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Perché l’Egitto punta sui caccia cinesi (snobbando gli F-16 americani)

L'Egitto acquisterà i caccia J-10C dalla Cina: il governo del Cairo ha rifiutato di aggiornare la sua attuale flotta aerea di F-16 americani optando per l'acquisto di caccia cinesi multiruolo di quarta generazione.

Decollano i caccia cinesi in Egitto.

Il Cairo ha deciso di acquistare i caccia J-10C Vigorous Dragon per sostituire la sua vecchia flotta di F-16 Fighting Falcon di fabbricazione statunitense. Dopo l’acquisto da parte del Pakistan del Chengdu J-10C nel 2022, l’Egitto sarà il secondo cliente internazionale a operare con questi caccia di di quarta generazione. È quanto ha riportato The National Interest. Pur avendo ricevuto l’offerta degli F-16V aggiornati dagli Stati Uniti, secondo la rivista americana, l’Egitto ha optato per i J-10C, ritenuti superiori in termini di capacità e costo comparabile.

Oltre ai tre squadroni di caccia MiG-29M ordinati dall’Egitto alla Russia nel 2015, la maggior parte dei caccia di quarta generazione del paese proviene da operatori occidentali (come i francesi Rafale di Dassault). Dunque l’acquisto di caccia J-10C segna un cambiamento significativo per il paese. Di sicuro riflette l’evoluzione del panorama politico e della volontà dell’Egitto di diversificare il suo apparato militare.

Tutti i dettagli.

L’EGITTO DIVENTA IL SECONDO CLIENTI INTERNAZIONALE PER I CACCIA CINESI J-10

L’Egitto si appresta a diventare il secondo paese ad acquisire il J-10C di fabbricazione cinese dopo il Pakistan, che ha ricevuto il primo lotto di caccia all’inizio del 2022.

Washington aveva offerto al Cairo l’F-16V aggiornato, ma come riportato da BulgarianMilitary.com, “Il J-10C offre capacità di combattimento superiori rispetto al modello F-16 migliorato, il tutto a un costo comparabile”. Inoltre, il J-10C fornirà alle forze armate egiziane l’accesso a due delle classi di missili aria-aria più capaci al mondo: il PL-10 e il PL-15.

RIDURRE LA DIPENDENZA DAI FORNITORI OCCIDENTALI (USA IN PRIMIS)

La mossa è un ulteriore segno della volontà del Cairo di diversificare i suoi fornitori militari per ridurre la dipendenza dall’Occidente, in particolare da Washington.

Come ricorda Rid, l’Egitto è attualmente uno dei principali destinatari del Foreign Military Financing (FMF) degli Stati Uniti. Secondo il Dipartimento di Stato, gli Stati Uniti hanno fornito all’Egitto oltre 50 miliardi di dollari in aiuti militari, con un record FMF del 2023 di 1,21 miliardi di dollari.

I quasi 200 F-16 americani costituiscono la spina dorsale della flotta egiziana. Tuttavia, alcune delle richieste del Cairo non hanno ricevuto il via libera dal Foreign Relations Committee degli Stati Uniti, che supervisiona il FMF, incluso il rifiuto dell’acquisto di F-15, per non parlare dell’F-35 di quinta generazione.

I RIFLESSI NEL TEATRO GEOPOLITICO MEDIORIENTALE

Sempre The National Interest osserva che l’Egitto punterebbe i J-10C, poiché i funzionari egiziani esprimono crescenti preoccupazioni per le operazioni militari israeliane sostenute dall’Occidente a Gaza. I funzionari del Cairo temono che queste operazioni possano costringere la popolazione di Gaza a cercare rifugio in Egitto. Questa possibile acquisizione è fondamentale se si considera l’attuale flotta di caccia egiziana, a lungo considerata non adeguatamente preparata per un importante conflitto interstatale.

Da parte israeliana, la mossa egiziana è guardata con estrema preoccupazione e sospetto. Il J-10C è considerato infatti più capace di qualsiasi caccia nella flotta israeliana, fatta eccezione per i suoi due squadroni di F-35, sottolinea BulgarianMilitary.com. Ciò potrebbe spingere Israele ad espandere i suoi ordini di F-35 e investire in missili aria-aria più avanzati per i suoi aerei.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

Infine, la scelta riflette l’intensificarsi dei legami militari tra Il Cairo e Pechino e l’espansione dell’influenza cinese in Nord Africa e Medio Oriente.

“La Cina si sta espandendo e sta prendendo di mira il mercato regionale [del Medio Oriente]”. Lo ha notato la scorsa settimana a Voice of America Kostas Tigkos, responsabile dei sistemi di missione e dell’intelligence presso la società di intelligence militare globale Janes.

“Questo segna un’altra pietra miliare nella diversificazione militare della Cina”. Inoltre “apre le porte a una maggiore collaborazione nei settori della sicurezza e incoraggia opportunità di investimento”. L’analista ha concluso che ora il Medio Oriente ha “il più alto tasso di crescita del commercio bilaterale della Cina”.

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