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Renault lascerà a piedi 3mila dipendenti?

Renault a dispetto di molte altre rivali europee continua a vendere, ma si appresta ad affrontare le sfide ormai imminenti (in primis, la concorrenza cinese) ottimizzando le spese e fino a 3mila dipendenti potrebbero andarci di mezzo

Anche Renault, come diverse altre Case automobilistiche europee, potrebbe avviare un piano di ottimizzazione dei costi che rischia di incidere sull’occupazione dei propri dipendenti. L’indiscrezione arriva dalla testata d’Oltralpe L’Informé ed è stata subito presa molto seriamente dai rappresentanti dei lavoratori francesi.

RENAULT PRONTA A LICENZIARE I PROPRI DIPENDENTI?

Per il quotidiano francese Boulogne-Billancourt starebbe valutando se eliminare circa 3.000 posti di lavoro, principalmente in aree amministrative e di supporto come risorse umane, finanza e marketing. Si tratterebbe di un taglio che defalcherebbe circa il 15 per cento del personale di quei reparti non collegati alla produzione di autovetture.

IL MAL FRANCESE

Indiscrezioni che almeno nella giornata di ieri hanno agitato gli azionisti del Gruppo, non fosse altro per la contemporaneità con altre notizie di burrasca, questa volta aventi carattere ufficiale, che vogliono la Francia sempre più nel tourbillon di uno psicodramma politico senza fine. Le voci di corridoio sui licenziamenti in Renault vengono infatti ventilate nelle medesime ore delle dimissioni di Sebastien Lecornu, ennesima riprova dell’impossibilità di ricomporre i cocci politici di un nuovo governo.

I DRONI PORTATI VIA DAI VENTI DI CRISI POLITICA?

Lo scossone politico potrebbe riverberarsi anche sui nuovi mercati che parevano aprirsi per Renault. Boulogne-Billancourt sembrava iniziare davvero a credere al piano presentatole dal governo francese di sfornare droni a supporto della Difesa della nazione: richiesta inizialmente ventilata con riferimento alla guerra in Ucraina e diventata più pressante in quest’ultimo periodo nel quale le relazioni diplomatiche tra Ue e Russia sono al minimo storico. Un progetto tutt’altro che definitivo che con ogni probabilità sarà ulteriormente rinviato data la crisi politica che si è rischia di inghiottire persino l’Eliseo.

COME L’HA PRESA LA BORSA

Per tutti questi motivi, la Borsa francese si trova già di per sé esposta ai timori degli azionisti e all’agire degli speculatori: nella giornata di ieri le vendite si sono abbattute soprattutto sui titoli finanziari e su business domestici come quello dell’energia. E anche il titolo della Losanga a metà giornata perdeva il 3,7 per cento salvo poi a fine seduta rimediare almeno parzialmente a -1,62 (al di là della Manica stava decisamente peggio Aston Martin a -10,09% dopo aver comunicato i tagli sulle previsioni del 2025).

COSA DICE RENAULT

Dal canto suo Renault, anziché smentire le ricostruzioni della stampa francese, si è limitata a spiegare che nessuna decisione in merito è stata ancora presa, confermando peraltro che è realmente in corso una riflessione sull’ottimizzazione dei costi fissi alla luce delle incertezze del mercato auto globale e di una concorrenza (principalmente cinese, il non-detto) che si fa sempre più forte.

QUALCHE NUMERO SUL 2025 DI RENAULT

Un bel problema per un costruttore tutt’altro che in crisi, specie rispetto alla situazione in cui annaspano altri marchi europei del calibro di Volkswagen o Stellantis. Secondo gli ultimi dati disponibili che ricomprendono i primi otto mesi dell’anno, Renault ha immatricolato 887.334 autovetture nell’area Europa allargata (Ue-Efta-Uk), con un incremento del 5,9% sull’anno precedente, a fronte di un mercato cresciuto dello 0,4%.

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