Non c’è nulla da festeggiare in Nissan, vista la forte crisi che attanaglia i bilanci del costruttore automobilistico nipponico. E a farne le spese perciò sarà l’edizione 2025 del Nismo Festival, evento che avrebbe dovuto celebrare, come ogni anno, la divisione sportiva fondata il 17 settembre 1984 con il nome di Nissan Motorsport International Co. Limited, meglio nota come Nismo. Invece è stato comunicato che il festival non si terrà.
NUOVO TAGLIO IN CASA NISSAN?
Da Yokohama, con una nota vergata proprio nel giorno del quarantunesimo anniversario, sottolineano che la decisione di cancellare il Festival tradizionalmente organizzato e gestito dai dipendenti di Nismo non ha alcun collegamento diretto con la situazione economica.
Si parla piuttosto della esigenza di una “rivalutazione” dei contenuti e della struttura del festival che “nel suo format attuale” a quanto pare non era più congeniale, spiega Nissan, intenzionata a “cogliere questa opportunità per ripensare la direzione che dovrà prendere il Nismo Festival, con l’obiettivo di rilanciarlo e renderlo un’esperienza ancor più coinvolgente per tutti i suoi fan”.
SUL SITO UFFICIALE SI PARLA ANCORA DEL NISMO FEST 2025
Una pausa di riflessione, insomma. Tuttavia è ben noto che, per riportare i conti in carreggiata, la Casa giapponese si è impegnata a una ristrutturazione a dir poco dolorosa che prevede di procedere con la chiusura di sette impianti produttivi e il taglio di 20mila posti, pari a circa il 15% della forza lavoro globale di Nissan.
Nelle ultime settimane si era parlato persino della necessità, per Nissan, di dover vendere la propria sede generale per restarvi in affitto. Una cosa appare però abbastanza certa: la decisione di non celebrare Nismo Fest 2025, indipendentemente dalle motivazioni, deve essere stata improvvisa dato che online sul sito ufficiale dell’evento compare ancora il banner promozionale dell’edizione di quest’anno.
NISSAN SULLA STRADA DELLA RISTRUTTURAZIONE
L’azienda guidata dal nuovo Ceo Ivan Espinosa – che ha come parte integrante del proprio mandato proprio la rimessa in sesto di una azienda in condizioni emergenziali – ha chiuso l’ultimo esercizio con una perdita netta di 4,5 miliardi di dollari e margini ridotti allo 0,6%.
Il piano “Re:Nissan” punta a totalizzare dolorosissimi risparmi per 3,4 miliardi di dollari entro il 2026 che vedranno il marchio nipponico tirare giù le serrande ai centri di design di San Paolo, in Brasile e di San Diego, negli Stati Uniti, ponendo anche in essere una decisa riduzione del personale a Londra e ovviamente in Giappone.
Resteranno operativi solo gli hub di Atsugi e di Tokyo in Giappone, di Los Angeles, e di Londra, che si occuperà anche dei mercati di Africa, Medio Oriente, Europa e Oceania, oltre a continuare la collaborazione con i partner locali, tra cui la francese Renault.
Come si anticipava, la necessità di doversi disfare anche del proprio quartier generale di Yokohama, un grattacielo costruito nel 2009, ben fotografa la situazione in cui versa Nissan ancor meglio di quanto fatto dalle valutazioni delle principali agenzie di rating che hanno declassato il debito a livello “junk”. Difficile insomma trovare qualcosa per cui valga la pena festeggiare.