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Arsenali Militari

Troppe navi russe nel Mediterraneo. L’allarme della Marina militare

Dalla presenza delle navi russe, alla competizione per le risorse economiche, fino al riarmo dei paesi rivieraschi. Tutte le sfide nel Mediterraneo evidenziate dal Capo di Stato maggiore della Marina militare, Enrico Credendino, in audizione di fronte alla Commissione Difesa della Camera

 

“Il Mediterraneo è una zona molto turbolenta” e c’è “rischio di incidenti” per l’aumento della presenza di navi russe.

È l’avvertimento lanciato dal Capo di stato maggiore della Marina militare italiana, Enrico Credendino, in audizione alla Commissione Difesa della Camera il 23 febbraio.

“Gli effetti immediati sulla nostra sicurezza della guerra in Ucraina si sono riverberati ancora una volta sul mare e sono l’aumento impressionante dei numeri della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero a un livello che non si vedeva nemmeno ai tempi della guerra fredda” ha sottolineato l’ammiraglio Credendino.

Da tempo Mosca insiste con la sua presenza marittima nel Mar Mediterraneo. Lo scorso 21 dicembre una nave militare russa ha avvicinato la portaerei americana a propulsione nucleare George H. W. Bush e il cacciatorpediniere della Marina Militare italiana Andrea Doria nel mare Adriatico.

Il capo di SMM ha spiegato che “una nave russa ha lanciato droni verso la portaerei americana mentre stava svolgendo operazioni in volo e la nostra nave si è interposta tra le due per essere pronta a tutelare gli aerei americani”.

Ecco perché è “necessario presidiare il Mediterraneo costantemente” ha ribadito l’ammiraglio Credendino. “Il rischio di incidente è possibile” inoltre “C’è un problema di riarmo”.

Tutti i dettagli.

AUMENTANO NAVI RUSSE NEL MEDITERRANEO

“Il numero di navi russe nel Mediterraneo – ha continuato – è aumentato, un numero alto che non è una minaccia diretta al territorio nazionale ma aumenta tantissimo la tensione. I russi hanno un atteggiamento aggressivo che non era usuale nel Mediterraneo e prima era evidente solo nel Baltico. Il rischio di incidente è possibile e quando c’è un incidente di questa natura non si sa mai dove si può andare a finire”.

“Nel 2015 nel Mediterraneo c’era una nave russa che usava una base in Siria. Oggi la base in Siria è cresciuta in una base navale moderna. Non hanno cantieri o bacini, non possono fare grandi lavorazioni ma possono ospitare molte navi. E infatti dal 2015 a oggi il numero di navi è aumentato. Fino a qualche settimana fa avevamo 18 navi: 15 navi e 3 sommergibili di cui uno balistico e 25 navi circa nel mare Nero. Dopo un anno di attività, alcune navi sono dovute rientrare in Russia per fare i lavori e oggi ce ne sono una decina. È un numero alto” ha osservato il capo di Stato Maggiore della Marina.

“I russi hanno un atteggiamento aggressivo, che non è inusuale nel Mediterraneo, ma era più evidente nel Baltico, un tempo definito mare russo invece oggi mare della Nato”, ha aggiunto Credendino.

NON UNA MINACCIA, MA SALE TENSIONE

Tuttavia, l’ammiraglio Credendino ha precisato che l’aumento impressionante di navi della flotta russa non rappresenta “una minaccia diretta al territorio nazionale” ma aumenta “di tanto la tensione”.

OCCORRE UNA MAGGIORE PRESENZA NEL MEDITERRANEO

Ecco perché, il capo di Stato maggiore della Marina rileva che “Ci chiede e chiede agli alleati una maggiore presenza in nave. L’esigenza per noi è di essere presenti con una flotta navale bilanciata”. “Il Mediterraneo è una zona molto turbolenta, con una competizione continua tra stati rivieraschi per l’accesso alle risorse economiche e teatro di illeciti di varia natura, tra contrabbando, trafficanti di esseri umani. È necessario monitorarlo costantemente” ha aggiunto.

QUESTIONE ZEE NEL MEDITERRANEO

C’è infatti la questione della territorializzazione del mare. “L’Italia è l’ultima ad aver deciso di promulgare una Zee (zona economica esclusiva) perché noi abbiamo sempre affermato il principio della libera navigazione in alto mare. Dato che tutti i paesi rivieraschi hanno prorogato la loro zona economica esclusiva, anche l’Italia lo sta facendo. Rimane solo un 20% di mare libero nel Mediterraneo e anche questo aumenta la tensione” ha sottolineato l’ammiraglio Credendino. “Questa dovrebbe essere la futura Zee e abbiamo iniziato già a presidiarla, con operazioni di vigilanza marittima”.

PERICOLO RIARMO

Inoltre, Credentino ha messo in luce il “problema di riarmo delle nazioni della sponda sud del Mediterraneo in termini navali come l’Algeria che compra navi da Italia, Francia e Germania, ma i sommergibili li hanno comprati da russi dotati di missili Kaliber, quindi hanno sommergibili moderni”.

LO STRUMENTO NAVALE PRONTO PER OGNI TIPO D’INTERVENTO

Infine, “l’Italia è una media potenza regionale a forte connotazione marittima. Siamo pienamente integrati nel sistema interforze multinazionale. Lo strumento navale è prontamente impiegato: le navi in porto sono sempre rifornite di armi, munizioni, viveri e personale. Quindi possono partire in 24 ore. Noi siamo in grado di mettere in mare un gruppo navale di livello di una brigata in 24 ore e di dislocarlo ovunque serva” ricorda l’ammiraglio Credendino.

Le caratteristiche principali sono: “rapidità di intervento, proiettabilità e importante versatilità strategica (le navi possono cambiare missione istantaneamente)” specifica il capo di SMM.

Il capo di SMM evidenzia che le nostre navi “hanno grande autonomia logistica, possono restare in mare per un periodo indefinito (come stanno facendo i russi nel Mediterraneo) perché vengono rifornite in mare di viveri e combustibile”.

“Il nostro strumento marittimo si basa sul cosiddetto tridente: gruppo portaerei, gruppo anfibio e la componente subacquea data dalla somma di sommergibili e dalle forze speciali” ha illustrato l’ammiraglio Credendino. I due gruppi, il Carrier Strike Group e il gruppo anfibio, insieme rappresentano Expeditionary Strike Force che è un assetto unico e pregiato, con gli aerei di quinta generazione (F-35) ce l’hanno soltanto gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Italia” ha concluso il capo di Stato maggiore della Marina. “Abbiamo un vantaggi tattico e strategico importantissimo”.

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