette di prevedere un aumento più in là nel tempo.

La vertenza è inasprita dalla concorrenza che, sul piano sindacale, GDL deve subire da un’altra sigla, EVG, che già nello scorso ottobre aveva da parte sua sottoscritto un accordo tariffario con Deutsche Bahn accettando il prolungamento della tariffa precedente sino alla fine del 2021, un aumento dell’1,5% a partire da gennaio 2022 e la riduzione di 50 euro del contributo pensionistico. La concorrenza fra le due sigle è, secondo i alcuni osservatori, anche alla base dell’irrigidimento di GDL, che lotterebbe per la sua sopravvivenza.

Martin Seiler, responsabile del personale all’interno del consiglio di amministrazione di Deutsche Bahn, si è detto deluso per le scelte di GDL e ha rinfacciato il fatto che i dirigenti dell’azienda abbiano rinunciato a bonus e aumenti per il 2021, proprio per dare il buon esempio dopo le perdite subite per il Covid.

Alle critiche di Deutsche Bahn e delle associazioni dei consumatori, che denunciano la scorrettezza delle astensioni durante le ferie e il breve tempo intercorso dall’annuncio (martedì sera), Weselsky ha ribadito la posizione dei macchinisti: nessun prolungamento del salario attuale, aumento nella misura indicata e bonus Covid, come d’altronde si sono assicurati i dirigenti. Non sono mancati toni demagogici (Non accetteremo che i dirigenti si riempiano le tasche e taglino i contributi pensionistici) e stilettate al sindacato concorrente, tanto per dar corpo ai sospetti degli osservatori: “Noi non possiamo accettare che EVG si sia dichiarata soddisfatta di quell’accordo che ha raggiunto”, ha detto.

Oltre ad aver di nuovo respinto le richieste di GDL e aver invitato Weselsky a sedersi di nuovo al tavolo delle trattative rinunciando a ulteriori giorni di astensione, l’azienda è al momento impegnata a contenere i disagi per l’utenza. Le prime notizie non sono incoraggianti: DB ha varato un piano di emergenza che punta a mantenere in attività un terzo dei treni circolanti, ma gravi difficoltà sono state segnalate nelle regioni orientali e su alcune linee calde a ovest, tra Amburgo e Francoforte, nel Nordreno-Vestfalia e in particolare nel distretto della Ruhr, così come nei collegamenti tra città e aeroporti. Disagi estesi per i pendolari e situazione più complessa a Berlino, dove è ripresa anche l’attività scolastica e lo sciopero colpisce una parte del servizio di metropolitana.

Allo sciopero il sindacato dei macchinisti è arrivato dopo una consultazione interna che ha coinvolto tutti gli aderenti. Weselsky è giunto all’annuncio con il sostegno del 95% degli iscritti. Normalmente il governo non interviene direttamente in questo tipo di trattative, al limite si offre come mediatore in caso di distanze incolmabili. Ma se lo scioperò si prolungherà nel tempo, la vertenza impatterà anche nella campagna elettorale in corso per il rinnovo del parlamento e per la cancelleria. L’ultimo sciopero aveva interessato Deutsche Bahn nel 2018. Quello del 2021 rischia di protrarsi a lungo. GDL vuole che sia Deutsche Bahn a fare la prima mossa, presentando una proposta salariale che vada incontro alle richieste del sindacato.

Altrimenti, passato il week-end, si annunceranno dalla prossima settimana nuove giornate di sciopero, anche in nome della supremazia sindacale.

Back To Top