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Microchip, la crisi di Nexperia mette in allarme GM, Ford, Toyota, Hyundai e Volkswagen

Le case automobilistiche temono che le tensioni internazionali su Nexperia (l'azienda di microchip controllata dalla Cina di cui il governo olandese ha preso il controllo) si ripercuoteranno sulle loro attività. Le associazioni dei produttori in Europa e negli Stati Uniti lanciano l'allarme.

I maggiori gruppi automobilistici al mondo, riuniti nelle associazioni Acea (per l’Europa) e Aai (per gli Stati Uniti), hanno espresso preoccupazione per le tensioni tra i Paesi Bassi e la Cina sull’azienda di microchip Nexperia, che potrebbero ripercuotersi sui loro cicli produttivi.

L’AFFARE NEXPERIA, IN BREVE

L’antefatto è il seguente. Il 30 settembre il governo olandese ha assunto il controllo di Nexperia – che ha sede nei Paesi Bassi ma è di proprietà cinese – per prevenire possibili trasferimenti tecnologici.

Il gruppo cinese Wingtech, ovvero l’azionista di controllo di Nexperia, era stato precedentemente inserito dagli Stati Uniti in una sorta di “lista nera” commerciale con l’accusa – per l’appunto – di stare aiutando le autorità di Pechino ad acquisire tecnologie sensibili per la manifattura di microchip, un settore nel quale il paese è in ritardo. Una nuova normativa ha poi esteso queste restrizioni commerciali anche alle aziende controllate per almeno il 50 per cento da soggetti presenti nella lista.

Il 4 ottobre il ministero del Commercio cinese ha emesso una notifica per vietare a Nexperia e ai suoi fornitori di esportare alcuni componenti prodotti in Cina.

A COSA SERVONO I MICROCHIP DI NEXPERIA

I semiconduttori realizzati da Nexperia sono fondamentali per la produzione di veicoli e componenti. Non si tratta di dispositivi particolarmente sofisticati, ma sono diffusissimi nel settore: una singola vettura può contenerne centinaia, servono a far funzionare gli interruttori o i comandi del volante. Il mercato automotive vale da solo il 60 per cento delle entrate di Nexperia.

L’azienda possiede un sito di assemblaggio in Cina, due tra Malaysia e Filippine, e altri impianti in Germania e Regno Unito.

L’IMPATTO SULLE CASE AUTOMOBILISTICHE IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI

L’Acea, Associazione dei costruttori europei di automobili, ha fatto sapere che Nexperia ha comunicato alle case produttrici e ai loro fornitori di non poter più garantire le consegne dei suoi dispositivi. Le scorte potrebbero bastare solo per qualche settimana.

Negli Stati Uniti, l’Alleanza per l’innovazione nell’automotive (che rappresenta, tra le altre, General Motors, Ford, Toyota, Hyundai e Volkswagen) ha dichiarato che “se le spedizioni dei chip per automobili non riprenderanno rapidamente, ciò causerà un’interruzione della produzione automobilistica negli Stati Uniti e in molti altri paesi, con ripercussioni anche su altri settori industriali”.

Alcune case automobilistiche sentite da Reuters, ma rimaste anonime, hanno aggiunto che i loro stabilimenti potrebbero incontrare difficoltà già dal mese prossimo. Volkswagen e Bmw, invece, hanno precisato che al momento i loro impianti in Europa non registrano problemi di approvvigionamento.

IL PROBLEMA DI VOLKSWAGEN E BOSCH

A dispetto della calma ostentata da Volkswagen, Bloomberg ha scritto – sulla base delle informazioni ricevute da fonti anonime – che il gruppo tedesco e i suoi fornitori, incluso Bosch, potrebbero impiegare mesi a sostituire i microchip di Nexperia, magari con quelli di Infineon Technologies.

Volkswagen non si rifornisce direttamente da Nexperia, ma i microchip prodotti dall’azienda olandese sono spesso presenti nei componenti – quelli di Bosch e di Aumovio, per esempio – che finiscono nelle sue automobili.

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