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Ricarica

Auto elettriche, come vanno le colonnine di ricarica in Italia. Numeri e problemi

In Italia risultano installate 16.700 colonnine di ricarica per le auto elettriche, ma non tutte sono utilizzabili per mancato collegamento alla rete: ecco numeri, ritardi burocratici e differenze nord-sud nell'indagine di Motus-E.

In Italia al 30 settembre 2022 risultano installati 32.776 punti di ricarica in 16.700 stazioni (o “colonnine”): il dato proviene dall’indagine trimestrale di MOTUS-E, l’associazione degli operatori della mobilità elettrica.

I NUMERI DEL TRIMESTRE LUGLIO-SETTEMBRE

Nel periodo luglio-settembre i punti di ricarica sono aumentati di 2072 unità, le colonnine di 1026 e le location di ricarica accessibili al pubblico di 815.

LENTEZZE NEL COLLEGAMENTO ALLA RETE

Sono numeri positivi, ma l’associazione fa notare come il 12 per cento delle infrastrutture installate non sia ancora utilizzabile dagli utenti per mancanza di collegamento alla rete elettrica o per altre ragioni di carattere autorizzativo.

CORRENTE ALTERNATA E CONTINUA

Il 45 per cento dei 2072 punti di ricarica installati nello scorso trimestre sono ad alta potenza. A livello complessivo, il 90 per cento dei punti di ricarica è in corrente alternata, e il restante 10 per cento in corrente continua.

IL DIVARIO NORD-SUD

La distribuzione geografica delle infrastrutture di ricarica mostra un divario importante tra il nord e il centro-sud: mentre nell’Italia settentrionale risulta distribuito il 57 per cento circa dei punti di ricarica, infatti, quelli posizionati al centro sono solo il 23 per cento, e quelli al sud e nelle isole appena il 20. In Calabria – scrive Repubblica – si trova una colonnina ogni 51 chilometri quadrati, e ogni 79 in Basilicata; in Veneto, invece, ce n’è una ogni 12 chilometri quadrati, e una ogni 9 in Lombardia.

IL CONFRONTO CON L’EUROPA

A livello complessivo, comunque, l’Italia mette a disposizione circa ventuno punti di ricarica per veicoli elettrici ogni cento auto elettriche “pure”, cioè non ibride, su strada. Si tratta di un dato – risalente allo scorso giugno – da valutare tenendo conto del numero totale di veicoli elettrici in circolazione, ma comunque superiore alla media europea (tredici su cento) e più alto di quelli della Germania (dieci su cento), della Francia (dodici su cento) e della Spagna (diciannove su cento). Tra i principali paesi europei, solo Belgio (ventiquattro su cento) e Paesi Bassi (trentacinque su cento) performano meglio dell’Italia.

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A giugno in Italia risultavano installati 30.704 punti di ricarica: in Spagna erano 16.926, in Francia 65.700, in Germania 78.729 e nei Paesi Bassi ben 100.092.

LE PREVISIONI AL 2035

Secondo MOTUS-E, comunque, l’Italia deve “colmare alcune lacune geografiche per raggiungere una capillarità maggiore e deve sanare il ritardo di installazioni in autostrada”, in modo da favorire una maggiore diffusione delle auto elettriche.

Stando alle previsioni della società di consulenza EY, nel 2035 saranno 130 milioni le auto elettriche circolanti in Europa, contro i circa 5 attuali. In quell’anno la domanda di ricarica arriverà a 65 milioni di punti.

I SUGGERIMENTI AL MiTE

Per incentivare l’espansione della rete di ricarica, MOTUS-E pensa che il ministero della Transizione ecologica debba espandere i beneficiari dei fondi del PNRR a supermercati, centri commerciali e parcheggi. Secondo Francesco Naso, segretario generale dell’associazione, c’è il rischio che le gare previste per gennaio prossimo vadano deserto, a causa delle difficoltà autorizzative: “se per partecipare ai bandi servissero le autorizzazioni preventive per l’installazione delle infrastrutture”, dice, “c’è il forte rischio che possano partecipare pochissimi operatori”.

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