L’Antitrust si muove nei confronti di Ryanair che potrebbe aver abusato della propria posizione dominante nel mercato del trasporto aereo per farsi spazio anche nell’offerta di servizi turistici come hotel e noleggio auto, danneggiando così le agenzie di viaggio e i consumatori.
L’ISTRUTTORIA DELL’ANTITRUST
Dunque l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento nei confronti della compagnia irlandese “per possibile abuso di posizione dominante di natura escludente”. Nel comunicato stampa diffuso da Piazza Verdi si ricorda che Ryanair è il primo operatore nel trasporto aereo di linea passeggeri nei voli nazionali e da e per l’Italia.
Secondo l’Autorità la compagnia farebbe leva proprio sulla posizione dominante che detiene nei mercati in cui opera per estendere il suo potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (ad esempio hotel e noleggio auto). Il tutto, sempre secondo il provvedimento d’avvio, ai danni delle agenzie di viaggio – online e offline – e dei clienti che si rivolgono loro per comprare questi servizi. In particolare, il vettore sembra ostacolare l’acquisto – da parte delle agenzie – dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito e ne consente invece l’acquisto alle sole agenzie tradizionali tramite piattaforma GDS a condizioni che però sarebbero ben peggiori per prezzo, ampiezza dell’offerta e gestione post vendita del biglietto.
In sostanza, secondo l’Authority guidata da Roberto Rustichelli, il comportamento di Ryanair avrebbe effetti non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori perché provocherebbe “condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo” e “ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione”.
I PRECEDENTI DELL’ANTITRUST CON RYANAIR E ALTRE COMPAGNIE AEREE
Non è però la prima volta che la lente dell’Agcm si posa sul trasporto aereo. A maggio 2021, infatti, l’Autorità ha irrogato una sanzione di 4,2 milioni di euro a Ryanair per pratiche commerciali scorrette e poco prima un analogo provvedimento era stato preso nei confronti di easyJet (2,8 milioni) e di Volotea (1,4 milioni). La società, venute meno le limitazioni agli spostamenti legate all’emergenza per Covid 19, non aveva rimborsato ai consumatori il costo dei biglietti per i voli cancellati dopo il 3 giugno 2020. Secondo l’Autorità, le tre compagnie avevano tenuto “una condotta gravemente scorretta e non rispondente al canone di diligenza professionale” perché – terminate le limitazioni agli spostamenti a causa della pandemia – hanno cancellato numerosi voli programmati e offerti in vendita utilizzando sempre la motivazione dell’emergenza sanitaria e continuando a rilasciare voucher evitando così di rimborsare il costo dei biglietti annullati.
A Ryanair, inoltre, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contestava una campagna pubblicitaria ingannevole, diffusa attraverso i principali mezzi di informazione in cui si parlava della possibilità di cambiare il volo gratis mentre la società applicava per il nuovo volo scelto dal consumatore tariffe più alte di quelle che venivano contestualmente praticate sul proprio sistema di prenotazione.
Lo scorso dicembre l’Autorità ha poi avviato un’istruttoria nei confronti della stessa Ryanair e anche di Wizz Air, EasyJet e Ita ossia le principali compagnie aeree che offrono servizi di trasporto aereo nazionale verso la Sicilia. A sollevare la questione dei rincari dei biglietti aerei soprattutto in prossimità delle festività natalizie, oltre al Codacons, anche il governatore siciliano Renato Schifani. I quattro vettori, come evidenziato dall’Antitrust nel provvedimento d’avvio, presentano “un numero di frequenze operate che varia da tratta a tratta ma che, con riferimento alle tratte più rilevanti (quali la Milano/Palermo e la Milano/Catania e la Roma/Palermo, e la Roma/Catania), può arrivare complessivamente fino a 20 voli giornalieri per tratta”. Obiettivo dell’istruttoria è capire se i rincari dei biglietti aerei siano “il frutto di un comportamento collusivo tra i vettori aerei, eventualmente facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo, piuttosto che un adattamento razionale alle condizioni di mercato”.
COS’HA DECISO IL GOVERNO SUL CARO VOLI
Nel frattempo continua il lavoro del governo proprio per affrontare il nodo del caro voli per le isole. Con un emendamento al dl Asset, all’esame del Senato, anche per evitare eventuali obiezioni da parte della Commissione europea, Palazzo Chigi ha eliminato il tetto ai prezzi (200% del costo medio) che aveva messo in allarme le compagnie aeree. La proposta di modifica prevede che, per limitare l’utilizzo degli algoritmi, vengano affidati maggiori poteri all’Antitrust che dovrà verificare se il prezzo del biglietto sia iniquo in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha difeso l’emendamento che “affida” a Piazza Verdi “l’esame in concreto del fenomeno speculativo dotandolo di penetranti poteri”. Non sono dello stesso parere i sindacati, che parlano di “marcia indietro” (Filt Cgil Sardegna) e di “mossa non coraggiosa” (Uil Trasporti Sardegna), e neppure le associazioni dei consumatori con l’Unc il quale chiede che “l’Antitrust possa intervenire non solo per abuso di posizione dominante o intesa restrittiva della concorrenza, ma anche per pratica commerciale scorretta”, il Codacons che definisce le misure “annacquate” e “non in grado di tutelare realmente i consumatori italiani” e Assoutenti che parla di novità “non ancora sufficienti a superare le criticità del settore”.