La notizia era nell’aria da tempo e ha le proprie radici nella ridefinizione degli accordi tra i due partner avvenuta lo scorso marzo, ma la concomitanza con cui Nissan è tornata a ribadire la propria intenzione di vendere il 5 per cento delle azioni Renault in portafogli, seguendo di poche ore l’annuncio delle inattese dimissioni di Luca de Meo dal vertice della Casa francese, pare ammantarsi di ben altro significato.
IL GINEPRAIO AZIONARIO TRA NISSAN E RENAULT
In realtà il solo significato di tale mossa va rintracciato nell’esigenza di Nissan, nel pieno della peggiore crisi dalla sua fondazione, di reperire nuova liquidità e, come si diceva, lo fa senza strappi di sorta, semplicemente dando attuazione all’ultima versione dell’accordo di partnership siglato, non senza difficoltà, con Renault.
L’accordo prevedeva appunto il diritto per entrambe le parti di ridurre le rispettive partecipazioni dall’attuale 15 per cento fino alla soglia del 10%, concordando l’alienazione con il partner. Dunque Boulogne-Billancourt era stata avvertita dalla Casa di Yokohama.
OSSIGENO PER NISSAN
Il 27 settembre dello scorso anno era stata Renault a vendere il 5 per cento delle proprie partecipazioni in Nissan. Non è dato sapere se i francesi sfrutteranno il proprio diritto di prelazione, mentre gli analisti hanno calcolato che, se la vendita avvenisse agli attuali prezzi delle azioni Renault, Nissan potrebbe incassare quasi 100 miliardi di yen, l’equivalente di circa 600 milioni di euro.
Una boccata d’aria fresca per un marchio talmente in crisi che valuta la vendita persino del proprio quartier generale a condizione di potervi rimanere in affitto. Peraltro, aspetto curioso, l’immobile da alienare, secondo il quotidiano giapponese Nikkei, sarebbe valutato sempre 100 miliardi di yen, dunque la medesima cifra che entrerebbe nel portafogli di Nissan disfacendosi del 5 per cento delle azioni di Renault.
MITSUBISHI SCENDE DA AMPERE
La vendita, specificano entrambe le Case, non si riverbererà in alcun modo sui progetti e le collaborazioni industriali franco-nipponiche: nel primo trimestre era stato comunicato che i giapponesi avrebbero preso parte al progetto europeo della nuova Twingo elettrica mentre Ampere, la divisione per le auto a batteria del gruppo francese, svilupperà e produrrà per Nissan una city car già dal 2026.
Il vero scossone era arrivato, qualche settimana fa, sempre dal Giappone ma questa volta da Mitsubishi Motors (terza parte dell’alleanza che ha unito per anni la Casa francese alle due giapponesi) quando la Casa dei tre diamanti ha reso noto senza alcun preavviso di sorta di non essere più intenzionata a procedere con i propri investimenti in Ampere.