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Tesla Autopilot

Perchè Tesla ha richiamato 53 mila auto elettriche

Mentre Tesla è costretta al ritiro di 53mila vetture per problemi tecnici, alcuni clienti fanno causa alla casa automobilistica per problemi con l’autopilot   Tempi duri per Elon Musk.Tesla, la casa automobilistica americana che ha scommesso sulle auto elettriche è stata costretta al richiamo di 53mila vetture, tra Model S e Model X, pari a…

Mentre Tesla è costretta al ritiro di 53mila vetture per problemi tecnici, alcuni clienti fanno causa alla casa automobilistica per problemi con l’autopilot

 

Tempi duri per Elon Musk.Tesla, la casa automobilistica americana che ha scommesso sulle auto elettriche è stata costretta al richiamo di 53mila vetture, tra Model S e Model X, pari a due terzi della produzione dello scorso anno a causa di problemi tecnici. Non solo: nelle scorse ore è stata depositata una class action contro l’azienda: gli utenti sostengono che il sistema autopilot presenta dei difetti che rendono la guida poco sicura. Ma andiamo per gradi.

Perchè Tesla ha ritirato 53mila vettura

auto elettricaNelle scorse ore Tesla ha annunciato il richiamo di 53mila auto elettriche, tutti “model S” e Model X”, assemblati tra febbraio e ottobre dello scorso anno. Si tratta di ben due tersi della produzione dei mesi scorsi, se si pensa che nel 2016 è stato assemblato un totale di 83mila prodotti.

Si è stati costretti al ritiro dal momento che i mezzi montano un ingranaggio che potrebbe essere stato realizzato in modo impreciso dalla filiale nordamericana dell’italiana Brembo. Il difetto provocherebbe la rottura del componente e il blocco dei freni per il parcheggio. Il problema, al momento, non è stato comunque causa di incidenti o problemi per l’incolumità dei passeggeri.

“Stiamo lavorando con Tesla per risolvere il problema rapidamente”, conferma un portavoce di Brembo North America.

“Nonostante meno del 5% dei veicoli richiamati potrebbe essere interessati dal problema abbiamo deciso il richiamo per seguire la vicenda con la massima cautela, dal momento che è difficile individuare con esattezza quali automobili montino effettivamente il pezzo difettoso”, ha invece commentato Tesla. Le riparazioni potranno essere completate nell’arco di 45 minuti.

Una class action contro Tesla

I guai per Tesla non si esauriscono con il problema tecnico. Alcuni clienti americani hanno infatti deciso di fare causa alla causa automobilistica per aver venduto negli Usa 47mila automobili dotate di un software per il pilota automatico “pericolosamente difettoso”.

Tesla - SolarcityI clienti, come si legge nella denuncia depositata alla corte federale di San Jose, in California, “sono diventati beta tester di software sgangherati che rendono le automobili Tesla pericolose”. In particolare, secondo gli utenti Usa, le vetture (che hanno un costo non proprio basso, tra gli 81mila euro e i 113mila euro), quando sono in modalità autopilot, si spostano di corsia “ondeggiando, frenando senza motivo o non riuscendo a rallentare quando si avvicinano ad altri veicoli”. Anche in questo caso le vetture coinvolte sono Model S e Model X, acquistate tra l’inizio di ottobre 2016 e la fine di marzo 2017.

“Questa causa è un tentativo in malafede per assicurare una parcella agli avvocati, mettendo in scena questo tentativo come se fosse un’azione legale legittima: a confermarlo è il fatto che la denuncia rappresenta molti fatti in modo errato. L’interpretazione non accurata e sensazionalistica della nostra tecnologia che è stata data da questo gruppo di persone è esattamente il tipo di disinformazione che minaccia di danneggiare la sicurezza dei consumatori”, ha commentato Tesla.

Guida autonoma: Tesla può fare la differenza

Tesla si assumeva un gran rischio a lanciare la tecnologia autopilot, che prevede che l’auto guidi in maniera completamente autonoma, sotto la supervisione del pilota, che in caso di sicurezza dovrebbe esser pronto a prendere il controllo. La casa automobilistica guidata da Elon Musk è finita sotto inchiesta per un incidente avvenuto con una Model S in modalità guida autonoma.

guida autonomaAi rischi, però, corrispondono anche dei premi. Tesla, come racconta Bloomberg, dal 2014 ad oggi ha raccolto i dati di più di 1,3 miliardi di miglia dalle auto che hanno operato in diverse condizioni stradali e meteorologiche, in tutto il mondo. Un vantaggio non di poco conto e che potrebbe rivelarsi fondamentale in questa corsa a portare il primo veicolo a guida completamente autonoma: quelle informazioni potrebbero fare la differenza. Insomma, per il momento, il produttore di auto elettriche ha qualcosa in più rispetto alla concorrenza. E anche rispetto a Google, General Motors Co. e Uber Technologies Inc.

“Non c’è dubbio che Tesla abbia un vantaggio”, ha detto Nidhi Kalra, ha commentato il ricercatore senior presso la Rand Corporation. “Si può imparare molto di più e velocemente da esperienze di diverso genere che da test effettuati con driver addestrati al volante.” Più dati si hanno, più velocemente gli algoritmi impareranno a gestire le diverse situazioni.

Tesla è “in una posizione davvero unica per spingere sull’avvento della guida algoritmica e dell’apprendimento automatico” dei veicoli, ha detto Adam Jonas, capo analista di Morgan Stanley per il settore mobilità. Tesla ha portato le sue auto in tutto il mondo, ha testato la tecnologia su diverse strade, in diverse situazioni, in ambienti urbani e con piloti che non sono addestrati per i test.

Insomma, non sarebbe più Google il re della tecnologia, nonostante abbia portato le sue auto per i test già diversi anni fa. Nemmeno Uber, che introdotto i veicolia guida autonoma per le strade di Pittsburgh e San Francisco può vanatre la grande mole di dati di Tesla.
General Motors, invece, solo nelle prossime settimane porterà su strada (in Michigan) le proprie driverless car per i test pubblici. A testare la tecnologia saranno però degli ingegneri della casa automobilistica, pronti ad intervenire se necessario.

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